I colori della Confederazione
copricapo -
Il 19 aprile del 1861 il Dipartimento della Guerra della
Confederazione ordinò di dotare tutti i soldati dell’esercito
regolare di un berretto e 6 giugno furono forniti ulteriori
dettagli: erano molto simili, dalla descrizione, ai chepì francesi
fatti di tela olona o lino con nappe colorate a seconda del ramo di
servizio ossia rosso per l’artiglieria, azzurro per la fanteria e
giallo per la cavalleria.
Il 24 gennaio del ’62 l’ordinanza fu rivista: le nappe scomparvero
e da allora i colori d’arma si sarebbero dovuti portare sui lati e
sui cocuzzoli dei berretti accompagnati da strisce di blu scuro. Sui
berretti apparivano anche le distinzioni di grado per ufficiali: tre
strisce dorate davanti e sul lati per gli ufficiali di “campo”, due
per i capitani e una per i tenenti. Sul cocuzzolo delle cordicelle
in numero pari a quello delle strisce dovevano formare un nodo a
quadrifoglio. I soldati semplici, nella parte frontale, dovevano
portare il numero di reggimento. I cosiddetti havelocks – le tele
parasole sulla nuca, come quelli della Legione Straniera - erano
previsti per l’estate mentre per il maltempo era prevista una tela
cerata a copertura del berretto. In realtà il regolamento non fu
quasi mai rispettato: un soldato dei Richmond Howitzers appare in
una foto con un semplice berretto fatto di lana grigia, con la
visiera fatta di cartoncino. Moltissimo poi indossavano
semplicemente un cappello a cencio simile a quello che avevano nella
vita civile e molti degli esemplari conservati nei musei hanno una
tesa che va dai 2 pollici ai 4 pollici con un sottile nastro di seta
intorno alla calotta: secondo molte foto dell’epoca essi erano di
colore scuro (probabilmente marrone o nero) o più chiaro (forse
grigio o tonalità di marrone più chiaro).
Un soldato fotografato nel maggio del ’64 porta sul suo berretto a
cencio una sorta di distintivo – un tentativo di rispettare, almeno
parzialmente, il regolamento – in cui si legge “Al 4” il che
fa supporre trattarsi di un uomo del 4° Reggimento Alabama.
GIUBBE
Le giubbe per ufficiali.
- L’ordinanza Generale n.4 del ’61 prevedeva che tutti gli ufficiali
dovessero indossare giubbe grigie a doppio petto con falda di
lunghezza compresa fra l’anca e il ginocchio. Sul retro della falda
erano previsti quattro bottoni in linea (i bottoni erano in ottone)
con gli ultimi bottoni dell’allacciatura frontale e colletto dritto.
Sui polsini erano previsti tre bottoncini mentre il petto era
chiuso da una doppia fila di sette bottoni. Sul colletto rialzato
venivano ricamati i distintivi di grado:
una, due o tre sbarrette dorate alte ½ pollice (quella in alto
lunga 3 pollici) indicavano un sottotenente, tenente e capitano
rispettivamente; una, due o tre stellette dorate di 1 pollice e ¼
indicavano invece un maggiore, un tenente colonnello e un
colonnello. La fodera interna era in cotone ed era grigia, bianca o
marrone.
Su ogni manica appena sopra i polsini, sagomati a punta, era
previsto l’Austrian Knots, i nodi in passamaneria dorata dotati di
una spighetta per i tenenti, due per i capitani e tre per gli
ufficiali di campo. I polsini e i colletti dovevano essere del
colore dell’arma. Il tutto era raramente portato in battaglia. Molti
ufficiali preferivano una redingote simile a quella civile con
colletto ripiegato su cui facevano ricamare i gradi o una corta
giubba detta roundabouts.
Un’altra variante era la sack coat la normale giacca da giorno
indossata dai civili borghesi con i distintivi di grado cuciti
sopra.
