Gli eventi
e truppe lasciarono il
territorio Cheyenne diretti a Fort Laramie, dove incontrarono un
nuovo scout, Baptise "Little Bat" Garnier.
Garnier, sebbene non l’avesse
conosciuto, volle dare presto il suo contributo particolare alla
leggenda di Cody.
La notte precedente alla partenza
del reggimento da Fort Laramie, Bill spedì una lettera a sua moglie,
Louisa, esprimendo i suoi primi dubbi circa la prospettiva di altre
battaglie con gli Indiani. “Sono sempre stato terrorizzato dall’idea
di uccidere donne e bambini indiani” scrisse. “Poveretti, io non li
biasimo per il fatto di combattere per i loro mariti e padri, giusto
o sbagliato che sia. Molte donne bianche dovrebbero fare lo stesso”
Il 5° lasciò Fort Laramie all’alba
del 22 giugno, proseguendo verso Custer City.
Erano presenti le
Compagnie A, B, C, D, G, I, K
e M, per un totale di 350 tra ufficiali e uomini.
La Compagnia C, con Little Bat come
scout, era in perlustrazione davanti al gruppo principale, alla
ricerca di tracce degli Indiani. Due giorni dopo la partenza fu
trovata una larga pista. Il luogotenente Charles King ricordava
“Sembrava come una grande strada, deserta e silenziosa, che partiva
dal folto bosco della Cheyenne Valley …e spariva nella nebbiosa
prateria in direzione delle riserve di Red Cloud e Spotted Tail”.
Il reggimento si accampò vicino al
South Cheyenne River, nella speranza di tendere un’imboscata agli
Indiani che avessero usato la pista per andare verso nord. Per nove
giorni il 5° aspettò e aspettò, ma vide soltanto piccoli gruppi di
Indiani con i loro agili e piccoli pony, che sfuggivano abilmente
alle loro perlustrazioni
Il 1° luglio mentre erano ancora
accampati, i soldati appresero con sorpresa che Carr non sarebbe
stato il loro comandante ancora per molto tempo. Il generale Wesley
Merritt era stato assegnato al comando del 5°. Lo stesso giorno,
Merritt e il suo staff giunsero al campo.
Come Custer, Merritt era stato un
leader di successo della Union Cavalry durante la Guerra Civile, ed
era diventato generale maggiore onorario. Dopo la Guerra, egli aveva
comandato la cavalleria in Texas, dove aveva combattuto contro i
Comanche, e quando il 1° luglio 1876 fu promosso colonnello del 5°
Cavalleria, egli era davvero pronto a combattere ancora. Ma Merritt
e i suoi uomini avrebbero avuto uno shock appena due giorni più
tardi.
Il 3 luglio, mentre i soldati erano
ancora sotto le loro coperte, una dozzina o forse anche più di
guerrieri Cheyenne col volto dipinto si ritrovarono a cavalcare i
loro pony proprio in mezzo all’accampamento prima di realizzare in
quale pericolo si trovavano, e fuggire attraverso la prateria per
mettersi in salvo.
Cody guidò due compagnie del 5°
all’inseguimento, ma una corsa senza risultati durata tutto il
giorno lasciò gli uomini di Merritt esausti e scoraggiati.
Realizzato che in Nebraska i nemici
dovevano ormai essere venuti a conoscenza della presenza dell’esecito,
alla fine Merritt ruppe l’accampamento e separò il suo comando in
compagnie separate, per poter portare avanti un ampio rastrellamento
del territorio. Il 6 luglio il 5° si radunò nuovamente nei pressi di
una piccola prigione militare al promontorio di Sage Creek.
Il giorno dopo, al mattino presto,
Cody piombò nell’accampamento portando notizie terribili. La colonna
del generale Crook aveva colpito i Sioux e gli Cheyenne oltre due
settimane prima a Rosebud Creek e in una violenta battaglia erano
stati stroncati. In seguito, il 25 giugno, George Armstrong Custer e
metà del 7° Cavalleria erano stati sterminati a Little Bighorn nel
Montana.
La ridottissima colonna di Gibbon si
stava occupando ora di seppellire i morti. L’intero piano di
Sheridan era fallito completamente.
Gli Indiani stavano dimostrando di
essere molto più combattivi di quanto ogni giubba blu avesse mai
potuto immaginare. E se la reputazione dell’esercito degli Stati
Uniti doveva essere salvata, i soldati del 5°, sfiniti ed esausti,
erano l’ultimo gruppo rimasto sul campo a doversene occupare. Per
quanto riguarda Cody, il massacro del 7° e lo shock per la morte di
Custer avrebbero potuto davvero ispirare in lui un desiderio di
vendetta.
