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Dice di lui...

T

ra le molte informazioni che è possibile reperire in rete su Magico Vento, ci sembra importante proporvi un'intervista realizzata dallo staff di Sergio Bonelli Editore a Gianfranco Manfredi. In essa sono contenute molte informazioni preziose per i lettori vecchi e nuovi.

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IL PERSONAGGIO DI MAGICO VENTO È ISPIRATO ALL’ATTORE DEL FILM "L’ULTIMO DEI MOHICANI", DANIEL DAY-LEWIS?


Sì. Ci è parso che il suo volto scavato esprimesse intelligenza e sensibilità, dando corpo a una figura di eroe diverso dal classico duro spavaldo e sicuro di sé. Naturalmente lo abbiamo adattato graficamente, anche perché era impossibile rendere in disegno la grande mutevolezza d’espressioni e l’estrema duttilità di Day-Lewis, che cambia personaggi con enorme disinvoltura, al punto di non apparire mai uguale. Il richiamo a "L’Ultimo dei Mohicani", inoltre, unito all’altro evidentissimo richiamo alla figura di Edgar Allan Poe, di cui il nostro Willy Richards detto Poe, compagno inseparabile di Magico Vento, è sosia, chiariva visivamente il programma della serie, che era e resta quello di unire la narrativa della Frontiera con la tradizione neo-gotica del racconto di fantasmi o del terrore dell’Est americano.


A QUANDO GLI SPECIALI DI MAGICO VENTO?


Non sono in programma. Abbiamo impostato la serie su criteri di continuità che, nel tempo, si sono irrobustiti. È difficile, a questo punto, poter raccontare episodi a parte, fuori dalla serie normale. Oltre a questo, sono da tenere in conto fattori di ordine pratico, primo fra tutti il fatto che la serie è scritta, con rare eccezioni, da un unico sceneggiatore, troppo impegnato per poter scrivere numeri extra. Mi piacerebbe, non lo nascondo, offrire ai lettori un "Magicoventone" e ho un paio di storie lunghe in serbo che potrebbero servire eccellentemente allo scopo, ma, al momento, non possiamo permetterci di distogliere uno dei nostri disegnatori dalla serie normale, affidandogli un lavoro lungo che lo impegnerebbe per almeno due anni, sottraendolo così a un appuntamento più ravvicinato con i lettori.

PERCHÉ NON FARE INCONTRARE MAGICO VENTO CON TEX O ALTRI EROI BONELLIANI?

Sono personalmente contrario ai cross-over. Ciascun personaggio porta con sé il suo mondo e un suo modo di affrontare le cose. Nei mix si rischia sempre l’effetto confusione e il reciproco appannamento dei protagonisti.
Del resto, Magico Vento ha già incontrato e incontrerà sempre più spesso celebri personaggi storici dell’epoca, come Wild Bill Hickok, Calamity Jane, il Generale Custer, Cavallo Pazzo, Nuvola Rossa, Toro Seduto e un’infinità di personaggi meno noti, ma altrettanto importanti, visti nelle loro angolature meno conosciute e più "oscure". Aggiungere a loro anche personaggi dei fumetti temo renderebbe ingovernabile l’intreccio.

DOVE TROVATE LA DOCUMENTAZIONE?

Altre serie possono appoggiarsi su precedenti cinematografici, noi purtroppo possiamo farlo solo raramente, perché il mondo dei miti indiani è stato assai poco esplorato dal cinema, come, del resto, il territorio del Dakota e del Nord America in cui
abbiamo scelto di ambientare le nostre storie. All’inizio della serie, mi sono avvalso di libri di miti e leggende indiane e di studi di storia americana minuta, o di riviste specializzate, prevalentemente disponibili solo in lingua inglese. Fortunatamente, il grande sviluppo di Internet e il proliferare dei siti hanno reso oggi più accessibili gli archivi anche fotografici di tutte le maggiori società americane di studi storici e dei centri che si battono per preservare ciò che resta del passato. Da qui riesco a trarre infinito materiale non narrativo, cioè appunto documentazione pura che mi permette di scegliere, per esempio, le location, cioè i diversi ambienti della storia, anche prima di iniziare a scriverla. In questo modo, l’ambiente si trasforma da mera cornice in co-protagonista a tutti gli effetti, e il talento dei disegnatori può appoggiarsi su riferimenti visivi estremamente stimolanti.