Le giubbe dei soldati e
dei sottoufficiali -
I soldati avevano, sempre stando al regolamento, una giubba come
quella degli ufficiali priva dei distintivi di grado, del nodi e con
due bottoni sui polsini. I sottoufficiali avevano poi, cuciti uno
alla volta sulle maniche (mentre i nordisti prima li cucivano
assieme e poi li applicavano alla manica) i galloni con le punte
verso il basso. Il colore dei galloni era quello dell’arma – come
per gli ufficiali – ed erano: due per il caporale, tre per il
sergente, tre galloni e un diamante per il sergente di picchetto,
tre galloni e tre barrette per il Quartermaster sargeant, tre
galloni e una stella per il sergente del commissariato armi e
munizioni, tre galloni e tre archetti per il sergente maggiore.
Da studi fatti sulle fotografie giunte fino ad oggi pare che ben
pochi sottoufficiali portassero effettivamente i distintivi di grado
probabilmente perché ciò li rendeva un facile bersaglio.
Visto l’alto costo dei tessuti, così come per gli ufficiali, ben
pochi portarono queste divise durante le campagne ripiegando sui più
economici sack coat o roundabout.
Il numero di bottoni della chiusura di questi ultimi non era
uniforme (variava da cinque a dieci) e le divise con guarnizioni
che identificavano l’arma d’appartenenza erano pochissime.
Le giacche avevano normalmente due tasche interne (chiuse da
bottoni in osso) e altre, in numero variabile, venivano ricavate
esternamente.
Per chiudere il discorso sulle giubbe: il famoso colore grigio.
Esso non era uniforme in tutti i reparti: andava da una tonalità
molto scura – soprattutto nei virginiani – a tonalità
grigio-marroni. Ma, sorpresa, alcune indicazioni (provenienti da
fonti che vanno dal ministero della Guerra a Richmond fino a soldati
unionisti) danno il marrone come colore più diffuso almeno fino a
metà del conflitto perché era un colorante facile da ottenere in
quanto ricavato dal butternut, un albero molto diffuso, che dava
alle divise un colore che andava dal marrone al giallo sabbia.
Il gilè -
Il gilè non era previsto ma facendo parte del guardaroba
dell’americano medio dell’epoca veniva indossato sotto la giacca,
specie in inverno.
Era fatto in lana leggera o cotone misto lana di colore grigio o
marrone, con la parte posteriore in raso marrone o nero con un
cinturino per regolarne la larghezza posto a due pollici circa dal
bordo inferiore. La fodera era in cotone bianco.
I bottoni -
I bottoni erano fatti in ottone, di diametro fra il pollice e i 7/8
di pollice, almeno all’inizio anche se poi, durante il conflitto
furono distribuiti nei più economici rame, peltro, osso o legno.
Avevano, sempre inizialmente, le lettere per distinguere le armi:
“A” per l’artiglieria, “I” per la fanteria (infantry in inglese),
“R” per rifleman,”C” per la cavalleria.
Nel prosieguo del conflitto si diffusero e soppiantarono i primi,
bottoni con scritto “CSA” o “CS”.
Camicie -
Stando ai regolamenti ad ogni uomo dovevano essere distribuite tre
camicie di flanella rosse o bianche. Si infilavano dalla testa un
po’ come le polo odierne e in un secondo tempo la flanella fu
sostituita dal cotone. Furono importate anche camicie dall’estero ed
in una foto si vede un tenente del 1° Artiglieria della Virginia con
una camicia a strisce bianche e blu tipiche del British Army. Molto
spesso i soldati indossavano camicie portate da casa.
Cravatte -
Secondo i regolamenti i soldati avrebbero dovuto avere collaretti
rigidi in pelle ma non fu mai tentata neppure la distribuzione. Del
resto un uomo scrisse al fratello «mandami pure dei vestiti se puoi
tranne le cravatte: i ragazzi mi riderebbero dietro!»
Pantaloni -
Il 19 aprile del 1861 l’Esercito Confederato dichiarò che avrebbe
distribuito dei pantaloni grigio-acciaio ma il 25 maggio apparve sul
“Picayune” di New Orleans un articolo che annunciava la
distribuzione di pantaloni celesti il che era perfettamente in linea
con l’ordinanza n.4 che prevedeva, appunto, pantaloni di tale colore
con bande larghe 1 pollice e ¼ del colore dell’arma.