Cody e Custer si erano conosciuti
abbastanza bene durante le guerre contro gli Indiani.
Il 14 luglio giunsero ancora cattive
notizie. Il comandante a Camp Robinson affermava che centinaia di
Cheyenne, forse più di mille, si stavano preparando ad abbandonare
la Red Cloud Agency per raggiungere Toro Seduto. Immediatamente
Merritt ritornò verso Rawhide Creek attraversando la pista tra Fort
Laramie e Camp Robinson. Avrebbe intrapreso una lunga marcia forzata
per intercettare gli Cheyenne, e venne ordinato ai carri di
rifornimento di seguire la colonna sotto il comando del luogotenente
Hall.
Il 16 luglio Meritt giunse ad una
piccola postazione militare lungo la strada per Custer City, e fece
una breve tappa. Questo luogo isolato, che si trovava all’incirca
alla stessa distanza dalla Red Cloud Agency e da Fort Laramie,
metteva in grado il 5° di poter rispondere prontamente agli allarmi
provenienti da ogni direzione. Sorprendentemente, l’instancabile
Hall giunse con i rifornimenti appena due ore dopo la colonna
principale.
Uomini a cavallo e carri procedevano
quindi attraverso la prateria verso il punto dove la pista indiana
attraversava Warbonnet Creek. Il 5° giunse al bivacco finale a tarda
notte dopo aver coperto 85 miglia in poco più di 30 ore.
Durante tutto quel tempo i soldati non avevano mangiato nulla ad
eccezione di qualche galletta afferrata frettolosamente dalla
bisaccia mentre marciavano.
Mentre il resto delle truppe
bivaccavano in una conca sul lato ovest di Warbonnet, alla Compagnia
K venne assegnato lo sgradito compito di porre i suoi uomini come
sentinelle notturne. King piazzò la maggior parte delle sue
sentinelle nascondendole nelle gole, mentre lui e pochi altri erano
appostati su una vicina collina per poter sorvegliare meglio il
territorio alle prime luci del giorno. Al soldato Christian Madsen,
un giovane uomo vigile e attento, venne dato un telescopio e fu
posizionato su una piccola collina a nord.
Un’alba rosso sangue giunse poco
prima delle 4, il 17 luglio. Quindici minuti più tardi, mentre i
soldati appena svegli stavano facendo bollire il caffè nelle loro
tazze di metallo, un caporalmaggiore balzò in piedi all’improvviso e
indicò verso sudest.
Egli urlò a King
“Tenente, guardi! Ci sono i suoi Indiani!”.
A circa 10 miglia di distanza, fu
avvistato tra la nebbia un piccolo gruppo di Cheyenne, che stavano
cavalcando lentamente su di un crinale prima di discendere in
un’ampia e poco profonda gola, puntando giù verso Warbonnet Creek.
Merritt e Cody corsero a raggiungere
King al suo punto di osservazione sulla collina. Alle prime luci
dell’alba, dozzine di Cheyenne, raggruppati in piccoli gruppi a
cavallo, furono visti scendere giù lungo la gola.
Straordinariamente, i guerrieri parevano ignari dei soldati
appostati sul loro cammino; al contrario, parevano affascinati da
qualcosa che scorgevano guardando verso ovest, in direzione del
vecchio campo di Sage Creek.
Un momento più tardi, Merritt
realizzò che gli Cheyenne stavano guardando là intenzionalmente:
proprio in quel momento iniziavano a intravedersi i carri
rifornimento di Hall. Il convoglio di carri era abbastanza al
sicuro, una guardia di fanti era nascosta sotto i teloni dei carri;
ma due messaggeri che procedevano davanti ai carri erano totalmente
all’oscuro dell’arrivo degli Cheyenne, che stavano già spronando i
loro pony verso quel bottino inaspettato. Immediatamente sette
guerrieri si staccarono dagli altri, cavalcando velocemente per
intercettare la carovana, Merritt si trovò di fronte a un vero
dilemma. Egli aveva cercato di avvicinarsi il più possibile agli
Cheyenne prima di sferrare il suo attacco, per evitare un altro
inutile inseguimento a cavallo. Ma se avesse voluto salvare i suoi
corrieri, avrebbe dovuto fare qualcosa, e farlo subito. Così Cody
parlò ad alta voce. Egli ipotizzò che pochi uomini scelti,
naturalmente includendo sé stesso, cavalcassero per disperdere i
sette Cheyenne, lasciando il resto del 5° libero di caricare a tutta
forza. Cody, un altro scout e sei soldati della Compagnia K furono
assegnati a questo incarico.
