La Guerra Civile
a sua fortuna,
se cosi possiamo dire, fu lo scoppio nel 1861 della guerra di
secessione, ragion per cui molti cadetti del Sud si ritirarono
dall’accademia per arruolarsi nelle file confederate.
L’Unione aveva
un disperato bisogno di ufficiali e per tale ragione non era
possibile privarsi neanche di un sottotenente come il cadetto George
A. Custer arrivato ultimo tra gli ultimi del suo corso. In guerra
però non servivano né il greco e neanche il latino, servivano gli
attributi e quelli a Custer di certo non mancavano.
In luglio
Custer ricevette l’ordine di raggiungere Washington per aggregarsi
al 2° reggimento cavalleria. Fece in tempo a partecipare, il 21
luglio, alla prima battaglia di Bull Run (Virginia) nella quale le
truppe dell’Unione di Mc Dowell vennero battute dai confederati al
comando dei generali Johnston, Beauregard e Jackson. Quella prima
battuta d’arresto diede l’occasione a Lincoln di sostituire il
comandante in capo dell’esercito Winfield S. Scott con George B. Mc
Clellan al quale fu dato l’incarico di difendere Washington.
Custer, in
mezzo alla confusione del momento, ricevette l’ordine di aggregarsi
alle truppe dei volontari del generale Philip Kearney del quale
diverrà in seguito l’aiutante maggiore.
Poco tempo
dopo venne assegnato al reggimento di cavalleria del generale
Stoneman, sino a che una fastidiosa malattia lo costrinse a tornare
a Monroe per una lunga convalescenza.
Nel febbraio
1862, Custer, tornato in servizio, venne trasferito al 5° cavalleria
dell’Armata del Potomac.
In maggio
Custer dimostrò, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta la sua
audacia in un’azione di ricognizione sul fiume Chickahominy nella
quale, sotto gli occhi del generale John G. Barnard, riuscì a
dimostrare la guadabilità del fiume e la localizzazione delle
avanguardie nemiche. Questo gli procurò l’ammirazione del generale
Mc Clellan, che gli propose di diventare suo aiutante di campo col
grado onorario di capitano. Qualche giorno dopo venne nominato primo
tenente del 5° cavalleri, ma a Custer non dispiacque mantenere anche
il grado onorario di capitano dello stato maggiore di Mc Clellan.
Il mese di
giugno 1862 registrò la terribile battaglia dei sette giorni in cui
Robert Lee riuscì ad arginare l’armata del Potomac di Mc Clellan che
minacciava direttamente Richmond. I sudisti subirono comunque
pesanti perdite, ma Mc Clellan preferì non contrattaccare decidendo
di rinchiudersi tra le sicure postazioni trincerate di Harrison’s
Landing. Causa il suo temporeggiare, il generale Mc Clellan venne
destituito da Lincoln e di conseguenza il capitano George A. Custer
tornò ad essere semplicemente il tenente Custer.
Nel maggio del
1863 le truppe confederate sconfissero quelle dell’unione nella
battaglia di Chancellorsville. Vittoria amara per il Sud visto che i
confederati persero “Stonewall” Jackson, uno dei loro migliori
generali. In seguito a tale sconfitta, il generale Stoneman venne
sostituito dal generale Alfred Pleasonton in qualità di comandante
generale della cavalleria. Custer venne nominato aiutante di campo
del generale, un uomo il cui impeto non era inferiore a quello dello
stesso Custer. Nel giugno 1863 le armate di Lee erano in procinto di
invadere la Pennsylvania e in questa situazione il generale George
G. Meade, comandante dell’armata del Potomac, chiese al comandante
in capo dell’esercito Henry W. Halleck la disponibilità di tre nuovi
generali di brigata per riorganizzare le forze di cavalleria. Il
generale Pleasonton propose per la nomina il capitano Custer,
impressionato dal suo comportamento nella carica presso Aldie contro
la cavalleria del generale confederato JEB Stuart. Custer fu
informato del fatto il 29 di giugno, due giorni prima della
battaglia di Gettysburg. Custer diventava in tal modo a ventitre
anni il più giovane generale della storia degli Stati Uniti. Il
titolo, ben inteso, era più che altro onorifico, ma tanto bastava a
Custer per appagare la sua ambizione.
Il generale
Robert Lee, che nel frattempo era entrato in Pennsylvania, sperava
di poter pilotare le sorti della guerra con un successo a Gettysburg
su George G. Meade, comandante dell’armata del Potomac nonché suo
personale amico.
La battaglia
di Gettysburg, la più sanguinosa di tutta la guerra e punto di non
ritorno per il Sud, mise, il 3 luglio, ancora una volta uno di
fronte all’altro, Custer e JEB Stuart. Di nuovo, come ad Aldie, i
leggendari cavalleggeri confederati vennero intercettati e fermati
dalla cavalleria di Custer che impedì il ricongiungimento con le
truppe di Lee, apportando in tal modo un notevole contributo per le
armi sell’Unione. Il giorno successivo, il 4 luglio, Lee attraversò
il Potomac e rientrò in Virginia.
In settembre
Custer guidò una carica a Culpeper (Virginia) nella quale riportò
una ferita ad una gamba. Questo gli permise di passare la
convalescenza a Monroe e naturalmente di rivedere Elisabeth C.
