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A cura di Mauro Cairo

La Colt

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el 1837 il ventunenne John Coffee Hays entrò nel corpo dei rangers. Venne formato da Smith e Kearns, due eroi della guerra contro il Messico, e ben presto prese parte, con incarichi di comando, a diverse azioni contro i Comanche; molto intelligente e tattico di natura si rese conto della debolezza insita nel "sistema" fin lì adottato nella guerra indiana: gli uomini facevano affidamento sul fucile Kentucky, arma superba sotto molti punti di vista, molto precisa e potente ma che aveva un difetto. La sua lunga canna, che assicurava un tiro radente e preciso, ne rendeva impossibile la ricarica a cavallo. Dopo aver fatto fuoco infatti (era un arma ad avancarica monocolo) il ranger doveva smontare e ricaricare mentre un indiano poteva, nel frattempo, lanciare dozzine di frecce.

La soluzione di Hays fu l’adozione, nel 1844, della rivoltella Patterson di Samuel Colt.

La bontà di tale idea verrà dimostrata sul campo quando una pattuglia di 14 rangers, guidata da Hays in persona, cadde in un imboscata tesa da 70 indiani lungo il fiume Pedernales a nord-ovest di San Antonio. Hays ordinò ai suoi di smontare; appena gli indiani furono a tirò ordinò d’aprire il fuoco in una singola salva.

Sapendo che ai bianchi occorreva tempo per ricaricare "i lunghi fucili"’ gli indiani caricarono ma qui scattò la trappola: Hays ordinò ai suoi di rimontare e controcaricare usando le colt a ripetizione. Gli sbalorditi guerrieri ben presto sbandarono e fuggirono visto che non potevano competere contro chi, come disse un capo, poteva "sparare un colpo per ciascun dito della mano".

La colt fu certamente una rivoluzione ma Hays introdusse altri significanti cambiamenti all’interno del corpo: in primo luogo nuovi sistemi d’addestramento che assicurarono che ciascun ranger diventasse un provetto tiratore e cavallerizzo.

Il ranger Jim Nichols racconta: «Un palo alto come un uomo veniva piazzato in mezzo a un campo e un altro veniva posto a 40 iarde di distanza.

Il comandante esigeva che si cavalcasse a tutta velocità contro il primo palo, si estraesse il fucile e si facesse fuoco; poi bisognava estrarre la colt, sempre al galoppo, e fare fuoco sul secondo.

Dopo un po’ erano ben pochi quelli che non riuscivano a centrare entrambi i pali. Dopo quattro mesi bisognava essere in grado, sempre galoppando a tutta velocità, di raccogliere da terra un dollaro d’argento, alzarsi in piedi sulla sella, gettarsi sul fianco del cavallo lasciando sporgere solo una mano e un piede far fuoco con la pistola da sotto il collo; poi bisognava ritirarsi su e far fuoco dall’altro lato».

Introdusse altre importanti novità: dai messicani prese la bandana (il fazzoletto legato al collo), la sella, gli speroni con la rotella a punta, il poncho, la borraccia fatta con le zucche e il pinole una mistura di granoturco che si poteva sgranocchiare stando in sella.

Dai Comanche l’arte di seguire le tracce e cavarsela nell’ambiente naturale, e la famosa tattica “mordi e fuggi”.

Nel ’45 il Texas entrò a far parte degli USA atto che scatenò la guerra col Messico. I rangers si unirono agli uomini del generale dell’esercito federale Zachary Taylor: era giunto il momento di saldare gli antichi conti!

 

Cambiamenti. Nel 1837 entrò nel corpo dei rangers il ventunenne John Coffee Hays e tutto cambiò radicalmente...

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Sotto: Due ritratti di John Hays, noto come "Jack"

Sotto: Mc Culloch, un altro grande ranger del tempo

 

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