Capo Giuseppe
'uomo che divenne una celebrità nazionale con
il nome di Capo Giuseppe, nacque nella Wallowa Valley nell'attuale
Oregon del nord nel 1838.
Gli fu dato il nome di "Tuono che
rotola dalla montagna" ma fu più diffusamente conosciuto come
Giuseppe o Giuseppe il Giovane per distinguerlo da Giuseppe il
Vecchio, suo padre, che fu chiamato in quel modo nel 1838, quando fu
battezzato alla missione di Lapwai da Henry Spalding.
Giuseppe il
Vecchio fu uno dei primi Nez Perce a convertirsi al cristianesimo e
fu un accanito sostenitore della duratura pace con gli uomini
bianchi. Nel 1855 aiutò persino l'incaricato di Washington a creare
una riserva per i Nez Perce tra Oregon e Idaho. Ma nel 1863, in
seguito alla scoperta dell'oro nei territori dei Nez Perce, il
governo federale decise di appropriarsi di oltre 6 milioni di acri,
spingendo i Nez Perce nel solo Idaho in una riserva che a questo
punto era estesa per un decimo di quella stabilita in origine.
Sentendosi tradito, Giuseppe il Vecchio denunciò l'atteggiamento
degli Stati Uniti, distrusse la sua Bibbia e la bandiera americana e
rifiutò sdegnato di trasferirsi con la sua banda dalla Wallowa
Valley e di firmare il trattato che costituiva la nuova riserva e
rendeva ufficiali i nuovi confini.
Quando morì il padre nel 1871,
Giuseppe fu incaricato dalla sua gente di prenderne il posto. Ereditò
non solo il nome, ma anche una situazione che stava diventando ogni
giorno più esplosiva a causa del continuo arrivo di coloni bianchi
e di cercatori d'oro.
Giuseppe oppose un fiera resistenza alle
offerte governative affinché la sua gente si spostasse dalla Wallowa Valley nella piccola riserva dello Idaho e, nel 1873,
allorquando lo stesso governo federale decise di emettere
un'ordinanza di evacuazione dei coloni bianchi dai confini della
vecchia riserva, ebbe persino la sensazione di averla spuntata.
Purtroppo, il governo federale finì per smentirsi molto presto e
nel 1877 il generale Howard ordinò un attacco della cavalleria per
rinchiudere gli indiani nella riserva dello Idaho.
Ritenendo inutile
opporre una resistenza armata ai bianchi, Giuseppe si rassegnò a
guidare il suo popolo nello Idaho. Sfortunatamente non erano
destinati a restare nemmeno li. Una ventina di giovani guerrieri,
infatti, non rassegnata alla perdita delle loro antiche terre,
organizzò un raid contro i vicini insediamenti e uccise numerosi
bianchi. La ritorsione dei bianchi si annunciò come immediata e
Giuseppe fu costretto ad accettare la guerra richiesta a gran voce
dai guerrieri e dalle altre bande. Ne seguì la ritirata militare più
brillante della breve storia americana.
Giuseppe e la sua banda,
infatti, tentarono di raggiungere il Canada ove si sapeva che viveva
in pace Toro Seduto.
Persino il generale Sherman ammise che restò
impressionato dalla marcia di 1400 miglia. "Gli indiani - disse
- hanno mostrato un coraggio ed un'audacia che merita il
riconoscimento di tutti... Hanno combattuto con genio militare non
comune, usando avanguardia e retroguardia, gruppi di fuoco rapido e
campi fortificati".
In più di tre mesi la banda di Nez Perce,
composta di 700 persone di cui solo 200 erano guerrieri, combattè
2000 soldati statunitensi ben organizzati e armati, oltre agli
ausiliari indiani che accompagnavano gli stessi soldati, in ben
quattro grandi battaglie e in numerose schermaglie.
Dal momento in
cui si arrese formalmente, il 5 ottobre 1877, Capo Giuseppe venne
indicato sulla stampa nazionale come il "Napoleone Rosso".
In ogni caso deve essere rivisto il ruolo che si credeva che
Giuseppe avesse avuto nella lunga guerra con i bianchi, in quanto
egli fu sempre un capo, ma non era considerato un capo di guerra.
Giuseppe, in effetti, si occupava per lo più di tenere
l'accampamento sotto controllo, mentre la guerra era compito di
altri capi o guerrieri, come ad esempio Olikut, fratello di
Giuseppe. Pare anche che Giuseppe fosse assolutamente contrario a
recarsi in Montana a chiedere aiuto ai Crow. I veri strateghi delle
battaglie combattute dai Nez Perce furono altri, tra i quali Looking
Glass che fu ucciso prima della resa. Nonostante tutto questo il
discorso di resa, stampato infinite volte, fece di Capo Giuseppe un
vero leader militare nella cultura popolare americana:
"Sono stanco di combattere. I nostri capi
sono stati uccisi. Looking Glass è morto. Toohoolhoolzote è morto.
Gli anziani sono tutti morti. Sono i giovani che dicono si o no.
Olikut, che ha guidato i giovani è morto. C'é freddo e non abbiamo
coperte. I bambini stanno morendo congelati. La mia gente, alcuni di
loro, sono fuggiti sulle colline e non hanno coperte né cibo.
Nessuno sa dove siano e forse stanno morendo di assideramento. Ho
bisogno di tempo per cercare i miei bambini e vedere quanti ne
riesco a trovare. Può essere che li trovi tra i morti. Ascoltatemi,
miei capi! Sono stanco. Il mio cuore è stanco e triste. Da dove ora
sorge il sole non combatterò mai più."
La fama non portò niente di buono a capo
Giuseppe. Sebbene si fosse arreso con l'intesa di essere rimandato
nei territori d'origine del suo popolo, Giuseppe e la sua banda
furono invece inviati in un primo momento nel Kansas orientale e poi
in una riserva nel Territorio Indiano (attuale Oklahoma) dove molti
tra loro morirono a causa di epidemie devastanti causate anche dal
clima malsano.
Sebbene nel 1879 riuscì ad andare a Washington per
perorare la sua causa presso l'allora Presidente statunitense Hayes,
Giuseppe non riuscì a riportare la sua gente nei luoghi d'origine
fino al 1885. Fino ad allora metà dei Nez Perce fu destinata a
vivere in una riserva di altri pellerossa a nord di Washington,
separatamente dai fratelli dello Idaho e lontano dalle terre della
Wallowa Valley.
Nel corso degli ultimi anni di vita Capo
Giuseppe parlò con magniloquenza contro l'ingiustizia di fondo
insita nella politica americana nei confronti dei Nativi, nella
speranza che le promesse di uguaglianza nel diritto, di libertà,
venissero alfine a realizzarsi anche anche per i pellerossa.
Fu un'indomabile voce della coscienza per tutto
il West fino alla morte, di crepacuore, nel 1904, ancora lontano da
casa.
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