l momento della
caccia era un momento di grande gioia e di eccitazione. La caccia
al bisonte era una festa grande come lo sono sempre stati i giorni
del raccolto delle civiltà agricole. Vediamo nei racconti di Alce
Nero alcuni momenti importanti. Vi era tutto un cerimoniale gioioso
nell'avvistamento delle mandrie e naturalmente grande onore spettava
al cacciatore che li aveva localizzati per primo.
"Una delle
vedette rispose: 'Sapete dove siamo stati. Siamo saliti fino in cima
a una collina e abbiamo visto una mandria piccola di bisonti.' E
mentre parlava indicava la direzione. Il consigliere disse: Forse
dall'altra parte avete il bene. Informatemi . La vedetta rispose:
Dall'altra parte abbiamo visto un'altra mandria di bisonti plù
grossa . Allora il consigliere disse: Vi sarò grato. Ditemi tutto
ciò che avete visto da quelle parti. La vedetta rispose: Dall'altra
parte di quella montagna non c'erano che bisonti, per tutta la
regione. E il consigliere disse: Aoh! . Allora il banditore gridò
come cantando: I vostri coltelli verranno arrotati, le vostre
frecce verranno affilate. Preparatevi, fate presto; approntate i
vostri cavalli! Usciremo con frecce."
Ecco come viene
descritto una caccia.
“Allora ci
fu una grande polvere; tutti gridavano e tutti i cacciatori si
precipitarono a uccidere, ognuno per conto suo. Erano tutti quasi
nudi. con le loro faretre piene di frecce appese a sinistra, e si
buttavano a cavallo addosso al bisonte e lo colpivano dietro la
spalla sinistra. Alcune delle frecce penetravano fino alle penne e a
volte quelle che non si imbattevano in un osso uscivano dall'altra
parte. Tutti erano molto felici."
Il prodotto
della caccia era diviso fra tutti i componenti della tribù ed era
quindi un momento di coesione, di solidarietà di tutto il gruppo che
si riconosceva come una unità.
“Allora il
capo dei consiglieri fece un giro. per scegliere i migliori
cacciatori sui cavalli più veloci; poi disse loro:Eccellenti giovani
guerrieri. parenti miei. so che il vostro lavoro è buono. Quello che
voi fate è sempre buono; così oggi farete mangiare i deboli. Forse
alcuni sono vecchi o deboli, senza figli. oppure sono donne con
bambini e senza marito. Voi li aiuterete. e tutto ciò che uccidete
sarà per loro. Questo era un grande onore per i giovani.”
Del bufalo si
usava praticamente tutto: la carne veniva mangiata in parte fresca
e in massima parte disseccata con un lungo e paziente lavoro e
conservata. Con le ossa si costruivano arnesi di ogni genere,
dalle pelli pellicce per l'inverno e soprattutto le coperture delle
tipiche tende indiane, i Tepee.
“Finita la
macellazione, la carne veniva appesa sulla groppa del cavallo e
legata con strisce fresche di pelle di bisonte. Quando tornammo al
villaggio, tutti i cava!li dei cacciatori erano carichi di carne. e
noi bambini che non potevamo aspettare il banchetto mangiavamo tutto
il fegato crudo che volevamo. Nessuno si arrabbiava con noi per
questo. Nel frattempo, le donne rimaste nell'accampamento tagliavano
pali lunghi e stecche forcute per preparare le apparecchiature dove
avrebbero appeso la carne a seccare. Quando i cacciatori arrivavano.
buttavano la carne in mucchi sopra un tappeto di foglie.”
Il bufalo
quindi era animale sacro,era un dono del grande spirito che veniva
cacciato ma il cui spirito era venerato. Veniva offerto e mangiato
quasi con un rito religioso.
“Offri una
fetta di bisonte che aveva davanti, perchè il bisonte era sacro e ci
forniva cibo e alloggio. Poi accese pipa, la offrì ai quattro
quadranti, allo Spirito Alto e alla Madre Terra, e porgendola
disse: La nazione si è fidata di voi...“
I bianchi
invece cominciarono a uccidere con le armi da fuoco i bufali in
grande quantità, dapprima per la carne. Poi uccisero semplicemente
per la lingua o anche per il puro piacere di uccidere o per
affamare gli indiani. Fu cosi operato un assurdo e stupido massacro
delle grandi mandrie. Tutto il territorio fu coperto dalle loro
carcasse. Gli indiani videro con sgomento cosi svanire quello che
per essi era la fonte prima della loro vita , il dono del Grande
Spirito. La fine dei bisonti fu pure la fine della vita indiana più
ancora che i massacri e l'invasione dei bianchi.
E il quadro che
si presentava agli sfortunati indiani era di una desolazione e di
una tristezza indicibile perchè con i bisonti era morta anche la
loro cultura, il loro mondo.