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La guerra dei Bannock

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el corso dei lunghi anni della Guerra Civile, gli immensi territori genericamente chiamati "il West" vennero lasciati senza seri presidi militari. La tribù dei Bannock, appartenente alla grande famiglia degli Shoshoni, era sempre stata piuttosto bellicosa. Ad onor del vero non mancavano certo i motivi per rinfocolare questa bellicosità dal momento che un incessante flusso di pionieri attraversava i loro territori seguendo le piste principali e questo non era di loro gradimento.

I Bannock ed i Paiute decisero quindi di scendere sul sentiero di guerra, scatenando una pericolosa serie di episodi contro i bianchi. Rubavano il bestiame, razziavano gli insediamenti, bruciavano i ranch, attaccavano diligenze e carri, uccidevano minatori e coloni.

Alla fine della Guerra Civile il governo americano decise di arrestare questa pericolosa escalation ed inviò il Generale Crook a capo di un forte esercito. Questi riuscì in un tempo relativamente breve - entro il 1868 - nella sua missione, costringendo Bannock e Paiute all'interno delle riserve che gli erano state assegnate.

Gli Shoshoni vivevano sereni all'interno della loro riserva di Fort Hall, nell'est Idaho, ricevendo con una certa regolarità le razioni e le risorse finanziarie che gli erano state assegnate.

I Bannock, che pure avrebbero dovuto ricevere le stesse attenzioni, finirono in una terra brulla e poco ospitale - Camas Praire a sud-ovest di Boise - che li rese sempre più nervosi ed irascibili. Si assentavano dalla riserva sempre più spesso, seguendo il loro capo Buffalo Horn, persino quando sarebbero dovuti restare quieti per ricevere le cifre necessarie al loro mantenimento (estate 1877). Si trattava comunque di cifre ridicole, pari a circa 9 dollari l'anno, quando un qualunque cow-boy poteva ricevere anche 25 dollari al mese!

In ogni caso, questa serie di circostanze finì per far credere ai Bannock di essere trattati peggio degli Shoshoni.

A peggiorare le cose ci si misero i coloni bianchi che lasciavano pascolare le proprie vacche nella riserva dei Bannock (primavera del 1878), rovinando continuamente il raccolto delle radici della valle di Camas Praire che costituiva la base del sostentamento dell'intera tribù. Tra l'altro, il diritto a raccogliere il prezioso tubero era stato stabilito con un apposito trattato

Scattò immediatamente la rappresaglia dei Bannock al seguito di capo Buffalo Horn, mentre i gruppi che non vollero essere coinvolti nella guerra si rifugiarono prontamente a Fort Hall, mettendosi al riparo dalle azioni dei militari.

Nel corso della prima fase i Bannock uccisero un paio di coloni trovati col loro bestiame nella valle di Camas Praire, ma con altre azioni di guerriglia il numero dei morti salì rapidamente a 10.

La banda di Buffalo Horn era composta di 200 Bannock, un numero più che sufficiente a terrorizzare la popolazione bianca di tutta la regione.

Vennero assaltate fattorie, ranch, stazioni della diligenza, vagoni ferroviari e distrutto tutto quel che non poteva essere utilizzato da loro stessi. Tutti quelli che venivano trovati rischiavano l'uccisione e lo stesso avveniva con il bestiame. Anche l'area orientale dell'oregon venne messa a ferro e fuoco.

L'8 giugno del 1878 i Bannock - un gruppo di circa 60 guerrieri - stavano compiendo una pesante incursione ai danni di Silver City, terrorizzando alcuni minatori presenti in zona, quando capitò da quelle parti un contingente di soldati. Ne scaturì una schermaglia con scambio di fucilate. Nel corso di questo combattimento fu ferito gravemente il capo Buffalo Horn, anche se i soldati vennero costretti alla ritirata.

Dopo un paio di giorni di marcia, il capo comprese che sarebbe morto da lì a poco e chiese ed ottenne di essere lasciato a morire al riparo di alcuni cespugli.

Il Colonnello Reuben F. Bernard si mise alla guida di un distaccamento di soldati per cercare di venire a capo della rivolta che stava estendendosi, coinvolgendo sempre nuovi gruppi di indiani.

