Presentazione
ungo la cresta (15) la lotta si era ridotta ad
una seconda grave disfatta per le truppe, dopo quella di Reno in
fuga dalla valle in occasione del primo assalto all'accampamento.
“Sembrava di assistere alla fuga precipitosa di un branco di
bisonti” disse Runs The Enemy. Il Cheyenne Little Hawk disse che i
soldati venivano cacciati come bisonti, sempre con la schiena
rivolta verso gli indiani. White Bull era ancora lì in mezzo,
inesausto. Ne uscì solamente quando Bear Lice galoppò verso lui
per portargli un pony, ma anche in quel momento non rinunciò ad una
ghiotta occasione. Si avvide di un soldato ferito che caricava la
pistola. Lo raggiunse facendogli un giro intorno e gli saltò
addosso. Ne vide un
altro, alto e biondo, che sparava agli indiani. White Bull gli si
gettò addosso, ma l'uomo era molto forte, oppose una strenua
resistenza e riuscì persino a ferirlo ad una guancia. Lo agguantò
persino per le trecce e gli tirò la testa, tentando di mordergli il
naso. “Hey! Hey!” - gridò White Bull – “Venite ad
aiutarmi…” Arrivarono Bear Lice e Crow Boy menando pugni a
destra e sinistra, al punto che colpirono tanto il soldato quanto
l'amico a terra. White Bull approfittò di quest’occasione per
sottrarre la pistola al “wasichu” e con quella lo colpì due,
tre, quattro volte, poi gli sparò un colpo in testa (16). “Ho
Hechetu!”, disse, “E' stata una dura giornata di lotta. La
battaglia ci ha dato gloria e io ne ho goduto appieno. Ho
collezionato piume a destra e a sinistra del mio capo.” I soldati
sopravvissuti si spinsero ancora più a nord verso l'estremità
della cresta per unirsi a quel che restava della Compagnia del
<Cavallo Grigio>. Non vi era altro posto in cui scappare, ma
nonostante la disfatta, come scoprì un giovane Cheyenne chiamato
Big Beaver, erano ancora decisi a vendere cara la pelle. Big Beaver
strisciò non visto vicino a un Lakota appostato sulla collinetta.
Arrivò appena in tempo per vederlo morire, centrato in mezzo alla
fronte da una pallottola. A questo punto pensò bene di ritirarsi
verso zone più tranquille. Sul
sentiero verso valle vide due Cheyenne raggiungere un soldato e
ucciderlo. Al morto fu quindi levato lo scalpo che finì ciondoloni
su un cespuglio di salvia a guisa di un macabro trofeo di caccia.
Big Beaver frugò nei vestiti del soldato morto e finì per trovare
una pistola. La sollevò orgoglioso: era la prima pistola che avesse
mai avuto tra le mani (17)!
Quando i soldati riuscirono alfine a
raggrupparsi su quella che altri avrebbero chiamato “Custer Hill”
(la collina di Custer) o “Last Stand Hill”, Two Moon chiamò a
raccolta i suoi guerrieri per dare inizio ad un'altro attacco.
L'attacco fu portato a nord della collina ma venne subito respinto
dai soldati di Custer. Two Moons disse che “non era stato
possibile spezzare in due la linea dei soldati”, quindi decise di
riportarsi a valle, inseguito dal sibilare dei proiettili.
“La Compagnia del <Cavallo Bianco> combatté con
grande determinazione” - disse – “e se anche gli altri soldati
avessero fatto altrettanto, penso che Custer avrebbe portato i
soldati fin dentro il nostro accampamento.”
Erano là, dunque, gli ultimi soldati. Erano in
piedi, rassegnati e ben decisi a dare battaglia con tutte le forze
residue. “Stettero in piedi e combatterono bene”, confermarono
Gall, Wooden Leg, Brave Wolf e Lone Bear. Fu quello il punto più
critico per gli indiani, quel giorno. “Fu la cima della collinetta
in cui si trovava Custer con i suoi”, disse Two Eagles. Della
stessa opinione era anche Red Hawk: “Su quella cima combattemmo
duramente!” Improvvisamente, in un ultimo, misero tentativo, i
cavalleggeri fecero scappare via i cavalli che gli restavano,
sperando di fare allontanare gli indiani appresso a loro. Standing
Bear li vide correre; anche Little Hawk li vide. Sentirono l'urlo di
qualche guerriero: “Stanno scappando!”, ma quelli che si
allontanarono quando anche l'ultimo cavallo grigio della
“Compagnia E” sparì nella polvere furono pochi; troppi altri
rimasero al loro posto per dare l'assalto alle postazioni di Custer
e dei suoi uomini. Pochi istanti dopo aver fatto scappare i cavalli,
“una parte dei soldati abbandonò la postazione e, preda del
terrore, prese a scendere lungo la collina attraverso le linee degli
indiani” - disse Red Hawk, ma furono tutti uccisi prima che
potessero infilarsi tra le rocce del fondo. L'Oglala Fears Nothing
li vide correre giù inseguiti dagli indiani che, raggiuntili, li
uccisero con le mazze da guerra. Rain In The Face vide altri soldati
scappare (19) e riunirsi vicino al burrone per combattere duramente.