Merritt corse giù dalla collina per
raggiungere il 5° mentre attraversava Warbonnet Creek e radunare la
sua truppa sul lato est del torrente, proprio sotto una ripida
altura che li nascondeva agli Cheyenne. Obbedendo ai comandi
sussurrati, i soldati inserirono le cartucce nei loro Springfield e
restarono in attesa di quello che i successivi fatidici minuti
avrebbero portato.
Mentre gli scout e i soldati stavano
sellando i cavalli, King teneva sotto osservazione i sette
guerrieri. Egli attese finchè si trovarono a non più di 100 yarde da
Warbonnet Creek, balzò fuori e agitò il suo cappello, urlando: “Ora
ragazzi, insieme!”
Immediatamente, Cody e il resto del
suo piccolo gruppo galopparono intorno alla collina e si lanciarono
sui sette Cheyenne. Il soldato Madsen, ancora appostato sulla cima
della collina a nord, aveva una chiara visione di tutto quel che
avveniva nei dintorni, così come il sergente John Powers della
Compagnia A, che era anche corrispondente dal fronte per l’Ellis
County Star.
Cody, su un potente cavallo, era in
vantaggio rispetto agli altri, così distante che sorpassata la
collina egli si buttò a capofitto sul capo dei guerrieri, un giovane
uomo che sfoggiava una magnifica capigliatura con penne così lunghe
da strisciare sul terreno.
Cody e il Cheyenne solitario fecero
fuoco quasi simultaneamente, Cody con il suo Winchester e l’Indiano
rispondendo con un pesante revolver. La mira di Cody fu migliore: il
suo primo proiettile attraversò la gamba del suo avversario
uccidendo il pony.
In quello stesso momento il cavallo
di Cody inciampò in un avallamento della prateria, scaraventando
Bill al suolo. Lo scout si rialzò in un istante, proprio mentre il
suo avversario ferito faceva sibilare un altro proiettile vicino al
suo orecchio.
Inginocchiato, Cody prese con cura
la mira ed esplose il suo secondo colpo, che colpì il giovane
Cheyenne in pieno viso e lo lasciò senza vita sull’erba secca della
prateria.
Mentre i compagni di Cody mettevano
in fuga gli altri sei Cheyenne, egli corse in avanti e con un
coltello da caccia prese lo scalpo del suo nemico. Più tardi ricordò
questo fatto, dondolando il macabro trofeo sulla sua testa, gridando
in segno di trionfo: “Il primo scalpo per Custer!” . E forse disse
così pensando che nessuno dei presenti sul campo quel giorno avrebbe
ricordato le sue drammatiche parole.
I guerrieri che si stavano
sparpagliando iniziarono ad avvicinarsi per vedere cosa fossero
quegli spari. Le Compagnie B, I e K del 5° formarono linee
affiancate e caricarono direttamente verso gli Cheyenne, al suono
delle trombe. Gli Indiani, il cui numero era nettamente inferiore a
mille, si girarono immediatamente e fuggirono nella direzione
opposta, indietro fino alla Spotted Tail Agency.
Fuggendo,
abbandonarono
coperte e provviste.
La sola vittima per il 5° quel
giorno ci fu quando un cavallo fece crollare una massicciata,
lasciando un soldato di nome Jeffers seriamente contuso. Più tardi,
Merritt guidò l’intera truppa lungo la pista dei fuggitivi,
fermandosi soltanto quando si sentì sicuro che tutti gli Cheyenne
fossero tornati entro i confini dell’agenzia. La battaglia a
Warbonnet Creek, così come era iniziata, finì.
In seguito, il 5° fu mandato a nord
di rinforzo a Crook, ma non prima che Merritt avesse presentato a
Washington un lungo rapporto della sua campagna. Del combattimento
vero e proprio, Merritt disse soltanto “…un gruppo di sette Indiani
è stato scoperto vicino al comando, mentre si stava muovendo con
l’intenzione di isolare due corrieri che stavano giungendo da Sage
Creek. Un gruppo è stato mandato per fermarli, uccidendo uno di
essi….”
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