Incontro tra vecchie glorie
ra la notte dell’8 aprile alla vigilia della
domenica delle Palme. Quella notte Grant non riuscì a prendere
sonno, una forte emicrania lo tormentava ma di buon mattino era già
in sella per raggiungere le truppe del generale Sheridan.
Alle 11,50 un attendente consegnò a Grant una
lettera: proveniva dal generale Lee.
Nelle poche righe il vecchio condottiero
sudista chiedeva di trattare la resa ricevendo da Grant una risposta
immediata, accettando quel colloquio.
Poi il generale dell’Unione si accinse a
proseguire a cavallo verso Appomatox. Il colonnello Babcock venne
inviato da Grant per recare a Lee la risposta con l’accettazione del
colloquio richiesto e dopo un breve percorso a cavallo trovò il
generale Lee presso la strada principale sotto l’ombra di un melo.
Da li Babcock proseguì con il generale sudista
ed il suo segretario Marshall, quello che aveva scelto la casa per
l’incontro.
Una volta entrato nel soggiorno della casa,
Robert Lee avrebbe atteso l’arrivo del suo vittorioso avversario.
Il generale dell’esercito nordista, quando
giunse in vista del villaggio di Appomatox, si sentiva meglio,
l’emicrania era scomparsa, forse anche per la buona notizia della
resa confederata, e ciò lo aveva messo di buon umore.
C’era solo una cosa di cui Grant si rammaricava
ed era quella di non aver potuto presentarsi in modo migliore a
quell’incontro.
Il generale non amava le divise con tanti
fronzoli, poiché in guerra non servivano ed il suo bagaglio che
conteneva l’alta uniforme era rimasto nelle retrovie. Qualche
attendente si adoperò per fare delle ricerche, ma si capì ben presto
che il bagaglio che conteneva l’alta uniforme del generale non
sarebbe mai arrivato per tempo ad Appomatox Court House.
Robert Lee, nel frattempo, in compagnia del suo
segretario Marshall aveva lasciato il suo amato Traveller (il suo
cavallo) nei pressi della casa dei Mac Clean, una casa qualunque che
sarebbe passata alla storia dove quella famiglia di fattori era
pronta ad assistere al grande avvenimento con grande rispetto e con
il tipico distacco dei civili.
Mentre il generale Lee stava chiacchierando
tranquillamente con il proprietario, ecco sopraggiungere Grant con
il suo stato maggiore.
Anche se non tutti sanno che ciò fu solo una
coincidenza o uno scherzo del destino (il bagaglio personale di
Grant dimenticato nelle retrovie) il contrasto tra i rappresentanti
di due mondi non poteva essere quel giorno più evidente.
Quando Grant entrò nella casa, i due finalmente
si trovavano di fronte. Robert Lee impeccabile, in alta uniforme con
l’elsa della sciabola d’oro al fianco, la barba bianca che gli
conferiva un aspetto aristocratico - anche se il volto e lo sguardo
non erano più quelli di una volta -, gli occhi intrisi di
malinconia, ed Ulisses Grant con la divisa da battaglia, gli stivali
infangati per la recente cavalcata, lo sguardo deciso, fiero ma
umano.
Quel simbolismo così forte sembrò confermare il
cambio di testimone alla guida del paese in cui l’ovest e il medio
ovest si sostituivano al sud in cui le vecchie tradizioni di un
mondo rurale avrebbero fatto spazio ad un mondo tecnico, operativo,
frenetico che non guardava più a sud ma verso il west.
Così i due generali, uno in stile Napoleonico,
l’altro in stile western, si accingevano ad iniziare il colloquio. |