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A cura di Mariarosa Valentino e Wichasa Hita Pi Yo

Anni di guerra

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ei primi anni del 1800, tra Apache e governo messicano si raggiunse una sorta di accordo: gli indiani venivano riforniti di beni di prima necessità e gli Apache non molestavano le “rancherias” messicane.

L'accordo resse fin quando un americano, un certo Johnson (un uomo dedito al commercio in Messico con gli indiani Apache), nell'aprile del 1837, in località Santa Rita De Cobro, non lo ruppe con un atto violento.

Con la scusa di commerciare con gli Apache Mimbreno di Juan Josè Compà, suo amico, li convocò nella piazza del paese e, a un certo punto, dal carro contenente le merci tirò fuori la bocca di un cannoncino caricato a mitraglia che fece fuoco.

Fu una strage tra la gente di capo Compà: venti Apache (donne, bambini e adulti) morirono durante l’agguato e questo episodio così cruento fu narrato tempo dopo dallo stesso Jhonson.

Capo Compà, sebbene ferito, chiese all’uomo bianco (credendolo un amico) di aiutarlo, pensando di potersi salvare ma quando vide gli occhi dell’uomo capì che non sarebbe stato così e puntò un pugnale alla gola di uno degli americani dicendogli:  “Vedi? Pposso ucciderlo ma non lo faccio, aiutami o uccidimi!"

Per tutta risposta Johnson si avvicinò all’Apache, estrasse la sua pistola e lo uccise.

Questo episodio scatenò la vendetta di Mangas Coloradas.

In quella località, passava la strada che conduceva alle miniere di rame della zona di Las Almas.  Mangas Coloradas bloccò i traffici, attaccando chiunque la attraversasse, ed uccise pochi giorni l'eccidio di Santa Rita, 22 minatori messicani.

La vendetta non si placò: in pochi mesi uccise altre 400 persone in diversi scontri e agguati nella stessa zona, interruppe le comunicazioni nelle province messicane di Chihuaua, Sonora e Durango e le incursioni lo vedevano quasi sempre alla testa dei suoi uomini.

Si distinse per tattica e strategia, si circondò di una sorta di guardia del corpo scelta formata da sette guerrieri migliori che nominò suoi sottocapi.

Alla fine della guerra tra Stati Uniti e Messico, una commissione americana comandata dal generale Stephen Kearney  e il responsabile delle trattative J.R.Bartlett cercarono il modo per trattare la pace con i Mimbres di Mangas.

La pace sembrò reggere, anche se il capo non comprendeva il perché dovesse restituire i prigionieri bianchi in suo possesso. Diceva: “I messicani hanno prigionieri Apache, perché noi non possiamo avere prigionieri messicani?”

L'accordo fu raggiunto e gli Apache promisero di non attaccare più i bianchi.

L'accordo resse fino a quando nei territori controllati dai Mimbres nella zona di Pinos Altos non fu scoperto l'oro. Circa 100 minatori arrivarono e iniziarono a scavare. Il capo, nel tentativo di farli allontanare, scese dalle montagne e cercò di convincerli che in una certa zona dei Mogollones avrebbero trovato più oro e si offrì come guida per portarli in quei posti. I minatori sospettarono l'inganno, legarono il capo a una sorta di croce di S. Andrea e lo frustarono a sangue, quindi lo lasciarono andare via barcollante.

La vendetta di Mangas fu di una crudeltà mai vista: tese un agguato ai minatori e ne fece strage uccidendone 14, strangolandone due personalmente. Interi villaggi furono saccheggiati e dati alle fiamme, in tutta l'Arizona solo la città di Tucson restò abitata.  

Nel frattempo, con lo scoppio della guerra civile le guarnigioni di frontiera, sempre meno numerose, restarono impotenti e non riuscirono a proteggere i paesi.

La pista che portava a Passo Apache fu tristemente nota come “la pista della morte”.

Per cercare di arginare la furia dei Mimbres, arrivarono dalla California circa 300 volontari al comando del capitano Thomas Roberts. La colonna di irregolari attraversò Apache Pass nel 1862 e fu attaccata dai guerrieri di Mangas Coloradas e di Cochise. Sembrava che la battaglia fosse favorevole agli Apache quando gli uomini di Roberts riuscirono a piazzare due obici sulle colline e a far fuoco contro gli indiani.

Il boato delle cannonate spaventò gli Apache e fece strage tra le loro fila. Nello scontro morirono 3 Apache uccisi dalle fucilate dei soldati e 63 dalle cannonate; i soldati ebbero solo due morti e tre feriti leggeri. Gli uomini di Roberts avevano ormai vinto, quando a un certo punto, un drappello di 20 soldati cercò di inseguire gli indiani in fuga. Allora gli Apache tornarono sui loro passi e isolarono un soldato, John Tail. Gli uccisero il  cavallo ma lui, vistosi circondato, iniziò a fare fuoco con la sua carabina a ripetizione, tenendo a bada circa 15 Apache, fin quando non me colpì uno. A quel punto gli Apache si ritirarono: la pallottola aveva colpito al petto Mangas Coloradas.

I suoi compagni lo portarono a Janos e chiesero al dottore del paese di salvarlo altrimenti avrebbero raso al suolo tutte le case. A Janos, Mangas Coloradas fu portato a braccia da Cochise e da un altro  guerriero Bedonkhoe che sarebbe divenuto famoso capo di guerra, Geronimo.

Fu operato e grazie alla forte fibra e al fisico possente si rimise in sesto in un mese circa.

 

Tattico. Si distinse per tattica e strategia, si circondò di una sorta di guardia del corpo scelta formata da sette guerrieri migliori che nominò suoi sottocapi.

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Sotto: Cochise

 

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