Bacon. Fu in quella occasione che Custer chiese a “Libbie” di
sposarlo. La ragazza acconsentì, non senza aver ottenuto prima il
permesso del padre. Il giudice Daniel Bacon fece orecchie da
mercante, anzi egli pensò di partire da Monroe lasciando il generale
senza una risposta esauriente. Tornò giusto in tempo per
accompagnare Custer alla stazione nel momento in cui il generale
dovette ricongiungersi ai suoi cavalleggeri.
In ottobre
Custer condusse una carica vittoriosa presso Brandy Station nella
quale per due volte gli fu ucciso il cavallo e poco dopo affrontò
ancora una volta JEB Stuart a Buckland Mills. Tra una sciabolata e
l’altra, trovò comunque il tempo di scrivere al padre di Libbie per
ottenerne il consenso al matrimonio. Custer cominciava ormai a
godere di una certa celebrità e probabilmente questo deve avere
influito sulla decisione del giudice Bacon. I due giovani si
sposarono il 9 febbraio 1864 nella chiesa presbiteriana di Monroe e
dopo la luna di miele passata tra Cleveland, Buffalo e West Point,
George A. Custer tornò al quartier generale della sua brigata a
Stevensburg.
Nel frattempo,
il 9 marzo 1864, Lincoln aveva nominato Ulysses S. Grant comandante
in capo delle forze dell’Unione e il generale Philip H. Sheridan
responsabile dell’armata dello Shenandoah.
Le armate di
Lee e di Grant si fronteggiarono sul fiume Rapidan e tra il 4 e il 7
di maggio si affrontarono nella foresta di Wilderness (Virginia).
Fu un massacro da entrambi le parti. Si contarono 15.000 tra morti e
feriti nelle file unioniste e 8.000 tra quelle confederate.
Custer, come
al solito, alla testa della brigata del Michigan guidò la carica sul
nemico costringendo i confederati a ripassare il fiume Chickahominy.
A Yellow
Tavern (Virginia), l’11 di maggio 1864, il Sud perdette JEB Stuart,
un uomo di grandissimo valore che tentava di arginare una carica del
generale Custer.
Circa un mese
dopo, il 12 di giugno, la cavalleria di Sheridan con Custer alla
testa della sua brigata , si scontrò presso la località di Trevillan
Station (Virginia) con quella confederata. In tale occasione Custer
venne attaccato dalla brigata di cavalleria della Virginia al
comando del generale Thomas L. Rosser, suo ex compagno di stanza e
di classe a West Point. I due vecchi amici si trovarono ancora di
fronte il 9 ottobre 1864 nella cosiddetta “battaglia di Tom Brook”
(Virginia). In quella occasione Custer, riconosciuto tra i
cavalleggeri confederati il suo amico Rosser, si inchinò dapprima
con un saluto e poi lo costrinse alla ritirata.
La guerra di
secessione si stava rapidamente avviando verso la conclusione. Il 2
settembre 1864 era già capitolata Atlanta, capitale della Georgia.
Savannah sarebbe caduta di li a poco il 21 dicembre.
Il 3 aprile
1865, con la caduta di Richmond, in pratica finiva la guerra di
secessione, una guerra costata circa 600.000 morti.
Un ultimo
appuntamento attendeva Custer, la resa di Lee ad Appomattox Court
House (Virginia) il 9 aprile 1865. Egli fu presente assieme a
Sheridan, Sherman ed altri famosi generali all’incontro col quale
Lee consegnò le armate confederate nelle mani di Grant. Lo scrittoio
della casa sul quale Grant firmò i termini della resa, venne
acquistato dal generale Sheridan che ne fece dono alla signora
Custer. Prima di congedarsi per sempre dalle vicende della guerra,
Custer volle scrivere poche righe d’addio alla sua divisione. Questo
è parte di quanto scrisse:
“Negli ultimi
sei mesi, sebbene confrontati più volte da numeri superiori al
vostro, avete catturato al nemico in combattimento centoventi pezzi
di artiglieria, sessantacinque bandiere e più di diecimila
prigionieri fra cui undici generali… Non avete mai perso un fucile,
mai un colore e non siete mai stati sconfitti.”
Nel maggio 1865 il Nord festeggiò la vittoria con una trionfale
parata a Washington in Pennsylvania Avenue. In tribuna d’onore, al
fianco del generale Grant, c’era il nuovo presidente Andrew Johnson,
eletto dopo la morte di Abraham Lincoln, ucciso il 14 di aprile. In
quella occasione, Custer non mancò di dare spettacolo in quanto il
cavallo, spaventato dalle grida di un centinaio di ragazzine, si
dette a una fuga sfrenata per tutta Pennsylvania Avenue. Lo stesso
giorno Custer ricevette l’ordine di partire per il Sud, inquadrato
nella grande operazione di recupero delle terre ribelli. Nella
primavera del 1866 venne richiamato a Washington a riferire sulle
condizioni del Texas e della Louisiana. Sempre in primavera venne
congedato da generale dei volontari, per cui si trovò nella
condizione di essere solamente il capitano Custer con uno stipendio
che passava automaticamente dagli ottomila ai duemila dollari
l’anno.
Pochi mesi dopo
però ricevette la nomina di tenente colonnello e in ottobre
raggiunse presso Fort Riley (Kansas) il reggimento del 7° cavalleria
completamente ristrutturato. Tamburi di guerra suonavano in
lontananza e questa volta non erano dei confederati.
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