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A cura di Cesare Bracchi

Aria di guerra

I

primi ad essere messi nel mirino del Col. Miles furono Toro Seduto e la sua gente che, durante i mesi di ottobre e novembre, furono sistematicamente inseguiti dalle truppe che non diedero loro la possibilità di procurarsi le scorte di carne per l’inverno.

Ci furono anche due scontri a Cedar Creek e Ash Creek che costarono cari agli Hunkpapa soprattutto per la perdita di cibo e suppellettili.

L’impossibilità di stabilire i consueti campi invernali, i continui scontri con i soldati e la fame che ormai attanagliava donne, vecchi e bambini portarono la depressione più nera anche tra i capi più favorevoli alla guerra. Lo stesso Toro Seduto perse in credibilità presso la sua gente che, divisa in diverse fazioni prese la decisione di rifugiarsi a nord oltre il confine canadese, seguiti di lì a poco dallo stesso capo Hunkpapa.

La situazione non era molto diversa per quanto riguardava l’altro grande gruppo di indiani che si rifiutava di arrendersi: gli Oglala, i Minneconjou e i Sans Arc riuniti intorno alla figura carismatica di Cavallo Pazzo. A questi si erano aggiunti i Cheyenne Settentrionali di Coltello Spuntato, arrivati i primi di dicembre in condizioni disperate dopo un viaggio terrificante a seguito dell’attacco del loro villaggio sul Powder River il 25 novembre 1876 ad opera delle truppe del colonnello MacKenzie.

Prima dell’arrivo dei Cheyenne, il gruppo di Cavallo Pazzo era diviso in fazioni tra coloro che erano favorevoli alla pace e coloro che invece volevano continuare a combattere per la libertà.

Il capo Oglala era il più convinto a continuare la lotta al punto che aveva dato ordine alla “akicita”, la società di guerrieri con funzioni di polizia all’interno del campo, di stroncare sul nascere ogni tentativo di resa, fino al punto di privare dei cavalli e degli oggetti personali tutti coloro che venivano sorpresi nel tentativo di lasciare il villaggio per rientrare nelle riserve. Questo fatto va sottolineato in quanto esemplificativo del momento particolarmente delicato per la tribù, delle sofferenze e delle lotte intestine tra le varie fazioni. Era infatti estremamente inusuale che si verificasse un intervento centralizzato e repressivo della libertà individuale in un modello di società come quello Lakota che, come è risaputo, si basa invece su un alto livello di autonomia e indipendenza del singolo individuo e del nucleo famigliare.

[continua]

 

Rifugio. Lo stesso Toro Seduto perse in credibilità presso la sua gente che, divisa in diverse fazioni prese la decisione di rifugiarsi a nord oltre il confine canadese.

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Sotto: Un ritratto di Toro Seduto.

Sotto: Una foto che alcuni dicono ritragga Cavallo Pazzo.

 

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