G. Dixon, la moneta e il Hunley
na delle
pagine storiche del intera guerra civile americana e della storia
della Marina di tutto il mondo si scrisse il 17 febbraio 1864 ed é
legata a un uomo, una storia... e una moneta. Siamo nel 1861 a
Mobile (Alabama). George Dixon era allora un giovane ingegnere
civile poco più che ventenne, biondo con baffi, assolutamente ignaro
del posto che nella storia avrebbe avuto.
Allo scoppio
della Guerra Civile decise senza esitazioni di arruolarsi nella
fanteria Confederata. Ad attenderlo ci sarebbe stata la sua
famiglia, ma sopratutto, la sua futura sposa, Queenie Bennet, alla
quale lasciò l'impegno del matrimonio. In cambio ricevette una
moneta d'oro da 20 dollari quale portafortuna per le battaglie a
venire.
Il 6 aprile
1862 il luogotenente Dixon prese parte a una delle più sanguinose
battaglie dell'intera guerra a Shiloh (Tennessee) e venne colpito in
pieno torace da una pallottola. Sembrava arrivata la fine. No! La
moneta d'oro che portava nella tasca, deformandosi, attuttì il colpo
e salvò la vita al giovane. In seguito a quel fortunoso episodio,
Dixon fece incidere sulla moneta le parole “Shiloh, April 6,1862. My
life preserver. G.E.D" al posto della scritta - offensiva per un
confederato - "United States of America".
Da quel giorno
quella moneta divenne per il giovane luogotenente un oggetto di
valore senza pari.
Passarono
gli anni e la Confederazione
fu costretta ad usare la fantasia e l'ingegno, avendo iniziato la
guerra senza una sua Marina e dovendo quindi costruirsela partendo
da zero.
Nella città di
Mobile, Horace Lawson Hunley, proprietario di una piantagione e
originario di New Orleans, progettò il primo sottomarino della
storia della Marina. A questo nuovo strumento venne dato il nome
dell'inventore, "Hunley".
La
Confederazione, nel 1864, era strangolata dal blocco dei porti e a
Charleston il generale Beauregard (da sempre aperto a innovazioni
quali le mine subacquee e la prima torpedine "CSS David") si
convinse che quell'arma subacquea fosse, forse, l'unica in grado di
rompere il blocco della baia di Charleston.
Scattarono le
grandi manovre e con grande impegno si riuscì a organizzare ben due
tentativi, ma entrambi finirono
in tragedia con la morte di due
equipaggi, al punto da far esclamare al generale Beauregard: "E’ più
pericoloso per noi che per loro!" La popolazione, invece, pensò a
procurare il soprannome di "peripateticcoffin".
Al contrario
della sua gente, il giovane
Dixon non la pensava cosi e si era convinto che quegli insuccessi
fossero da collegare solo a errori di manovra e decise di offrirsi
(confidando, chissà!, nella sua moneta e nel premio annunciato,
equivalente a oggi a 1,4 milioni di Euro) come primo volontario e
comandante del Hunley. Egli stesso si occupò dell'assunzione
dell'equipaggio, otto uomini in tutto.
L'Hunley era
lungo circa 12 metri e alto 1,3 m e aveva un'asta alla cima della
quale era stata messa una carica di 50 kg di polvere da sparo. Era
spinto da un elica collegata a un argano spinto dagli otto uomini
dell'equipaggio dall'interno, a mano, per mezzo di manovelle.
L'obiettivo della missione era semplice: rompere il blocco nella
rada di Charleston. Così, dopo l'avvento, in quella stessa baia,
delle corazzate che posero fine all'era delle navi di legno, ecco il
17 aprile 1864, a notte fonda, il sommergibile Hunley prendere il
mare ed immergersi per quella missione impossibile destinata a
entrare nella storia e a cambiare molti aspetti della guerra di
marina che avevano resistito per secoli.
L'hunley
dirige diritto verso la nave piu rappresentativa, la USS Housatonic,
di 1250 tonnellate, ignara del suo destino. La sentinella a bordo
nota una strana forma simile a un sigaro avvicinarsi alla nave sotto
il pelo del acqua, giusto il tempo di sparare qualche colpo col suo
fucile ed ecco che un tremendo botto squarcia lo scafo della
Housatonic sotto il livello di galleggiamento facendola affondare in
pochi minuti.
Dixon apre lo
sportello e con la lanterna azzurra annuncia alla costa "Vittoria,
missione compiuta!" la quale risponde con quella bianca onde poter
anche indicare la via del ritorno. Quello fu l'ultimo segnale da
parte del Hunley perche di lì a poco, forse per gli effetti dello
stesso scoppio o per per una manovra errata dovuta alla fretta o
ancora per il sopraggiungere di altre navi, scomparve in fondo al
mare col suo equipaggio. Si sarebbe piu rivisto? Coloro che
l'attendevano come la bella Queenie non lo rividero tornare, ma la
storia avrebbe dato a Dixon l'onore che meritava.
Infine, l'8
agosto 2003, il Hunley fu ripescato davanti a un'affollatissima
platea. Il dr. Neyland, responsabile del restauro, esaminando
l'interno dello scafo, ritrovò i resti di indumenti, scarpe, un
orologio fermo all'ora dell'affondamento e in mezzo a pochi stracci
una moneta d'oro deformata. Il 17 aprile 2004, 140 anni dopo, una
folla di quasi 50mila persone ha assistito ai funerali con gli onori
militari a Dixon e il suo equipaggio, tributando l'onore atteso a
lungo e legato a una moneta.
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