La malattia e la morte
n seguito alla sua sleale cattura e alla sua
prigionia a Fort Marion, Osceola, insieme alle sue due mogli, ai
suoi figli e a circa 250 indiani, venne trasferito e imprigionato a
Fort Moultrie, a Charleston, in South Carolina. Fort Moultrie in
origine era chiamato Fort Sullivan dal nome dell’isola sulla quale
si trovava. Il 1 gennaio 1838 il folto gruppo arrivò sull’isola a
bordo del piroscafo Poinsette; tra gli altri vi era anche il dottor
Frederick Weedon, che si era recato a Charleston su richiesta di
Osceola, e che lo seguì durante il periodo della sua malattia, dal
26 al 30 gennaio 1838.
Secondo il dottor Weedon, il 26 gennaio egli venne svegliato ed
esortato da un interprete indiano ad occuparsi di Osceola. Quando il
dottor Weedon giunse dal paziente, egli giaceva a terra disteso
sulle sue coperte di fronte al debole fuoco del camino. Accanto vi
erano le sue due mogli e due dei suoi figli. Il medico diagnosticò
immediatamente ad Osceola un violento attacco di tonsillite. Queste
le sue indicazioni: “Egli ha notevoli difficoltà di deglutizione e
di respirazione, accompagnate da forti dolori e da una seria
infiammazione alle tonsille. Per prevenire il soffocamento e il
dolore è necessario sistemare il paziente in posizione eretta. Le
pulsazioni sono molto veloci. Ordino un prelievo di sangue immediato
e prescrivo un emetico (una sostanza che induce il vomito)”.
L'interno di
Fort Marion
Il dottor Weedon proseguì “In quel momento un indiano entrò nella
stanza, e, solo successivamente, io seppi che quella persona godeva
di alta considerazione in qualità di profeta e dottore. Subito egli
rifiutò ogni approccio con il paziente, trovandosi escluso dalla
ricerca di rimedi adeguati, delegando a me tutte le responsabilità
del caso. Io chiesi al professor B.B. Strobel, chirurgo e professore
di anatomia al Charleston Medical College, di visitare il paziente
insieme a me. Il dottor Strobel acconsentì e fece di tutto per
convincere Osceola a sottoporsi a trattamenti medici come la
scarificazione (che consiste nel praticare numerosi piccoli tagli
superficiali sulla cute del paziente), il salasso e altri, ma egli
rifiutò".
Il 29 gennaio Osceola disse addio al pittore George Catlin che era
diventato suo amico. Più tardi chiese al dottor Weedon di descrivere
gli ultimi attimi della sua vita all’amico Catlin che era dovuto
partire per Filadelfia. Il 30 gennaio Osceola realizzò di essere
giunto al termine della propria esistenza, e sebbene non potesse
parlare, chiese (usando i segni) al dottor Weedon di radunare i capi
e gli ufficiali del forte. Chiese quindi alle mogli (sempre usando i
segni) di portargli gli abiti che indossava in guerra, così da poter
ricevere gli ufficiali vestito in modo adeguato.
Egli si alzò e si vestì di tutto punto, ponendo particolare
attenzione a tutti i dettagli e agli accessori, indossando i
gambali, i mocassini, la cintura da guerra, la cartucciera, il corno
per la polvere da sparo ecc… e sistemando il suo coltello accanto a
sé sul pavimento. Si applicò, con molta difficoltà, la pittura rossa
da guerra che per tradizione veniva utilizzata prima della
battaglia, e ripose il coltello dentro la cintura. Vestito così,
egli rimase sdraiato per qualche minuto per riprendere le forze
prima di sedersi, per dire addio al dottor Weedon, ai capi indiani,
agli ufficiali del forte, alle sue mogli e ai suoi figli.
Quando tutti furono riuniti accanto a lui, Osceola sorrise e strinse
la mano ad ognuno di loro. Poco dopo venne accompagnato verso il suo
letto, dove si coricò dopo essersi tolto la cintura da guerra e il
coltello. Subito egli afferrò il coltello con la mano destra e lo
appoggiò sul torace. Un attimo dopo, Osceola accennò un sorriso, ed
esalò in silenzio il suo ultimo respiro.
Il 31 gennaio 1838, il giorno dopo la sua morte, ebbero luogo le
esequie militari. La sua salma fu accompagnata da due dottori, dagli
indiani Seminole con tutti i loro capi, dagli ufficiali locali, e da
un distaccamento di truppe navali venute da Charleston nonostante il
mare grosso, che avevano trasportato anche gente comune che
desiderava essere presente al funerale di Osceola. Molte persone
rimasero immobili nonostante il freddo vento salato, chinando il
capo quando i soldati spararono a salve per l’ultimo saluto ad un
prode e valoroso guerriero.
Osceola fu sepolto a Sullivan Island vicino al forte dove morì.
Sulla lastra di marmo accanto alla sua tomba si legge:
OSCEOLA
PATRIOTA E GUERRIERO
MORTO A FORT MOULTRIE
30 GENNAIO 1838
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