Capo Giuseppe parla
primi
uomini bianchi del vostro popolo che arrivarono nella nostra terra
si chiamavano Lewis e Clark. Portarono molte cose che la nostra
gente non aveva mai visto. Parlavano chiaro e la nostra gente li
festeggiò per dimostrare che i loro cuori erano amichevoli. Essi
offrirono doni ai nostri capi e la nostra gente offrì loro doni.
Noi avevamo moltissimi cavalli e cedemmo loro quelli di cui avevano
bisogno, ed essi ci diedero in cambio fucili e tabacco. Tutti i Nez
Percés fecero amicizia con Lewis e Clark e acconsentirono a
lasciarli passare per la loro terra e non fare mai la guerra
all'uomo bianco. Questa promessa i Nez Percés non l'hanno mai
infranta.
Per un po' di tempo abbiamo vissuto tranquillamente.
Ma non poteva durare. Gli uomini bianchi
trovarono l'oro nelle montagne della regione dell'Acqua
Serpeggiante. Ci rubarono numerosi cavalli e noi non potevamo far
niente per riaverli perché eravamo indiani. Gli uomini bianchi
dicevano bugie. Portarono via molto del nostro bestiame. Alcuni
uomini bianchi marchiarono il nostro bestiame così che noi non
potevamo più reclamarlo indietro. Non avevamo amici per perorare la
nostra causa di fronte ai tribunali. Mi sembra che alcuni uomini
bianchi nel Wallowa facessero queste cose apposta per provocare una
guerra. Sapevano che non eravamo abbastanza forti per combatterli.
Io mi sono sforzato molto per evitare problemi e spargimento di
sangue. Abbiamo ceduto una parte della nostra terra agli uomini
bianchi, pensando così di poter avere la pace. Ci sbagliavamo. Gli
uomini bianchi non potevano lasciarci tranquilli. Avremmo potuto
vendicarci molte volte dei torti subiti, ma non lo facemmo. Ogni
volta che il governo ci ha chiesto aiuto contro altri indiani, non
abbiamo mai rifiutato. Quando gli uomini bianchi erano pochi e noi
eravamo forti avremmo potuto ucciderli, ma i Nez Percés vogliono
vivere in pace. In base al trattato che altre bande di Nez Percés
avevano sottoscritto, l'uomo bianco pretendeva di avere la mia
terra. Avevamo problemi con tutti quegli uomini bianchi che
premevano lungo i confini. Alcuni erano uomini buoni, e noi vivevamo
in pace con loro, ma non tutti erano buoni. Quasi tutti gli anni
veniva l'agente da Lapwai e ci ordinava di ritirarci nella riserva.
Abbiamo sempre risposto che stavamo bene nel Wallowa. Stavamo
attenti a rifiutare tutti i regali e i compensi che ci offriva. In
tutti questi anni, da quando l'uomo bianco arrivò nel Wallowa,
siamo stati minacciati e imbrogliati da loro e dal trattato dei Nez
Percés. Non ci concedevano tregua. Avevamo alcuni amici fra gli
uomini bianchi ed essi ci hanno sempre consigliato di sopportare i
soprusi senza combattere. I nostri giovani sono irruenti per
carattere e io ho dovuto penare molto per trattenerli dal compiere
azioni affrettate. Ho portato sulle spalle un grande peso da quando
ero solo un ragazzo. Ho imparato che noi eravamo pochi, mentre gli
uomini bianchi erano molti, e che non potevamo tenerci quello che
era nostro se c’erano loro. Noi eravamo come cervi. Essi erano
come orsi grizzly. Noi avevamo una piccola terra. La loro terra era
grande. Noi eravamo contenti che le cose rimanessero come sono, come
le aveva disposte il Grande Spirito. Essi non volevano così,
essi avrebbero cambiato le montagne e i fiumi se non si adattavano
alle loro esigenze.
Alla sua resa presso le Montagne della Zampa d'Orso, 1877
Dite al generale Howard che io conosco il suo
cuore. Ciò che mi ha detto prima l’ho dentro al mio cuore. Sono
stanco di combattere. I nostri capi sono stati uccisi. Specchio è
morto, Tu-hul-hil-sote è morto. I vecchi sono tutti morti. Ora sono
i giovani che dicono sì o no. Colui che guidava i giovani [il
fratello di Giuseppe, Alikut] è morto. Fa freddo e non abbiamo
coperte. I bambini piccoli muoiono di freddo. La mia gente -- alcuni
di loro sono scappati sulle colline e non hanno né coperte né
cibo. Nessuno sa dove si trovino -- forse sta morendo di freddo.
Voglio avere il tempo di cercare i miei figli per vedere quanti di
loro riesco ancora a trovare. Forse li troverò in mezzo ai morti.
Ascoltatemi, miei capi, il mio cuore è malato e triste. Dal punto in
cui si trova adesso il sole, io non combatterò più.
