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A cura di Romano Campanile

CSS Alabama

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olte storie affascinanti di pirati, corsari, navi, battaglie navali da sempre affascinano intere generazioni di persone. Una delle più incredibili si visse durante la Guerra Civile ed ebbe come protagonisti una nave e il suo comandante, le cui gesta divennero leggendarie da una parte della barricata, terrificanti dall’altra.

La storia che vi raccontiamo è quella della nave  “CSS Alabama” e del suo comandante, Raphael Semmes.

L’incontro tra i due avvenne nel 1862. La CSS Alabama era stato fabbricata a Birkenhead, in Inghilterra, per essere poi inviata a Porto Praya (Azzorre) dove Semmes fu inviato a prenderne il comando. Semmes, però, non si limitò a questo, ma decise di potenziarla al massimo armandola con cannoni e completandone l’allestimento, fino a trasformarla in una nave di 1.050 tonnellate destinata a diventare la più famosa della marina della Confederazione sudista. La Confederazione, infatti, la acquistò per contrastare sui mari, con una guerra tipicamente corsara, il blocco e il traffico mercantile navale imposto dalle autorità unioniste.

Quando inizio la famosa “crociera” della CSS Alabama, iniziò anche un forte stato di scacco al commercio marittimo degli Stati Uniti che non fu più recuperato.

Il “matrimonio” tra il comandante e la sua nave durò ben 22 mesi nel corso dei quali furono percorse 65.000 miglia marittime.

 

Raphael Semmes era nato a Baltimora ove rimase orfano quando aveva appena 10 anni. Questo fatto lo costrinse a cercare subito un lavoro e molto presto iniziò la vita di marina. Semmes era conosciuto da tutti come un ufficiale umano e come un autentico gentiluomo per il trattamento di riguardo che riservava ai prigionieri e per l’affetto sincero che aveva per il suo equipaggio che spesso chiamava “i miei ragazzi”; era altresì un capitano coraggioso e instancabile, tant’è che con la sua nave fece soffiare i venti della Guerra Civile fin nei mari più lontani. Distrusse per lo più navi mercantili, ma non rifuggiva lo scontro con navi da guerra. Ne è un valido esempio l’affondamento della USS Hatteras che l’Alabama distrusse dopo una battaglia durata appena 13 minuti al largo delle coste del Texas l’11 gennaio 1863.

L’Alabama affondò 20 navi in due soli mesi nell’Oceano Atlantico, dopo di che percorse le coste di Terranova, del golfo del Messico e del brasile, sino all'isola sperduta di Fernando Da Noronha dove installò una propria base di appoggio logistico.
Nei 6 mesi successivi fece rotta per l’Oceano Indiano, passando per il Capo di Buona Speranza dove affondò altre 7 navi unioniste.

Il Segretario di Stato americano dell’Unione, Gideon Welles, scrisse sconsolato di essere sull’orlo di una brutta crisi di nervi per essere costretto a sottrarre inutilmente al blocco navale [applicato agli stati della Confederazione, NdA] molte delle navi migliori per la ricerca in tutti i mari di quella nave fantasma introvabile che lui stesso definì “il lupo di Liverpool”. In effetti l’Alabama e Semmes erano inarrestabili e introvabili. La loro fama li anticipò persino a Singapore i giornali locali diedero alla CSS Alabama il nome di “nave fantasma” (poiché sembrava comparire dal nulla). A Singapore successe anche un fatto che ha dell’incredibile, ma che ben dimostra il terrore che incutevano l’Alabama e il suo equipaggio. In quel tempo c’erano ben 18 navi unioniste ancorate a Singapore e bastò che qualcuno avvertisse i comandanti dell’arrivo dell’Alabama perché questi cadessero in uno stato di panico e terrore, fino alla decisione di tentare il camuffamento della propria nazionalità sui registri del porto e in quelli di bordo. Per alcune di loro fu tutto inutile. L’Alabama affondò ben 65 navi nella sua crociera intorno al mondo e Semmes divenne l’uomo più amato nel Sud e il più odiato nel Nord (il quale, a causa delle sue gesta, dovette registrare una perdita secca di 6 milioni di dollari dell’epoca).

Semmes seppe dimostrare di avere un animo nobile specialmente in occasione dell’ammutinamento di parte dei suoi uomini d’equipaggio. Per punirli decise di prenderli a… secchiate d’acqua! Quella decisione fece sorridere gli ammutinati che pensarono, per un momento, di scamparsela con poco, salvo poi implorare perdono per la difficoltà a respirare sotto i continui getti. Dopo la punizione gli uomini furono mandati a riposare. Nessun ammutinamento ci fu più sull’Alabama.

Infine, come in molte tra le più belle storie leggendarie, spesso arriva il finale drammatico. L’Alabama, dopo due anni di gesta su tutti i mari del mondo, aveva bisogno di essere messa in bacino per restauri, cosa che avvenne nel porto di Cherbourg, in Francia.

Stavolta, però ad attenderla all’uscita del porto vi era una poderosa nave da guerra unionista, il Kearsage. Era il 19 giugno 1864. Nonostante la nave unionista fosse più armata, in migliori condizioni e meglio corazzata, Semmes accolse quella che sarebbe stata la sua ultima sfida in una battaglia al largo delle coste francesi che attirò oltre 15.000 curiosi appostati sulle coste e sulle barche (una di queste ospitava un pittore dal grande futuro, E. Monet, che dipinse la scena).

Uscendo dal porto a tutto vapore le due navi si affrontarono in una tremenda battaglia al termine della quale, per i motivi già citati, l’Alabama ebbe la peggio, affondando e trascinando nei fondali la sua storia.

Molti marinai perirono, ma Semmes e altri 41 naufraghi furono soccorsi da altre navi e poterono cosi far ritorno da eroi negli stati del Sud dove presero ancora parte a azioni di guerra sul mare.

Dopo la guerra fu tentato un processo contro Semmes, tanto era l’odio nel Nord per lui, nel tentativo di condannarlo, ma fu un tentativo vano.

Semmes scrisse le sue memorie a Mobile dove trascorse gli ultimi anni della sua vita fino alla morte, giunta il 26 agosto 1877.

L’Alabama riposò a lungo a 58 metri di profondità dove fu scoperta solo nel 1985. Oggi i suoi cannoni, che tanto terrore seminarono, ancora incutono timore nel museo marittimo di  Cherbourg; un timore che nasce dalla conoscenza delle gesta di un corsaro del west e della sua nave fantasma.

 

Tragedia. Scattarono le grandi manovre e con grande impegno si riuscì a organizzare ben due tentativi, ma entrambi finirono in tragedia con la morte di due equipaggi.

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Sotto: Alcuni ritratti di Raphael Semmes

La CSS Alabama

 

 

 

 

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