ACCETTATE COLLABORAZIONI ESTERNE PER LE SCENEGGIATURE E/O I DISEGNI?

Riceviamo costantemente delle proposte. Raramente disegni, più spesso spunti per delle storie. Soggetti a volte brevissimi, altre volte più sviluppati. Saremmo lieti di poter far debuttare molti nuovi fumettisti alle prime armi, purtroppo, però, la nostra serie è molto difficile per le sue caratteristiche d’epoca, anzitutto, e poi per i diversi elementi narrativi (storici, fantastici, horror, avventurosi e persino sentimentali), che compongono i singoli episodi, e infine per la continuity della serie che, sviluppandosi costantemente, prevede mutamenti di cui un collaboratore esterno non può essere al corrente. Leggo comunque con attenzione le proposte che arrivano e mi sforzo di rispondere personalmente a tutti, professionisti e non, spiegando cosa funziona e cosa no nelle loro proposte, relativamente alla serie, naturalmente. Non è dunque per scoraggiare alcuno che metto anticipatamente sull’avviso circa le difficoltà (oggettive) di inserirsi in Magico Vento.

PERCHÉ NON FATE PIÙ STORIE INTERAMENTE INDIANE, CHE COSTITUISCONO LA CARATTERISTICA PIÙ EVIDENTE E NUOVA DI MAGICO VENTO?

Le storie indiane acquistano un particolare rilievo proprio perché non si ripetono troppo spesso. Avverto il rischio di far diventare gli appuntamenti con i miti indiani una sorta di abitudine che, alla fine, annullerebbe la sorpresa e l'insolito. Queste storie, inoltre, presentano sempre una certa difficoltà di scrittura perché per far capire al lettore il senso (lato) di un mito indiano, bisogna anche spiegare molte altre cose: usi, costumi, riti e tradizioni che non ci sono affatto familiari e che, d’altra parte, non devono mai appiattire il racconto in resoconto etnologico, andando a scapito dell’avventura.

L’HORROR PROPRIAMENTE DETTO È SEMPRE PIÙ RARO IN MAGICO VENTO, ANCHE SE LA SERIE, PER DEFINIZIONE, È UN HORROR-WESTERN. PERCHÉ?

Dopo anni passati a raccontare, in romanzi e fumetti, mostri e turpitudini varie, ammetto che me ne sono un po’ stancato. Ma non è soltanto per stanchezza, né tantomeno per "pruderie" che evitiamo in genere situazioni "estreme". Fedeli al proposito di raccontare "il lato oscuro", abbiamo scelto di offrire ai lettori una visione più "psicologica" della paura, e dunque di non abusare di effettacci splatter. Il tema della mostruosità virerà sempre più decisamente verso Lovecraft e i suoi "orrori indicibili".

ANCHE IL SESSO È QUASI ASSENTE DALLA SERIE E LA VIOLENZA È SEMPRE PIÙ FILTRATA, TANTO CHE, IN ALCUNI EPISODI, MAGICO VENTO NON UCCIDE NESSUNO. NON SIETE TROPPO MORALISTI?

Molte sono le tematiche sessuali affrontate in Magico Vento, ma abbiamo escluso il sesso esplicito com’è tradizione di Casa Bonelli, e perché del tutto incongruo in una serie western già sufficientemente piena di stranezze rispetto al western classico. Quanto alla violenza, preferiamo mostrarla "diffusa", nei comportamenti, nel clima, nelle atmosfere, e persino dentro i meccanismi apparentemente "civili" del Progresso. Qualcuno (non ricordo chi) ha scritto: "Qualsiasi idiota può impugnare una pistola" e Ned Ellis, alias Magico Vento, non essendo un idiota, è bene che metta in rilievo anche le sue qualità umane, soprattutto in considerazione del fatto che si tratta di uno sciamano.

 

Personaggi. Magico Vento ha già incontrato e incontrerà sempre più spesso celebri personaggi storici dell’epoca, come Wild Bill Hickok, Calamity Jane, il Generale Custer, Cavallo Pazzo, Nuvola Rossa, Toro Seduto e un’infinità di personaggi meno noti, ma altrettanto importanti.

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Sotto: alcune immagini di Magico Vento

 

 

 

 

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