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A cura di Stefano Jacurti

Incontro tra vecchie glorie

E

ra la notte dell’8 aprile alla vigilia della domenica delle Palme. Quella notte Grant non riuscì a prendere sonno, una forte emicrania lo tormentava ma di buon mattino era già in sella per raggiungere le truppe del generale Sheridan.

Alle 11,50 un attendente consegnò a Grant una lettera: proveniva dal generale Lee.

Nelle poche righe il vecchio condottiero sudista chiedeva di trattare la resa ricevendo da Grant una risposta immediata, accettando quel colloquio.

Poi il generale dell’Unione si accinse a proseguire a cavallo verso Appomatox. Il colonnello Babcock venne inviato da Grant per recare a Lee la risposta con l’accettazione del colloquio richiesto e dopo un breve percorso a cavallo trovò il generale Lee presso la strada principale sotto l’ombra di un melo.

Da li Babcock proseguì con il generale sudista ed il suo segretario Marshall, quello che aveva scelto la casa per l’incontro.

Una volta entrato nel soggiorno della casa, Robert Lee avrebbe atteso l’arrivo del suo vittorioso avversario.

Il generale dell’esercito nordista, quando giunse in vista del villaggio di Appomatox, si sentiva meglio, l’emicrania era scomparsa, forse anche per la buona notizia della resa confederata, e ciò lo aveva messo di buon umore.

C’era solo una cosa di cui Grant si rammaricava ed era quella di non aver potuto presentarsi in modo migliore a quell’incontro.

Il generale non amava le divise con tanti fronzoli, poiché in guerra non servivano ed il suo bagaglio che conteneva l’alta uniforme era rimasto nelle retrovie. Qualche attendente si adoperò per fare delle ricerche, ma si capì ben presto che il bagaglio che conteneva l’alta uniforme del generale non sarebbe mai arrivato per tempo ad Appomatox Court House.

Robert Lee, nel frattempo, in compagnia del suo segretario Marshall aveva lasciato il suo amato Traveller (il suo cavallo) nei pressi della casa dei Mac Clean, una casa qualunque che sarebbe passata alla storia dove quella famiglia di fattori era pronta ad assistere al grande avvenimento con grande rispetto e con il tipico distacco dei civili.

Mentre il generale Lee stava chiacchierando tranquillamente con il proprietario, ecco sopraggiungere Grant con il suo stato maggiore.

Anche se non tutti sanno che ciò fu solo una coincidenza o uno scherzo del destino (il bagaglio personale di Grant dimenticato nelle retrovie) il contrasto tra i rappresentanti di due mondi non poteva essere quel giorno più evidente.

Quando Grant entrò nella casa, i due finalmente si trovavano di fronte. Robert Lee impeccabile, in alta uniforme con l’elsa della sciabola d’oro al fianco, la barba bianca che gli conferiva un aspetto aristocratico - anche se il volto e lo sguardo non erano più quelli di una volta -, gli occhi intrisi di malinconia, ed Ulisses Grant con la divisa da battaglia, gli stivali infangati per la recente cavalcata, lo sguardo deciso, fiero ma umano.

Quel simbolismo così forte sembrò confermare il cambio di testimone alla guida del paese in cui l’ovest e il medio ovest si sostituivano al sud in cui le vecchie tradizioni di un mondo rurale avrebbero fatto spazio ad un mondo tecnico, operativo, frenetico che non guardava più a sud ma verso il west.

Così i due generali, uno in stile Napoleonico, l’altro in stile western, si accingevano ad iniziare il colloquio.

 

L'incontro. Mentre il generale Lee stava chiacchierando tranquillamente con il proprietario, ecco sopraggiungere Grant con il suo Stato Maggiore.

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Sotto: la casa in cui si firmò la resa

Un bel ritratto del Generale Lee

 

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