Inizia la battaglia
uando la vide, Travis ordinò per tutta risposta che venisse
sparata una cannonata verso la postazione nemica. I messicani
replicarono con altre quattro cannonate e quello fu di fatto il
primo scambio di colpi tra i due avversari.
A quanto pare fu anche l'occasione per il primo litigio tra
Travis e Bowie. Il primo voleva aspettare la prima mossa dei
messicani, mentre il secondo intendeva agire subito andando a
trattare direttamente con Santa Anna. Essendo egli stesso il genero
di un notabile messicano, Bowie pensava che sarebbe stato ascoltato.
Senza consultare Travis, Bowie mandò il volontario Jamestown con una
missiva diretta personalmente al generale. Ma il risultato fu
deludente: di fronte a un Travis infuriato perchè i suoi ordini non
erano stati rispettati, Jamestown tornò con una nota firmata da Josè
Batres, il vice di Santa Anna, nella quale si diceva che «se
volevano salvare le loro vite, dovevano mettersi immediatamente a
disposizione del Governo Supremo» . In pratica, dovevano arrendersi
senza condizioni. Rendendosi conto che la situazione era comunque
disperata, lo stesso Travis inviò ai messicani un secondo messaggio,
questa volta affidato ad uno dei suoi uomini più fidati, Albert
Martin, da consegnare al colonnello Juan Almonte, uno degli alti
ufficiali dello staff di Santa Anna, conosciuto e rispettato come
gentiluomo in tutto il Texas. Ma Almonte si limitò a ripetere le
condizioni imposte dal suo generale, per cui anche questo tentativo
andò a vuoto.
A quel punto a Travis non restò che radunare gli uomini per
esporre loro la situazione e tutti furono d'accordo per non cedere.
Ancora una volta Travis affidò la sua replica ai cannoni e per
risposta i messicani presero a bombardare sistematicamente la
missione producendo non pochi danni. E mentre le granate colpivano
la vecchia chiesa costruita nel 1758 dalla Flying Company of San
Josè y Santiago del Alamo de Parras, il colonnello inviò un altro
messaggio al raggruppamento texano di stanza a Goliad: «Noi
porteremo avanti questa resistenza così come il nostro onore
pretende, e anche quello del Paese» , scrisse Travis al collega
Fannin. Ma l'attesa per una risposta si rivelò vana.
Fu allora che Travis decise di piazzare i suoi cannoni nelle
posizioni strategiche, in particolare sul tetto rinforzato della
chiesa dove ne fece sistemare tre da diciotto libbre l'uno.
C'era anche un altro problema. All'interno del forte si trovavano
ormai anche una quarantina tra malati e feriti che Travis fece
sistemare al secondo piano del convento. Tra questi era finito anche
James Bowie, colpito da una forte febbre tifoidea che lo debilitava
a causa di continui accessi di vomito e diarrea con ingenti perdite
ematiche. Per quanto curato dal dottor Sutherland e assistito dalla
cognata Juana Alsbury, Bowie non si riprenderà più e quindi non
parteciperà neanche allo scontro finale. Il 24 febbraio i messicani
piazzarono una nuova batteria a circa 300 metri da Alamo e ripresero
il bombardamento. Agli americani non restava che nascondersi tra le
mura della missione e aspettare. Travis ne approfittò per scrivere
un nuovo appello che indirizzò al «Popolo del Texas & a Tutti gli
Americani nel Mondo»: «Sono assediato da un migliaio o più di
messicani agli ordini di Santa Anna - Ho sostenuto un continuo
bombardamento per 24 ore e non ho perso un uomo. - Il nemico ci ha
chiesto una resa senza condizioni, altrimenti la guarnigione sarà
passata a fil di spada, se il forte verrà preso - Ho risposto con un
colpo di cannone, e la nostra bandiera sventola ancora
orgogliosamente sulle mura. Io non mi arrenderò né mi ritirerò .
Allora mi rivolgo a voi nel nome della Libertà , del patriottismo &
di tutto ciò che è di più caro al carattere americano, affinchè
veniate in nostro soccorso con la massima celerità - Il nemico sta
ricevendo rinforzi quotidianamente e non c'è dubbio che arriverà a
tre o quattro mila unità nel giro di quattro o cinque giorni. Se
questa mia richiesta non verrà accolta, sono determinato ad andare
avanti da solo il più a lungo possibile e a morire come un soldato
che non dimentica mai ciò che è dovuto al proprio onore e a quello
del suo Paese. Vittoria o Morte» .
La lettera, indirizzata al quartier generale texano situato a
Gonzales, venne affidata ad Albert Martin che con una buona dose di
fortuna riuscì a passare oltre le linee nemiche, perdendosi
nell'oscurità . Dalle mura quella notte Travis lo vide allontanarsi
e, mentre la sua mente si perdeva in mille cupi pensieri, si
sorprese ad ascoltare le note di un mesto «Degüello» che gli
giungevano dal campo messicano.
L'indomani il bombardamento riprese fin dal primo mattino. Circa
duecento messicani del battaglione Permanente Matamoros arrivarono a
un centinaio di metri dal forte, ma gli americani risposero con un
fuoco talmente fitto che alla fine gli uomini di Santa Anna furono
costretti a ritirarsi, lasciando una decina di morti sul campo.
Durante l'azione fu particolarmente notato l'onorevole David Crocket,
come Travis chiamava l'ex parlamentare, che correva da un punto
all'altro per incitare gli uomini e far loro coraggio.
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