Felice Vinatieri
u Martini e Rudio molto è stato scritto, anche
su questo sito, soprattutto in virtù delle avventure che li videro
protagonisti nei drammatici eventi della battaglia. Molto meno note
sono le vicende degli altri compatrioti che negli stessi giorni
vestivano la divisa del 7° Cavalleria, tra i quali Felice Vinatieri.
Questi nacque a Torino nel 1834, rimase orfano
di padre in giovane età e prese il cognome del secondo marito della
madre, tale Enrico Vinatieri.
Con la madre suonatrice d’arpa ed il patrigno
costruttore di pianoforti, la strada del giovane Felice era
praticamente segnata nella direzione della musica. All’età di 10
anni era già un violinista di vaglia e nel 1853 si diplomava al
Conservatorio di Musica di Napoli, dove nel frattempo la famiglia si
era trasferita.
Qui Felice Vinatieri rimase, come direttore di
una banda militare, fino al 1859, anno in cui emigrò in America
insieme alla sorella Amelia anch’essa, manco a dirlo, inserita nel
mondo artistico musicale come cantante lirica.
La carriera militare iniziò a Boston dove si
arruolò come musicista nel 16° Reggimento Massachussett.
Dopo un suo ritorno temporaneo in Europa, a
Lisbona, arriva il definitivo trasferimento negli Stati Uniti.
Dai documenti risulta un secondo arruolamento
nel 1867, sempre come musicista, nel 22° Fanteria di stanza a Fort
Columbus, New York. Partecipò alla Guerra Civile e successivamente
fu trasferito nell’ovest dove si congedò nel 1870 e dove decise di
stabilirsi. Fu proprio a Yankton, nel Territorio Dakota, che l’anno
successivo sposò la sedicenne Anna Frances Fejfar, una ragazza di
origine Ceca. I due misero su casa in città e Felice aprì uno studio
dove insegnava e componeva musica.
Nell’aprile del 1873, la cittadina di Yankton
fu travolta dalla novità dell’arrivo di una lunga colonna di oltre
800 soldati con tutto il seguito di masserizie, muli e quant’altro.
Si trattava del 7° Cavelleria, inviato a scortare una spedizione con
scopi scientifici(!) nelle Black Hills, il cui comando era stato
assegnato a George Armstrong Custer. Si accamparono a Yankton che si
trovava sulla strada per la destinazione finale: Fort Abraham
Lincoln sul Missouri.
Si tenne un ballo organizzato in onore del
comandante e dei suoi ufficiali e a dirigere il gruppo musicale fu
proprio l’allora trentanovenne Felice Vinatieri. A Custer piacque
molto la direzione dell’italiano e gli propose l’incarico di
direttore della banda militare del 7°. Vinatieri accettò, firmò per
una ferma triennale e il 7 maggio dello stesso anno fu proprio lui a
guidare la banda del reggimento mentre lasciava Yankton in direzione
di Fort Abraham Lincoln. Il gruppo musicale era formato da 16
elementi oltre al direttore. La maggioranza era di origine tedesca,
ma vi figurava anche un altro compatriota: il napoletano Francesco
Lombardi. Al comandante e alla sua consorte pare piacessero
particolarmente le quadriglie, tuttavia è risaputo che la canzone
del reggimento, suonata in ogni circostanza, fosse “Garryowen”.
Questa canzone non uscì dalla penna del compositore Vinatieri, ma si
trattava di un vecchio motivo popolare, cantato nei pub irlandesi.
Custer la faceva suonare sempre e ovunque.
E’ facile quindi immaginare che le note di
Garryowen accompagnarono anche la partenza dal campo sul Powder
River delle truppe del 7° verso quella che doveva risultare la più
famosa e la più rovinosa battaglia di tutte le guerre indiane.
La banda, come detto, rimase al campo e tutti i
suoi membri si adoperarono per accogliere sul battello “Far West” i
feriti di Little Bighorn quando questi arrivarono pochi giorni dopo
la battaglia.
Nel dicembre dello stesso anno Vinatieri si
congedò, questa volta definitivamente, dall’esercito. Si ristabilì
con la famiglia a Yankton, dove aveva costituito la banda cittadina,
di cui fu direttore per molti anni.
La fama di Vinatieri crebbe negli anni e non
c’era direttore d’orchestra e musicista negli Stati Uniti che non
conoscesse la qualità dell’italiano, non solo come direttore e
musicista, ma anche come compositore. Oltre a marce, waltzer e
mazurke, compose 2 operette di cui fu anche autore del libretto. Una
di queste: “The American Volunteer” era in programma alla Columbian
World’s Fair di Chicago nel 1893, ma Felice Vinatieri morì di
polmonite il 5 dicembre 1891, a Yankton. I manoscritti, così come
gli strumenti e anche alcuni mobili del Vinatieri sono conservati
nel Dakota Territorial Museum di Yankton.
La vita e soprattutto i lavori di Felice
Vinatieri sono tutt’ora oggetto di studi e ricerche e a lui sono
dedicati progetti e tesi di laurea.
Nel 2001, in occasione del 125° anniversario
della battaglia di Little Bighorn, la sua musica venne riportata in
vita dalla nuova Custer Band che ha addirittura inciso un CD con le
musiche di allora.
Infine una curiosità: l’attuale idolo del
football americano, il giocatore che con un calcio di punizione a 7
secondi dalla fine della partita ha fatto vincere il Superball del
2002 (l’equivalente dello scudetto) alla sua squadra: i New England
Patriots, si chiama Adam Vinatieri. Come avrete già capito, il
giovane sidekicker di Boston è il pronipote del nostro Felice.
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