Black Bart
l 3
agosto del 1877, una diligenza solitaria si inerpicava su una pista
di montagna, seguendo l’itinerario che la portava da Duncan’s Mills
a Point Arena, nel cuore dei campi auriferi della California. La
cima era ormai vicina, quando sbucò dal nulla un uomo armato di un
fucile. Ricoperto da un lungo spolverino scuro e con il volto
nascosto da un sacco di farina con 2 buchi per gli occhi, l’uomo
brontolò un solo semplice comando: “Butta giù la cassa!”
L’uomo a cassetta obbedì docilmente e partì
subito, quando il bandito gli fece cenno di andar via, muovendo
esplicitamente le canne del fucile.
Più tardi, nel corso di una minuziosa
ricognizione, lo sceriffo del posto trovò la cassaforte, ormai
tristemente vuota. Mancavano circa 305 dollari in contanti e
gioielli, ma al loro posto vi era un biglietto con una breve
composizione poetica firmata da “Black Bart, the PO8”. In
particolare, “PO8” era un modo scherzoso di definirsi “poeta”.
Così accadde ad un certo punto della lunga
carriera di un fuorilegge che riuscì a deliziare la stampa
californiana (e non solo…) portando a segno ben 28 rapine ad
altrettante diligenze tra il 1875 ed il 1883, sempre nello stesso
modo non cruento e semplice.
Black Bart, infatti, usciva da un macchione col
suo fucile e col sacco di farina in testa tenuto saldo da un capello
tipo “bombetta” ed intimava: “Butta giù la cassetta!”
L’assenza di violenza ed una certa classe nei
modi di fare fecero in breve tempo di Black Bart “il bandito
gentiluomo”.
Black Bart era in realtà un certo Charles E.
Bolton di cui ben poco si sa, se non che era nato nello stato di New
York e che in seguito si era spostato nel west al seguito dei suoi
genitori.
La prima rapina di Black Bart si svolse il 26
luglio 1875. A farne le spese fu la diligenza Sonora-Milton guidata
da un certo John Shine. Allora il bandito, guardando in direzione
del folto macchione che circondava il posto, disse: “Se prova a
sparare, fatelo fuori, amici!”
Tra le fronde era possibile vedere luccicare
ben 6 canne di fucile. Shine non esitò un attimo a consegnare la
cassetta dei valori. Una donna fece per consegnare il borsellino, ma
il bandito la bloccò dicendole: “Madam, non voglio i suoi soldi. Mi
bastano quelli della Wells Fargo.” I fucili che sembrava di
intravvedere erano solo pezzi di metallo e non vi era traccia di
complici.
Più tardi Bolton ebbe anche modo di sostenere
di non aver mai caricato il suo fucile e di non aver mai infastidito
i passeggeri delle diligenze che rapinava.
Da quel momento il capo degli investigatori
della Wells Fargo, James Hume di San Francisco iniziò la sua
personale sfida a Black Bart.
Le rapine proseguirono incessanti con grave
danno per la Wells Fargo e causando un gran mal di testa al povero
Hume, alle prese con un rapinatore che non lasciava tracce
importanti se non quei suoi pochi versi.
La taglia che presto pendette sulla testa di
Black Bart era di 800 dollari, parte messi a disposizione dal
Governatore della California, parte dal servizio postale e parte
dalla Wells Fargo.
Pian pianino, però, qualcosa iniziava a girare
per il verso favorevole agli investigatori. Hume riuscì persino ad
ottenere una descrizione di Black Bart da parte di una famiglia che
gli vendette del cibo. Si disse allora che Black Bart fosse un uomo
distinto sulla cinquantina, con grandi baffoni, occhi azzurri e
capelli grigi.
Il lavoro della polizia era reso difficile
dalla casualità che pareva muovere le gesta del rapinatore
mascherato. Questi, infatti, rapinava 2 o 3 diligenze in poco tempo
e poi spariva per 6 mesi.
Il 13 luglio 1882, un certo George Hackett,
alla guida di una diligenza della Wells Fargo, fu il primo che
riuscì a sparare addosso a Black Bart.
Accadde quando il rapinatore apparve come per
incantesimo lungo la strada della diligenza, pronto a compiere
l’ennesima rapina. Hackett, però, fu lesto a dirigergli addosso i
cavalli e a puntargli il fucile contro. I colpi che seguirono gli
fecero volare via il sacco di farina che usava portare sulla testa,
rivelando i capelli ed i baffi grigi di cui si era sentito parlare.
La matassa criminosa di Black Bart iniziò a
districarsi il 3 novembre 1883. Dopo l’ennesima rapina ad una
diligenza, il bandito gentiluomo passò la notte presso una locanda
gestita da Madame Rolleri e dal suo figlio diciannovenne, Jimmy.
Quella notte, nella locanda, sostava anche
Reason McConnell, guidatore della diligenza per Milton.
L’indomani Jimmy chiese a McConnell di poter
avere un passaggio verso Copperopolis, distante 10 miglia. La
diligenza partì ed il suo cammino fu spedito. Ad un certo punto
McConnell incaricò Jimmy di staccare un cavallo e cercare un po’ di
selvaggina per il pranzo. Tutto andò bene, dunque, fino ad una
collinetta. Sulla cima, infatti, c’era Black Bart in attesa,
nascosto dietro il solito macchione di verde.
Apparve all’improvviso, ma subito comprese che
mancava uno dei passeggeri (Jimmy) e ne chiese conto. Gli venne
detto che era a caccia e questo lasciò Black Bart abbastanza
perplesso, ma non tanto da rinunciare a farsi consegnare la
cassaforte della Wells Fargo.
“Adesso parti!”, disse Black Bart al guidatore
e si mise ad armeggiare con un’ascia sulla cassaforte per
scassinarla e portare via i valori ed i soldi.
Mentre la diligenza si allontanava lentamente,
Jimmy stava rientrando e fece in tempo a capire che qualcosa non
andava. Raggiunse non visto McConnell e gli prestò il suo fucile. Fu
allora che McConnell sparò due volte a Black Bart, mancandolo. Venne
il turno di Jimmy stesso che sparò al bandito colpendolo.
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