Piano di battaglia
l
piano ideato e
concordato dagli indiani ricalcava quello utilizzato con successo
esattamente 10 anni prima contro le truppe del Ten. Fetterman in
quello che fu chiamato “Fetterman Massacre” o, nella versione
indiana, “Battaglia dei 100 Uccisi”. Esso consisteva nell’utilizzare
un gruppo di guerrieri come esca nei confronti dei soldati per
attirarli in un luogo adatto ad un’imboscata.
Il 18 dicembre
un gruppo di guerrieri attaccò la postazione governativa che gestiva
il servizio postale per il forte, situata a poche miglia dallo
stesso.
Il 26 dicembre
il gruppo di guerrieri “esca” giunse a meno di 1 miglio dalla base
di Miles e razziò una mandria di 150-200 capi di bestiame che fu
guidata verso l’interno della valle del fiume Tongue. Immediatamente
Miles inviò all’inseguimento 3 compagnie agli ordini del Cap. Dickey
allo scopo di individuare la pista degli indiani. Il comandante, nel
frattempo, accelerò i preparativi per la spedizione in forze.
Il 29 dicembre
partiva dal Tongue River Cantonment il resto del 5° Fanteria, alcuni
scout bianchi e indiani, 2 cannoni Napoleon da 12 libbre e una
mitragliatrice Rodman. Il Col. Miles dava così inizio ufficialmente
alla sua campagna d’inverno del 1876/1877 contro le tribù Lakota e
Cheyenne Settentrionali risalendo il fiume Tongue con 436 uomini.
Nonostante il
precipitare degli eventi e il poco tempo per preparare la campagna,
Miles riuscì ad equipaggiare i propri soldati con pesanti cappotti
fatti con pelli di bisonte che permettevano di far fronte al freddo
pungente e alle copiose nevicate. Tuttavia fu osservato che soldati
così agghindati assomigliavano più ad esploratori artici che a
truppe dell’esercito impegnate in un difficile inseguimento su
terreni impervi e ghiacciati.
La colonna prese
a risalire la valle verso sud-ovest, lungo la pista indiana,
lottando quotidianamente con venti gelidi, temperature polari, forti
nevicate e frequenti guadi di corsi d’acqua dove i carri spesso si
rovesciavano nell’acqua gelida.
Non che la
situazione per i Lakota e Cheyenne fosse migliore, anzi. Il campo fu
spostato più a monte ed è facile immaginare che le operazioni di
smantellamento, trasferimento e riposizionamento, che coinvolgevano
tutta la tribù, furono rese terribilmente difficili dalle avverse
condizioni ambientali.
L’1 e il 3
gennaio 1877 ci furono due scontri a fuoco di limitata entità tra la
retroguardia di Miles e un gruppo di guerrieri in cui un soldato
rimase ucciso.
Anche queste
schermaglie facevano parte del piano studiato dagli indiani che
intendevano provocare Miles il più possibile allo scopo di farsi
inseguire fino al luogo individuato per l’imboscata.
Miles impose
tappe forzate ai suoi che raggiunsero, il 6 gennaio, l’Hanging Woman
Creek dove vennero trovate chiare tracce del grande campo da poco
abbandonato.
Nel pomeriggio
del giorno seguente, il 7, il Col. Miles inviò in esplorazione i
suoi scout Corvi che rientrarono alcune ore più tardi con alcuni
prigionieri. Era successo che gli esploratori, a poche miglia di
distanza, avevano incontrato e immediatamente catturato un piccolo
gruppo di donne e bambini Cheyenne in marcia per unirsi alla propria
gente che si trovava con Cavallo Pazzo.
La cattura di
questi prigionieri influì nella sostanza sugli avvenimenti che
seguirono, determinando con buona probabilità l’esito della
battaglia.
Questo evento,
oltre a renderlo consapevole dell’estrema vicinanza del nemico,
portò Miles ad un’ancora più convinta determinazione
all’inseguimento di Cavallo Pazzo e dei suoi guerrieri per
ingaggiare battaglia al più presto e sconfiggerli definitivamente.
Sull’altro
versante, la cattura delle donne e dei bambini Cheyenne determinò,
com’è ovvio, una grande agitazione e rabbia nei confronti dei
soldati. Queste le parole del guerriero Cheyenne Gambe di Legno a
questo riguardo: ”…qualcuno mi disse: 'hanno fatto prigioniere
delle donne, fra cui tua sorella'. Fu un colpo al cuore per me.
Frustai il cavallo e volai dove mi avevano detto che erano state
catturate. Là vidi tracce di cavalli di soldati. La pista portava al
fiume ghiacciato. I soldati erano sulla sponda opposta del fiume,
quella occidentale. Cominciarono a sparare contro di me e dovetti
fuggire. Non vidi nessuna donna e credetti che le avessero uccise.
Allora mi si riempì il cuore d’odio per quei bianchi...”
[continua]
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