La caccia è iniziata
a notte del 23 novembre del 1868 fu una di
quelle da segnare nel calendario. Un freddo intenso agevolò la
caduta della neve, tanta quanta non se ne vedeva da tempo. Per tutta
la notte tormentò i soldati di Custer. Zuppi, assiderati, stanchi e
affamati non ebbero nemmeno molto tempo per provare a riposare.
All'alba il loro implacabile comandante li voleva nuovamente in
marcia, lui che pareva non stancarsi mai, lui che dormiva poche ore
per notte e a volte non dormiva affatto. Il sole del giorno
successivo li salutò mentre cavalcavano in un paesaggio da favola,
con fiocchi di neve grandi così che cadevano pigramente in un
silenzio rotto qui e lì da qualche animale che fuggiva spaventato
dai cavalloni americani. La visibilità non consentiva di vedere
oltre pochi metri tanto che era legittimo pensare che se pure
avessero trovato gli indiani forse nessuno se ne sarebbe accorto!
Custer prese decisamente la guida dei soldati intirizziti e, bussola
alla mano, decise dove si doveva andare. Le guide Osage facevano
tutto il resto perché lì, bussola o no, senza un indiano a
indicare il sentiero era più facile finire dentro uno dei tanti
fossi in grado di contenere uomo e cavallo insieme. La temperatura
si alzò leggermente facendo sciogliere la neve. I soldati pativano
mille acciacchi tra cui frequenti acceccamenti dovuti al riverbero e
un generale indolenzimento alle natiche causato dalle pelli
inzuppate che ricoprivano le selle. La zona era ricca di selvaggina
e i soldati poterono gustare ottima lepre in tutte le salse quel
giorno. L'avanzata procedeva al ritmo di 15-18 miglia giornaliere.
Il 25 novembre, un altro giorno di freddo terribile, portò i
soldati e Custer lungo il Wolf Creek. Lo percorsero per un tratto
per poi rivolgersi in direzione del Canadian. Tra gli improperi di
una truppa sì fedele ma esasperata da una marcia faticosissima e da
periodi di riposo troppo brevi. E poi, tutti fradici allorquando la
neve si scioglieva e tutti ghiacciati quando la temperatura si
abbassava repentinamente. Il 26 novembre fu deciso di mandare in
avanscoperta il Maggiore Elliot e tre squadre del VII Cavalleria con
vari esploratori bianchi e indiani.
Gli altri seguirono il Canadian River avendo come punto di
riferimento le Antelope Hills, l'unica cosa che si vedesse con
precisione nella nebbia mattutina. Quando fu trovato il guado adatto
nel Canadian, iniziarono le operazioni di trasporto dei carri verso
l'altra sponda. Concluse queste operazioni, Custer salì sulla cima
di una collina per guardarsi intorno e fu in quel momento che notò
che uno dei soldati al seguito di Elliot rientrava in tutta fretta.
Ne aveva motivo: erano state scoperte le tracce di un accampamento
di almeno 150 guerrieri a non molta distanza da dove si trovavano e
ora attendevano istruzioni. "Cambia cavallo - gli ingiunse
Custer - e rientra immediatamente da Elliot! Dovrete aspettarci
prima di compiere qualunque azione. Lasceremo i carri indietro e
viaggeremo tutti più spediti".
"Stivali e sella! - ingiunse Custer alla truppa - Entro pochi
minuti dobbiamo essere in grado di ripartire!"
Ci volle l'intera giornata per raggiungere il Maggiore Elliot che li
attendeva con un'altra grande notizia.
Alle nove di sera il VII
Cavalleria ricongiunse le forze e finalmente Custer poté parlare
con Elliot. "Le tracce che abbiamo scoperto e seguito per un
pezzo risalgono a non oltre 24 ore! Lo dicono i nostri scout e lo
confermano gli Osage." Così disse Elliot, eccitatissimo, al
suo comandante, restando in trepidante attesa di conoscere le
decisioni di Custer.
Per fortuna gli uomini di Elliot, non
potendo fare affidamento sull'accensione dei fuochi nel buio della
prateria, avevano preparato il caffè con largo anticipo per cui
tutti lo poterono bere subito, perché Custer rimise tutti in moto
nemmeno un'ora dopo essere arrivati al campo. Alle 22, infatti, la
cavalleria e gli scout erano sulla pista, seguendo le tracce come
meglio non avrebbe saputo fare un cane da caccia.
|