In occasione di una visita a Washington, D.C., 1879
Finalmente mi è stato concesso di venire a
Washington e portare con me il mio amico Toro Giallo e il nostro
interprete. Sono contento di essere venuto. Ho stretto la mano a
molti amici, ma ci sono alcune cose che voglio sapere che nessuno
sembra in grado di spiegarmi. Non capisco come può il governo
mandare un uomo a combatterci, come fece con il generale Miles, e
poi tradire la sua promessa. Un governo simile deve avere qualcosa
di sbagliato. Non capisco perché tanti capi possano parlare e dire
cose così diverse. Ho visto il grande capo [il Presidente Hayes],
il secondo grande capo [il segretario agli interni], il capo
commissario e il capo giudice, e molti altri capi [rappresentanti
del Congresso] e tutti dicono che sono miei amici e che io otterrò
giustizia, ma se le loro bocche dicono la verità, io non capisco
perché nulla viene fatto per la mia gente. Ho sentito discorsi e
discorsi, ma nulla è stato fatto. Le buone parole non durano molto
se non portano ai fatti. Le parole non mi ripagano della mia gente
che è morta. Non mi ripagano della mia terra che ora è occupata
dagli uomini bianchi. Non proteggono la tomba di mio padre. Non mi
ripagano dei cavalli e del bestiame. Le buone parole non mi
restituiscono i figli. Le buone parole non faranno tornare buona la
promessa del vostro capo di guerra, il generale Miles. Le buone
parole non daranno alla mia gente una casa dove essi possano vivere
in pace e prendersi cura di loro stessi. Sono stanco di discorsi che
non arrivano a nulla. Mi fa male il cuore quando penso a tutte le
belle parole e a tutte le promesse non mantenute. Hanno parlato
troppo troppi uomini che non avevano diritto di parlare. Sono state
fatte troppe interpretazioni sbagliate, e ci sono stati troppi
fraintendimenti fra gli uomini bianchi e gli indiani. Se l'uomo
bianco vuole vivere in pace con gli indiani, può vivere in pace.
Non deve esserci alcun problema. Trattate tutti gli uomini allo
stesso modo. Dategli le stesse leggi. Date loro la stessa possibilità
di vivere e crescere. Tutti gli uomini sono stati creati dallo
stesso Grande Spirito. Sono tutti fratelli. La terra è la
madre di tutti i popoli, e tutti i popoli devono avere gli stessi
diritti sulla terra. Come non è possibile che tutti i fiumi
invertano il loro corso, così un uomo che è nato libero non può
essere contento di vivere rinchiuso e di vedersi negata la libertà
di andare dove desidera. Se leghi un cavallo a un palo, pensi che
ingrasserà? Se rinchiudi un indiano in un piccolo pezzo di terra e
lo costringi a rimanere lì, non sarà contento e non crescerà e
prospererà. Ho chiesto ad alcuni dei grandi capi bianchi da dove
viene loro l'autorità di dire agli indiani di stare in un certo
posto, mentre gli uomini bianchi possono andarsene dove desiderano.
Non sono stati in grado di dirmelo. Chiedo al governo soltanto
questo: che noi siamo trattati come vengono trattati tutti gli altri
uomini. Se non posso tornare a casa, lasciatemi avere una casa in
una terra dove la mia gente non muoia così velocemente. Io vorrei
andare nella valle delle Radici Amare. Laggiù la mia gente sarebbe
felice; dove sono ora stanno morendo. Ne sono morti già tre da
quando ho lasciato il campo per venire a Washington. Quando penso
alla nostra condizione, il mio cuore è pesante. Vedo uomini della
mia razza trattati come fuori legge e trasportati da una regione
all'altra o abbattuti come animali. So che la mia razza dovrà
sopportare un cambiamento. Non possiamo conservare quello che è
nostro se ci sono gli uomini bianchi. Chiediamo solo una giusta
opportunità per vivere come gli altri uomini vivono. Chiediamo di
essere riconosciuti come uomini. Chiediamo che le stesse leggi
valgano nello stesso modo per tutti gli uomini. Se un indiano viola
la legge, punitelo secondo la legge. Se un uomo bianco viola la
legge, punite anche lui. Lasciatemi essere un uomo libero, libero di
viaggiare, libero di lavorare, libero di commerciare dove scelgo di
farlo, libero di scegliermi i maestri, libero di seguire la
religione dei miei padri, libero di parlare, pensare e agire per me
stesso -- e io rispetterò tutte le leggi o sarò punito secondo la
legge. Se gli uomini bianchi tratteranno gli indiani come si
trattano fra di loro non ci saranno più guerre. Saremo uguali --
fratelli con lo stesso padre e la stessa madre, con un cielo sopra
di noi e una terra intorno a noi e un governo per tutti. Allora il
Grande Capo Spirito che governa ogni cosa sorriderà sopra questa
terra e manderà la pioggia per lavare le macchie di sangue che le
mani dei fratelli hanno lasciato sulla faccia della terra. La razza
indiana attende e prega perché venga quel giorno. Io spero che alle
orecchie del Grande Capo Spirito non giungano più i lamenti di
uomini e donne feriti, e che tutti i popoli possano essere un solo
popolo.
Hin-mah-too-yah-lat-kekht ha parlato per la
sua gente.
|