L'esercito seguì la pista del Bruneau River fino alla confluenza con lo Snake River. La pista era ancora calda e conduceva senza dubbio verso l'estrema punta sud-orientale dell'Oregon, dove i Bannock si erano riuniti a bande di Paiute, stabilendosi insieme presso Steens Mountain. A loro si erano uniti alcuni piccoli gruppi di Cayuse ed Umatilla.

Dopo la morte di Buffalo Horn il comando degli indiani in rivolta era passato nelle mani del capo dei Paiute, Egan. Questi condusse le sue forze in sempre nuove incursioni a danno dei coloni. Ogni casa o insediamento rischiava di essere bruciata ed i suoi occupanti rischiavano la morte. Così accadde in alcuni casi. Numerose persone persero la vita nel corso di queste incursioni.

L'impegno dell'esercito guidato dal Colonnello Bernard, cui si erano riuniti anche numerosi volontari del posto, fu premiato quando - il 23 giugno 1878 - i soldati trovarono un accampamento di Bannock sul Silver Creek. Gli indiani erano molto più numerosi, almeno in ragione di 4 a 1, ma i soldati avevano dalla loro l'elemento sorpresa. Il campo fu assalito da 2 lati e gli indiani reagirono molto tardi, quando orami il campo era dato per perso.

Il capo dei volontari, Orlando Robbins, si trovò faccia a faccia con il capo della coalizione indiana, Egan. Entrambi spararono alcuni colpi contro l'avversario e solo in seguito Robbins riuscì a centrare Egan, ferendolo in maniera tale da renderlo inabile al combattimento per sempre.

La reazione degli indiani, infuriati per il danno subito dal loro capo, fu fortissima, ma i soldati riuscirono a metterli in fuga. I soldati ebbero 5 morti e decine di feriti, ma gli indiani persero quasi cento guerrieri quel giorno.

Nei giorni seguenti il Generale Howard si riunì a Bernard per cercare di concludere la guerra dei Bannock, ma i loro movimenti erano rallentati dai pesanti ed ingombranti carri, mentre gli indiani si spostavano velocissimi e senza particolari disagi. Perciò provarono a rintracciarli i volontari guidati da Robbins.

Gli indiani furono scoperti nei pressi del John Day River e ne scaturì una piccola schermaglia, seguita da una nuova fuga verso nord.

Vennero agganciati ancora varie volte e coinvolti in piccole battaglie nei dintorni di Birch Creek, Silver Creek ed Eagle Rock.

Il capo Egan sperava di riuscire a raggiungere la riserva degli Umatilla, certo com'era di poterli coinvolgere nella sollevazione indiana. Il Colonnello Evan Miles comprese il rischio e fece di tutto per mantenere i Bannock e i Paiute fuori dalla riserva degli Umatilla. Aveva ben 500 uomini al seguito e quando venne attaccato dagli indiani di Egan, riuscì a resistere senza permettere loro di penetrare tra gli Umatilla.

La battaglia infuriava, mentre gli Umatilla osservavano lo sviluppo da lontano, senza intervenire.

Si mossero solo quando videro che Egan si trovava in difficoltà.

Gli Umatilla proposero ai soldati di consegnargli Egan morto, in cambio di una pace duratura e di condizione di favore per la loro riserva. Poi si mossero verso il campo dei Bannock e dei Paiute, paventando l'ipotesi di un sodalizio armato. Una volta entrati nel campo uccisero Egan a tradimento e numerosi altri indiani nel corso di un breve conflitto a fuoco che seguì l'uccisione.

I Bannock ed i Paiute, ormai senza capi, si videro persi ed abbandonarono il campo, dirigendosi speditamente verso le loro riserve d'origine.

Nel percorso lasciarono una scia di sangue e violenza, accanendosi contro tutti i bianchi che trovavano. I Bannock, in particolare, tentarono nuove fughe verso nord, ma subirono perdite pesantissime. I loro alleati si arresero più rapidamente.
 

Molti indiani finirono imprigionati in forti militari ed altri spediti verso riserve molto lontane, come quella degli Yakima dello stato di Washington.

La guerra era finita.  

 

Scelte. Scattò immediatamente la rappresaglia dei Bannock al seguito di capo Buffalo Horn, mentre i gruppi che non vollero essere coinvolti nella guerra si rifugiarono prontamente a Fort Hall, mettendosi al riparo dalle azioni dei militari. 

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Sotto: Capo Buffalo Horn (a destra)

Un campo di indiani Paiute

Indiani Bannock

 

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