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A cura di Mauro Cairo

La guerra è finita?

I

l trattato di Guadalupe Hidalgo segnò, almeno ufficialmente, il termine della guerra fra USA e Messico. Il costo di questo trattato era stato, per i Texas Rangers, molto alto: molti avevano pagato con la vita - tra questi Walker - il costo del riconoscimento del Texas; in più il compito di presidiare le frontiere e difendere la popolazione dagli indiani fu affidato all’esercito regolare e molti lasciarono il corpo per tornare ad occupazioni civili; altri, come Hays e Ben Mc Culloch se ne andarono dallo stato ed emigrarono in California.

Tuttavia i texani non tardarono a rimpiangerli visto che l’esercito non era assolutamente preparato alla guerra indiana.

Le autorità federali tentarono di confinare i pellerossa in riserve ma i soldati erano pochi, inesperti; i comandanti s’intestardirono a mandare contro i Comanche lente colonne di fanteria che gli indiani si limitavano a far girovagare per il territorio finché non cadevano sfiniti per la stanchezza, la mancanza d’acqua e cibo. Le cariche alla sciabola della cavalleria servivano forse contro truppe di tipo “europeo” ma erano penosamente inefficaci contro quei nemici tanto elusivi.

Finalmente il generale Brooke si rese conto che era necessario che tornasse in attività l’antica nemesi dei pellerossa: i Texas Rangers. Il governatore Wood ricreò tre compagnie di rangers e nel ’52 ne furono create altre tre per via dell’efficacia dimostrata.

Anche se il loro comandante per antonomasia, Hays, era lontano i nuovi non lo fecero rimpiangere: in particolare si distinse James Callahan. Questo nome è assai importante nella storia del Corpo perché inaugurò quella che diventerà pratica comune per i rangers: ignorare deliberatamente e completamente l’esistenza di un confine politico fra USA e Messico.

Gli indiani e i banditi messicani avevano imparato che il modo migliore per sfuggire ai soldati era quello d’attraversare il Río Grande. Mentre era alle costole di un gruppo di guerrieri Apache li inseguì fino all’altezza della cittadina di Piedas Negras: qui vennero intercettati da soldati messicani, furiosi per la palese violazione dei confini. Ne nacque uno scontro a fuoco nella cittadina, poi i rangers si ritirarono. La loro condotta non sfuggì alle autorità di Washington che vollero la testa di Callahan, che infatti venne esonerato; ma per la sua gente rimase sempre un eroe.

Nel ’59 il rivoluzionario messicano Juan Cortina guidò una rivolta ispanica nella zona compresa fra il Nueces e il Río Grande fino ad occupare la cittadina di Brownsville e sconfiggere la compagnia di rangers di W. Tobin. La fama di Cortina andò letteralmente alle stelle: visto come un liberatore dai messicani riuscì a resistere ai texani per lungo tempo.

L’intervento di una seconda compagnia rangers, guidata da John Ford, e la conseguente battaglia a Río Grande City lo costrinsero a ritirarsi oltre confine.

Negli anni seguenti Ford organizzò diverse spedizioni per catturare il rivoluzionario messicano, ma senza successo, fino a quando non ricevette l’ordine di fermarsi dal nuovo comandante federale della regione: un distinto virginiano di nome Robert E. Lee.

 

Il ritorno. Finalmente il generale Brooke si rese conto che era necessario che tornasse in attività l’antica nemesi dei pellerossa: i Texas Rangers.

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Sotto: Due Rangers solitari

Sotto: Un gruppo ed il campo base

 

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