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Tracce

 


A cura di Sergio Mura

Black Bart

I

l 3 agosto del 1877, una diligenza solitaria si inerpicava su una pista di montagna, seguendo l’itinerario che la portava da Duncan’s Mills a Point Arena, nel cuore dei campi auriferi della California. La cima era ormai vicina, quando sbucò dal nulla un uomo armato di un fucile. Ricoperto da un lungo spolverino scuro e con il volto nascosto da un sacco di farina con 2 buchi per gli occhi, l’uomo brontolò un solo semplice comando: “Butta giù la cassa!”

L’uomo a cassetta obbedì docilmente e partì subito, quando il bandito gli fece cenno di andar via, muovendo esplicitamente le canne del fucile.

Più tardi, nel corso di una minuziosa ricognizione, lo sceriffo del posto trovò la cassaforte, ormai tristemente vuota. Mancavano circa 305 dollari in contanti e gioielli, ma al loro posto vi era un biglietto con una breve composizione poetica firmata da “Black Bart, the PO8”. In particolare, “PO8” era un modo scherzoso di definirsi “poeta”.

Così accadde ad un certo punto della lunga carriera di un fuorilegge che riuscì a deliziare la stampa californiana (e non solo…) portando a segno ben 28 rapine ad altrettante diligenze tra il 1875 ed il 1883, sempre nello stesso modo non cruento e semplice.

Black Bart, infatti, usciva da un macchione col suo fucile e col sacco di farina in testa tenuto saldo da un capello tipo “bombetta” ed intimava: “Butta giù la cassetta!”

L’assenza di violenza ed una certa classe nei modi di fare fecero in breve tempo di Black Bart “il bandito gentiluomo”.

Black Bart era in realtà un certo Charles E. Bolton di cui ben poco si sa, se non che era nato nello stato di New York e che in seguito si era spostato nel west al seguito dei suoi genitori.

La prima rapina di Black Bart si svolse il 26 luglio 1875.  A farne le spese fu la diligenza Sonora-Milton guidata da un certo John Shine. Allora il bandito, guardando in direzione del folto macchione che circondava il posto, disse: “Se prova a sparare, fatelo fuori, amici!”

Tra le fronde era possibile vedere luccicare ben 6 canne di fucile. Shine non esitò un attimo a consegnare la cassetta dei valori. Una donna fece per consegnare il borsellino, ma il bandito la bloccò dicendole: “Madam, non voglio i suoi soldi. Mi bastano quelli della Wells Fargo.” I fucili che sembrava di intravvedere erano solo pezzi di metallo e non vi era traccia di complici.

Più tardi Bolton ebbe anche modo di sostenere di non aver mai caricato il suo fucile e di non aver mai infastidito i passeggeri delle diligenze che rapinava.

Da quel momento il capo degli investigatori della Wells Fargo, James Hume di San Francisco iniziò la sua personale sfida a Black Bart.

Le rapine proseguirono incessanti con grave danno per la Wells Fargo e causando un gran mal di testa al povero Hume, alle prese con un rapinatore che non lasciava tracce importanti se non quei suoi pochi versi.

La taglia che presto pendette sulla testa di Black Bart era di 800 dollari, parte messi  a disposizione dal Governatore della California, parte dal servizio postale e parte dalla Wells Fargo.

Pian pianino, però, qualcosa iniziava a girare per il verso favorevole agli investigatori. Hume riuscì persino ad ottenere una descrizione di Black Bart da parte di una famiglia che gli vendette del cibo. Si disse allora che Black Bart fosse un uomo distinto sulla cinquantina, con grandi baffoni, occhi azzurri e capelli grigi.

Il lavoro della polizia era reso difficile dalla casualità che pareva muovere le gesta del rapinatore mascherato. Questi, infatti,  rapinava 2 o 3 diligenze in poco tempo e poi spariva per 6 mesi.

Il 13 luglio 1882, un certo George Hackett, alla guida di una diligenza della Wells Fargo, fu il primo che riuscì a sparare addosso a Black Bart.

Accadde quando il rapinatore apparve come per incantesimo lungo la strada della diligenza, pronto a compiere l’ennesima rapina. Hackett, però, fu lesto a dirigergli addosso i cavalli e a puntargli il fucile contro. I colpi che seguirono gli fecero volare via il sacco di farina che usava portare sulla testa, rivelando i capelli ed i baffi grigi di cui si era sentito parlare.

La matassa criminosa di Black Bart iniziò a districarsi il 3 novembre 1883. Dopo l’ennesima rapina ad una diligenza, il bandito gentiluomo passò la notte presso una locanda gestita da Madame Rolleri e dal suo figlio diciannovenne, Jimmy.

Quella notte, nella locanda, sostava anche Reason McConnell, guidatore della diligenza per Milton.

L’indomani Jimmy chiese a McConnell di poter avere un passaggio verso Copperopolis, distante 10 miglia. La diligenza partì ed il suo cammino fu spedito. Ad un certo punto McConnell incaricò Jimmy di staccare un cavallo e cercare un po’ di selvaggina per il pranzo. Tutto andò bene, dunque,  fino ad una collinetta. Sulla cima, infatti, c’era Black Bart in attesa, nascosto dietro il solito macchione di verde.

Apparve all’improvviso, ma subito comprese che mancava uno dei passeggeri (Jimmy) e ne chiese conto. Gli venne detto che era a caccia e questo lasciò Black Bart abbastanza perplesso, ma non tanto da rinunciare a farsi consegnare la cassaforte della Wells Fargo.

“Adesso parti!”, disse Black Bart al guidatore e si mise ad armeggiare con un’ascia sulla cassaforte per scassinarla e portare via i valori ed i soldi.

Mentre la diligenza si allontanava lentamente, Jimmy stava rientrando e fece in tempo a capire che qualcosa non andava. Raggiunse non visto McConnell e gli prestò il suo fucile. Fu allora che McConnell sparò due volte a Black Bart, mancandolo. Venne il turno di Jimmy stesso che sparò al bandito colpendolo.

 

Leale. Fu un uomo di forti principi, leale nell’amicizia, conosciuto soprattutto per il suo coraggio, una caratteristica che lo avrebbe contraddistinto per tutta la vita.  

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Sotto: Black Bart, "The PO8"

Uno degli avvisi di taglia su Bolton

 

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