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A cura di Stefano Jacurti

Luigi Palma di Cesnola

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barcato a New York nel 1858 questo italiano era destinato ad entrare nella storia ma come spesso accade solo oggi si presta attenzione alla vicende di questo personaggio rimasto troppo tempo nell’oscurità.

Il conte Luigi Palma di Cesnola veniva dalla turbolenta Europa in cerca di fortuna e come tanti altri emigrati dovette ricominciare da zero. Il suo titolo nobiliare negli States contava poco e l’America di quegli anni stava già scivolando verso la guerra civile. Quest’uomo dopo l’esperienza in Crimea entrò in contatto con il mondo inglese diventando un esperto soldato al servizio di sua maestà Britannica. Dopo alterne vicende ed un inizio difficile il piemontese iniziò ad istituire alcuni corsi di lingua francese ed italiana riuscendo così a formarsi una famiglia sposando una fanciulla americana sua allieva. Dopo aver abbandonato l’insegnamento si gettò a capofitto nella vita militare. Eccolo fondare una piccola accademia di guerra per gli italiani trapiantati ai fini di permettere a molti ragazzi di prepararsi al fronte. In questa sede venivano gettate le basi della tattica e del combattimento,oltre alle nozioni sulla logistica sull’organizzazione degli eserciti. La scuola di guerra contava settecento graduati molti dei quali avrebbero combattuto nelle più sanguinose battaglie della guerra civile ormai alle porte.

Il tenente colonnello volontario dell’esercito nordista Luigi Palma di Cesnola venne assegnato all’età di trentuno anni all’11° reggimento cavalleria e ben presto dovette misurarsi con la tremenda realtà della guerra.

Egli si distinse in tutti i combattimenti che videro impegnato il suo reggimento e gli scontri vennero caratterizzati da particolare asprezza e difficoltà visto che al piemontese toccò affrontare la cavalleria confederata di Stuart. Una volta durante uno scontro con il nemico il suo reparto si disunì ma egli disarmato strappò l’arma ad un nemico ed organizzò un contro attacco che servì per coprire la ritirata di alcuni reparti. Molti ufficiali lo descrissero come un buon soldato anche se secondo alcuni, troppo egocentrico infatti per insubordinazione venne messo agli arresti ma dopo un’altra azione coraggiosa gli venne restituita la spada da ufficiale. Luigi Palma ebbe la sfortuna di combattere nei primi due anni di guerra dove l’esercito dell’unione era ancora lontano dall’efficientismo di Grant e per questo le sue fortune in guerra finirono presto. Disarcionato durante una carica rimase ferito e semi schiacciato dal corpo del suo stesso animale.. Fu quindi catturato dai sudisti, imprigionato e per puro caso sfuggì all’inferno di Andersonville , trascorrendo la sua prigionia nel carcere della capitale confederata: Richmond. Qui si fece ben volere da tutti e per il suo comportamento aristocratico fu nominato portavoce dei prigionieri di guerra Unionisti ma il destino e la fortuna non gli avevano voltato le spalle. Con una costante e decisa azione diplomatica della moglie a New York fu rilasciato e congedato dall’esercito con tutti gli onori. In questa fase chiese un’incontro con il presidente Lincoln dal quale desiderava ottenere l’incarico di ambasciatore in Italia degli Stati uniti. Il presidente ascoltò le richieste dell’italiano dichiarandosi disponibile ad accontentarlo ma la sua richiesta era destinata a non realizzarsi…esattamente due giorni dopo quell’incontro Abramo Lincoln venne assassinato nel teatro Ford di Washington spirando la mattina dopo.

Il sogno di diventare ambasciatore in Italia svanì. Nonostante ciò gli fu proposto di rappresentare gli Stati Uniti presso l’isola di Cipro dove il Palma riscoprì la sua vecchia passione per l’archeologia dando vita sull’isola ad una serie spettacolare di scavi. Vennero recuperati un’ingente quantità di manufatti, di armi, di gioielli del periodo ellenistico che il piemontese spedì ed affidò al nascente Metropolitan Museum di New York. Sempre più catturato dalla febbre da scavo riportò alla luce un tempio con più di settemila oggetti ornamentali tanto da indurre l’amministrazione americana ad affidargli la direzione del Metropolitan Museum e per l’italiano furono anni di fama e gloria. Quando però in tutto il mondo l’attività degli scavi dilagò portando a conoscenza del grande pubblico i ritrovamenti delle grandi civiltà del passato, l’astro del conte Luigi Palma di Cesnola si spense. A lui resta il merito di aver aperto un’accademia militare privata per trapiantati agli albori della guerra civile e di essere stato il primo direttore del Metropolitan Museum di New York.

 

Conte. Il conte Luigi Palma di Cesnola veniva dalla turbolenta Europa in cerca di fortuna e come tanti altri  emigrati  dovette ricominciare da zero. Il suo titolo nobiliare negli States contava poco e l’America di quegli anni stava già scivolando verso la guerra civile.

 

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