La leggenda
arr, riflettendo dolorosamente
sulla perdita del suo comando, era disgustato dall’intera
questione. Più tardi scrisse del suo stupore nel vedere come un
lungo rapporto sulle circistanze fosse essenzialmente nulla,
ricordando “Non c’erano più di 30 Indiani a prima vista, e noi
avevamo oltre 400 uomini.” Il bottino totale della vittoria del
5° contava un Cheyenne morto, una dozzina di pony e pochi sacchi
di farina.
Ritornando a est, la gente vedeva
le cose in modo differente. Il trionfo a Warbonnett Creek fu
glorioso, una giusta vendetta sui selvaggi traditori. I quotidiani
ingigantirono i meriti di Cody; ad esempio, il New York Herald
riempì una colonna con le notizie del lontano evento. E per la gente
dell’est desiderosa di sapere di più dell’avvincente combattimento,
Little Bat Garnier aggiunse una piccola serie di dettagli: l’Indiano
morto era Yellow Hand, un importante capo Cheyenne; la sua morte per
mano di Cody era stata sufficiente a mettere in fuga tutti gli altri
nemici.
Ahimè per la storia, Garnier non
era uno che faceva diventare la verità un buon racconto. In realtà,
il nome della vittima di Cody era Hay-o-wei, che tradotto diventò
Yellow Hair, così chiamato per uno scalpo biondo preso tempo prima.
Yellow Hair era il figlio di un capo chiamato Cut Nose, ma non era
particolarmente famoso, almeno non finchè ebbe la discutibile
fortuna di essere ucciso da Buffalo Bill Cody, diventando così
immediatamente una leggenda.
Cody il giorno dopo scrisse a
Louisa : “Abbiamo combattuto. Ho ucciso Yellow Hand, un capo
Cheyenne, combattendo da solo. Sto andando a spedire il mio bottino
di guerra, il distintivo, la briglia, la frusta, le armi e il suo
scalpo…Ho soltanto uno scalpo. Posso dire a me stesso: quel tipo che
ho combattuto da solo in nome del comando, e le acclamazioni che
sono arrivate quando egli è caduto erano assordanti…”
Sfortunatamente il pacco di Cody
giunse a sua moglie prima della sua lettera. Pensando che il marito
avesse mandato qualche nuovo regalo, ella l’aprì con impazienza.
Tirando fuori lo scalpo rancido, la povera Louisa svenne. Più avanti
si fece promettere da Cody che non avrebbe mai più scalpato un
Indiano. L’attrezzatura di Yellow Hand, compresa la sua capigliatura
perduta, può essere vista oggi al Buffalo Bill Museum a Cody,
Wyoming.
Il famoso combattimento di Cody fu,
naturalmente, portato avanti da solo per modo di dire. Egli aveva
avuto diversi piccoli aiuti dal 5° Cavalleria. Tuttavia, un uomo
può venire perdonato per essersi vantato con la propria moglie. In
ogni caso, poichè tutte le sue azioni e le sue parole erano un
invito a nozze per i giornali, la leggenda superava di gran lunga la
realtà.
Entro pochi mesi Cody calcava
nuovamente la scena con una produzione teatrale intitolata “The Red
Right Hand; or Buffalo Bill's First Scalp for Custer”. Lo spettacolo
fu un successo pressoché dappertutto. Negli anni, la storia venne
ancora arricchita. Il combattimento divenne non soltanto un’azione
solitaria di Cody, ma anche un corpo a corpo, durato per ore,
titanico, senza esclusione di colpi, una lotta per la sopravvivenza
con coltello e ascia contro un capo Cheyenne che aveva un seguito di
almeno 29.000 uomini.
Il binomio Cody e Custer divenne
indissolubile nella mente delle persone, come in parecchie leggende
popolari. In “Buffalo Bill with General Custer”, un fantasioso
lavoro di Prentiss Ingraham, il coraggioso scout Cody faceva credere
di essere l’unico bianco sopravvissuto all’ultima resistenza di
Custer. Dello stesso stampo era “Buffalo Bill's Grip”; o
“Oath-bound to Custer”. Cody non partecipa alla battaglia, ma arriva
prima che il corpo di Custer sia freddo. Dopo essere stato catturato
dai Sioux e soccorso da una fanciulla Indiana simile a Pocahontas,
Cody mette in atto la sua vendetta contro Yellow Hand in un
combattimento corpo a corpo.
Cody stesso iniziava a preferire la
rappresentazione di “ Custer's Last Stand” piuttosto che il suo
stesso "First Scalp." Quando iniziò il suo “ Wild West show” nel
1883, Cody sosteneva Custer ripetutamente. “ The Last Stand”
divenne il culmine di ogni spettacolo. Un attore di nome Buck Taylor
interpretava Custer, e ad ogni rappresentazione il gruppo degli
uomini a cavallo diventava sempre più piccolo.
Quindi, dopo che Taylor e i suoi
colleghi attori cadevano stecchiti, appariva Buffalo Bill, si
toglieva il suo vistoso cappello e si inchinava a lungo. Le parole
“Too Late” venivano proiettate su uno schermo, una fine adeguata per
lo show.
Fino al 1904 c’erano poster che
raffiguravano gli ultimi momenti di Custer e recavano la scritta "Custer's
Last Stand presentata da Buffalo Bill's Wild West." Non che Cody
avesse completamente taciuto riguardo al suo eroismo a Warbonnet
Creek. Non era
il tipo.
Dopo vent’anni la storia aveva
raggiunto proporzioni talmente strane che gli scettici stavano
nuovamente iniziando a sostenere che fosse tutta fantasia, e che
Cody non aveva mai visto un Indiano selvaggio. Tuttavia il governo
degli Stati Uniti considerava importante la battaglia di Warbonnet.
I funzionari di Washington accolsero la scaramuccia come se fosse
stata una seconda Gettysburg.
Così, alla fine, ognuno vedeva a
modo suo la leggenda di Buffalo Bill e l’Indiano. Nel 1930 il
Congresso invitò un anziano Chris Madsen, in qualità di funzionario
della legge in pensione di considerevole fama, per individuare il
luogo dove si era svolta la battaglia di Warbonnet.
Madsen, la cui memoria era intatta
dopo 54 anni, lo fece senza difficoltà. Nel 1934, vennero eretti due
monumenti. Un obelisco in pietra commemora l’eroismo del 5°
Cavalleria; l’altro segna il punto in cui Buffalo Bill uccise il suo
Indiano.
Ci sono ancora tutti e due. Essi
assicurano che, se qualsiasi altra cosa può essere dimenticata, gli
americani ricorderanno Warbonnet Creek e l’uomo che prese il primo
scalpo per Custer.
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