“Anche questi furono raggiunti e fatti a pezzi”, disse. Rain In
The Face aveva sempre pensato che gli uomini bianchi fossero codardi
e non sapessero battersi, ma cambiò opinione: “Da quel giorno
portai sempre un gran rispetto per loro.” Standing Bear si trovò
proprio sul cammino dei soldati che scappavano precipitosamente
verso fondo valle dalla Custer Hill. I nemici finirono per
mischiarsi dando vita ad un furioso corpo a corpo, ma non ci fu
storia: c'erano almeno tre o quattro guerrieri per ogni soldato! Un
soldato tentò di schivare Standing Bear, che si trovava davanti a
lui, ma l'indiano gli sbatté in testa il revolver e subito dopo lo
finì con una pallottola mentre era a terra, stordito. Molti altri
soldati tentarono il “tutto per tutto” nascondendosi in mezzo
all'erba alta. Si trattava, chiaramente, di una manovra disperata di
uomini che non avevano più scampo e che si rendevano conto di
questo. I guerrieri si diressero prontamente verso loro. In quei
pressi si trovava Iron Hawk che, ad appena 14 anni, stava
combattendo la sua prima, vera battaglia. Quando vide un soldato
dirigersi dalla sua parte, incoccò una freccia nell'arco e gliela
scagliò addosso. Iron Hawk potè sentire distintamente il grido di
dolore del soldato trafitto a morte. Altri soldati fecero la stessa
fine tanto che Iron Hawk ebbe a dire: “Quegli uomini bianchi
l'hanno voluto. Se l'hanno cercata e io gliela ho data (la morte,
nda)!” Usò anche l'arco come una mazza, sbattendolo con forza
ripetutamente sulle spalle di un soldato, ringhiando come un orso
ogni volta che lo colpiva. Persino dopo che l'uomo cadde a terra,
Iron Hawk continuò a colpirlo. White Bull, come sempre, era nel
mezzo dell'azione. Gli passarono vicino due soldati e lui riuscì a
“contare colpo” su uno di loro; era il settimo colpo andato a
segno quel giorno. Arrivò il momento di gettarsi addosso a quelli
che ancora erano vivi in cima alla Custer Hill. “Nessuno di loro
fuggì, erano troppo esausti, Erano tutti bravi soldati”, disse il
Brulé Lakota chiamato Hollow Horn Bear che si trovò in mezzo ai
guerrieri che portarono a compimento l'ultimo assalto. Questo si
svolse in un raggio d'azione molto ristretto, uno contro l'altro,
nel caos delle frecce, delle pallottole, della polvere e del fumo
che impedivano di avere una chiara visione di quanto stava
accadendo. Qui fu ucciso il nipote di Turtle Rib e qui Waterman
uccise l'unico soldato che gli riuscì di colpire. Gli saltò
addosso e presto lo uccise, ma non gli tolse lo scalpo “perché
gli Arapaho non prendono lo scalpo a chi tiene i capelli corti” -
disse – “ma solo a chi li tiene lunghi!” Runs The Enemy notò
che i soldati bianchi e i guerrieri indiani erano così avvinghiati
l'uno all'altro, da rendere difficile persino distinguerli nella
confusione. Quando anche l'ultimo soldato fu ucciso disse: “Il
fumo aleggiava sopra le nostre teste e i soldati giacevano morti,
accatastati l'uno sull'altro.”
Wooden Leg descrisse la scena finale: “Fu come se mille cani fossero
stati scatenati uno contro l'altro. Ad un certo punto un soldato
grassoccio con una gran barba nera sulle guance si sollevò appena
da terra, poggiando su un gomito per guardarsi, stupito, intorno a sé.
Alcuni indiani si spaventarono perché pensavano che fosse
<ritornato> dalla morte. Un altro Lakota, invece, si avvicinò
velocemente e gli sparò decisamente in testa (20). Penso che quello
sia stato davvero l'ultimo a morire quel giorno di grandi
battaglie.”
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