Spiriti selvaggi, mai domi
e gli spazi che erano sembrati sconfinati
avevano trovato il loro limite nella geografia, è anche vero che i
tratti violenti che caratterizzarono la frontiera avevano perlomeno
300 anni alle spalle e difficilmente avrebbero accettato di essere
spazzati via dalla “civilizzazione dell’ovest”.
Ecco, ci sembra che il west non sia finito nel
corso di un anno o dopo un evento, ma che sia rimasto, almeno nei
suoi tratti caratteristici, a forgiare il carattere di più
generazioni fino al XX secolo.
I fatti parrebbero darci ragione e per questo
ne citiamo alcuni, sicuramente illuminanti.
Nel 1909 ci fu un’inedita alleanza di neri e
indiani guidati da Chitto Hajo (Serpente Pazzo) che puntava a
restaurare il governo tribale in Oklahoma. Ne seguirono numerosi
scontri violentissimi con abbondanza di morti ammazzati.
Il Nevada non volle essere da meno e ancora nel
1911 poté registrare un eccidio di indiani. Protagonista della
vicenda fu un piccolo gruppo familiare Shoshone.
Un bianco, ladro di cavalli, uccise nel Idaho uno Shoshone che fu prontamente vendicato
dal resto della famiglia. Ma uccidere un bianco, sia pure un ladro
di cavalli, era un fatto non trascurabile per cui gli Shoshoni
dovettero fuggire in Nevada dove vissero ai margini della legge
rubando bestiame, finché non uccisero 4 allevatori bianchi in uno
scontro a fuoco. Si scatenò una caccia all’uomo alla quale presero
parte numerosi uomini di legge che inseguirono gli indiani per quasi
300 miglia. L’epilogo è datato 26 febbraio 1911 quando gli sceriffi
uccisero 8 indiani (4 uomini, 2 donne e 2 bambini).
Il famoso scout indiano Apache Kid, ormai
fuggitivo, compì ogni genere di razzia ai danni di messicani e
americani nel corso di tutti gli anni novanta del XIX secolo,
facendo base nella Sierra Madre.
Il Chiricahua chiamato Massai fuggì dal treno
che trasportava il suo capo, Geronimo, nel Missouri e fece tutto il
viaggio di ritorno verso l’Arizona rapinando tutti quelli che
incontrava. Inoltre, poiché la sua famiglia fu esiliata in Florida,
rapì una Apache Mescalero con la quale si sposò e visse per
parecchio tempo alla “vecchia maniera”, finché non fu ucciso.
La stessa Sierra Madre di Apache Kid pare abbia
dato rifugio ad altri transfughi Apache fino al 1935.
Anche la delinquenza comune poté sopravvivere
a lungo alla certificazione ufficiale della “fine del west”. Nel
1893 si distinsero i “Selvaggi” di Butch Cassidy con la loro
attività criminosa che parve inarrestabile. Bande di altri
fuorilegge proseguirono le rapine “tradizionali” con codazzo di
morti e feriti fino agli anni trenta del 1900.
Dove vi erano criminali nasceva l’esigenza di
essere difesi dalla “legge” per cui parallelamente alle imprese
illegali dei banditi si registrarono quelle legali degli sceriffi,
fino almeno al 1924 quando fu ammazzato Roy Daugherty a Doplin nel
Missouri.
Man mano che lo spirito violento del west
diventava patrimonio del passato si rinforzava il desiderio di
celebrarne i fasti con spettacoli e celebrazioni di ogni genere,
come il famosissimo Wild West Show di Buffalo Bill.
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