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A cura di Giacomo Ferrari

Processo e impiccagione

I

l 26 febbraio 1895, Cherokee Bill venne portato davanti al giudice Isaac Charles “Hanging Judge” (Giudice Impiccatore) Parker e accusato dell’assassinio di Ernest Melton. Ellen, al madre di Bill, assunse J. Warren Reed, che era il più famoso avvocato di Fort Smith, per difenderlo. Durante il processo l’accusa produsse sette testimoni che identificarono, senza ombra di dubbio, Cherokee Bill come la persona che aveva ucciso Ernest Melton. L’avvocato della difesa presentò un testimone, che giurò che il giorno in cui venne ucciso Ernest Melton, Bill si trovava a cinquanta miglia a sud di Lenapah. La giuria, riunitasi in camera di consiglio, pochi minuti dopo emise un verdetto di colpevolezza. Sembra che questo verdetto sia stato caldeggiato dal giudice Parker. Quando il verdetto venne letto, Cherokee Bill sorrise mentre sua madre e sua sorella, che avevano assistito a tutte le sedute del processo, si misero a piangere rumorosamente. Cherokee Bill, guardandole, disse: “Che cosa non va a voi due? Io non sono ancora morto.”

Bill venne riportato in prigione e si riunì al suo vecchio amico Bill Cook, che era stato nel frattempo arrestato nel New Mexico. I due continuarono a comportarsi come se nulla fosse accaduto. Il 13 aprile 1895, Cherokee venne nuovamente condotto davanti alla corte e gli venne comunicato che la condanna a morte sarebbe stata eseguita il 25 giugno. L’avvocato di Bill fece appello contro la condanna affermando che il processo non era stato regolare, poiché era noto lo sdegno con il quale il giudice Isaac Parker trattava chi aveva violato la legge. L’esecuzione venne sospesa in attesa della decisione della Corte Suprema.

Anche Cherokee Bill lavorava per il suo “appello”. Sherman Van, un detenuto che godeva di certi privilegi per la buona condotta tenuta in carcere, procurò una sei-colpi a Bill, che la nascose in un buco della sua cella.

Il 26 luglio 1895, Cherokee tentò di evadere usando la sua arma. Alle 7 della sera, due guardie, Campbell Eoff e Lawrence Keating, entrarono nel braccio della morte. Cherokee Bill puntò la pistola su Keating, mentre questi passava davanti alla sua cella, e gli ordinò di consegnargli le sue armi. La guardia si rifiutò e il detenuto gli sparò un colpo allo stomaco e un secondo colpo alla schiena mentre cercava di fuggire. Keating cadde a terra morto, mentre Eoff riuscì a mettersi in salvo in quanto sulla linea di tiro di Cherokee si venne a trovare un altro detenuto, che era uscito dalla sua cella per vedere cosa stava succedendo. Immediatamente, tutti gli uomini di legge, presenti a Fort Smith, circondarono la prigione impedendo qualunque evasione. Vi fu uno spettacolare scontro a fuoco, che durò parecchi minuti, che impedì sia l’evasione che la possibilità dei rappresentanti  della legge di entrare nella prigione. Cherokee Bill tenne in ostaggio tutta la prigione, bruciò tutto quello che si trovava nella sua cella ed emise dei suoni che erano una via di mezzo tra l’urlo del coyote e il goglottare del tacchino. Era fuori di se e rifiutò di arrendersi.

Un altro ospite del penitenziario, Henry Starr, nipote sia di Tom Starr (nonno) che di Sam Starr (zio), si presentò volontariamente alle guardie dichiarando di essere disposto a recarsi nella cella di Bill e a cercare di convincerlo a cedere le armi. Le autorità accettarono la proposta, promettendo di non sparare durante questo tentativo. Henry Starr entrò nella celle e, dopo pochi istanti, uscì con le armi di Bill.

Il nuovo processo per l’omicidio di Lawrence Keating durò tre giorni e si concluse con un verdetto di condanna. Il giudice Parker decise che Cherokee Bill fosse impiccato il 10 settembre 1895. Nuovo ricorso alla Corte Suprema e nuovo rinvio dell’esecuzione.

Il 2 dicembre 1895, la Corte Suprema confermò la sentenza emessa dalla corte di Fort Smith e il giudice Parker fissò l’esecuzione per il 17 marzo 1896.

La mattina del 17 marzo 1896, Cherokee Bill si svegliò alle 6 a m e si mise a cantare e a fischiare. Mangiò una leggera colazione inviatagli dall’albergo nel quale era alloggiata al madre. Alle 9,20 sua madre, Ellen, e la “Aunty” Amanda Foster, l’anziana signora che l’aveva allevato, furono ammesse nella sua cella. Subito dopo, arrivò Padre Pius, un prete cattolico. L’impiccagione era sta fissata per le 11 a m, ma venne ritardata alle 2 p m.

Le autorità avevano fissato, che per ragioni di sicurezza, fossero ammesse all’esecuzione solo cento persone nel cortile del carcere. Pertanto soltanto cento permessi furono concessi. Poiché il numero di persone che decise di assistere all’avvenimento era molto superiore, alla fine si decise di far entrare tutti e di metterli sulle mura di cinta della prigione.

Nell’assolato pomeriggio di marzo, Cherokee Bill, scortato dalle guardie della prigione, dalla madre, da Amanda Foster e da Padre Pius, si diresse verso il patibolo. Vedendo la folla che si era radunata per assistere e testimoniare all’avvenimento, disse: "Quanta gente! Oggi deve accadere qualcosa!” Poi  aggiunse, vedendo la splendida giornata: “Questo è un buon giorno per morire, quanto un altro.”

Come fu sul patibolo, con il cappio al collo, a Bill venne chiesto se avesse qualcosa da dire. Egli rispose: “No! Sono venuto qui per morire e non per fare un discorso.”

Alle 2,30 la leva venne tirata e Cherokee Bill raggiunse l’eternità. Sentendo il cigolio della botola che si apriva, secondo la leggenda, Bill disse: “Good bye!”

Il corpo venne messo in una bara e portato nel deposito della Missouri Pacific e caricato su un treno. Ellen e Georgia scortarono la salma fino a Fort Gibson per la sepoltura.

Crawford “Cherokee Bill” Goldsby venne sepolto nel Cherokee Cemetery a Fort Gibson, Oklahoma.

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Membri della banda Cook: William Tuttle Cook, Crawford “Cherokee Bill” Goldsby, Lon Gordon, Henry Munson,  Sam “Verdigris Kid”, McWilliams, George Sanders, Jess Snyder, William Farris, Thurman “Skeeter” Balldwin, Elmer “Chicken” Lucas, Curtis  Dawson, Jim French (ex membro della banda Starr).

 

 

Esecuzione. Il 2 dicembre 1895, la Corte Suprema confermò la sentenza emessa dalla corte di Fort Smith e il giudice Parker fissò l’esecuzione per il 17 marzo 1896.

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Sotto: Un ritratto fotografico di Cherokee Bill

 

 

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