Il che provocò non pochi problemi perché come affermò il generale
Cleburn i suoi uomini furono falciati dall’artiglieria confederata
in quanto scambiati per federali.
Il regolamento fu quindi ignorato e si iniziò a distribuire
pantaloni grigi o marroni fatti di lana o, soprattutto alle truppe
dell’ovest, in jeans, con due tasche anteriori, in alcuni anche un
taschino per l’orologio, e delle asole in vita per permettere il
passaggio di una cordicella per poterne regolare la taglia anche se
molti preferivano l’uso di bretelle.
I mutandoni -
Una delle poche cose che il sud non lesinò mai furono i mutandoni
in cotone bianco!
Arrivavano fino a circa 2/3 della gamba ed erano dotati di asole
per permettere di stringerli a piacere; in vita uno spacco
permetteva il passaggio di un cinturino per regolare la taglia e un
bottone in vita e uno sulla patta permettevano la chiusura
anteriore.
Le ghette -
Queste non erano previste dal regolamento e, giustappunto, erano
uno degli articoli più diffusi, almeno all’inizio del conflitto!
Erano il tela olona con un cinturino in pelle per permettere di
fissarle sotto la scarpa e arrivavano fin sotto il ginocchio.
Stivali -
Quando si parlava di stivali, ironicamente, si distinguevano in
ankle of Jefferson e Jefferson: i primi erano riservati agli
ufficiali.
Erano prodotti in loco o importati dall’Inghilterra ed erano i
pelle nera o rossastra, dotati di punta quadrata e arrivavano fino
alla caviglia: ne venivano distribuiti quattro paia.
Quelli inglesi erano foderate di carta pressata che si disfacevano
appena bagnati ma non è che quelli prodotti al sud fossero poi
migliori in quanto fatte in pelle semiconciata: dopo una settimana,
stando ai veterani, il tacco partiva e la tomaia doveva prendere il
posto della suola; in più, se il clima era caldo e secco si
incartapecorivano e diventavano strette; se il clima era umido
s’infradiciavano e il piede ci ballava la giga.
Si ricorreva quindi all’arte d’arrangiarsi, pena rimanere scalzi.
Molti ricavavano dalla pelle di vacca una sorta di mocassino con cui
ricoprire le proprie calzature d’ordinanza in modo che in inverno
fossero ben coperte: in questo modo avevano uno stivaletto decente
da portare per il resto dell’anno. Oppure si facevano direttamente
un mocassino usando strisce di cuoio per cucirlo o li rubavano ai
nordisti morti o prigionieri.
Gli ufficiali a cavallo e i cavalleggeri avevano stivali alti fino
al ginocchio.
Cappotti -
Teoricamente, sempre secondo il regolamento, i soldati avrebbero
dovuto ricevere un cappotto grigio-blu a doppi petto e con
mantellina lunga fino al gomito per i fanti e fino ai polsi per i
cavalleggeri. In realtà ci si arrangiava con abiti confezionati a
casa e chi lo aveva lo divideva con i commilitoni, specialmente
quando dovevano montare di guardia la notte. Anche qui valeva la
regola dell’economia e venivano colorati con il butternut ed esso
conferiva loro un colore marrone o giallo-sabbia
Fusciacche -
Gli ufficiali di artiglieria e fanteria avevano fusciacche color
rosso in seta, con una frangia dorata e che doveva pendere per non
più di 18 pollici dal giro vita, da portare sotto il cinturone della
spada. Gli ufficiali di cavalleria ne avevano una simile ma gialla.
I sergenti ne avevano anch’essi una ma in lana pettinata. In
battaglia non venivano portate.
Gli equipaggiamenti
Giberna portacapsule -
La giberna dei sudisti era fatta in pelle nera o marrone profonda
due pollici e mezzo e larga 1 pollice e ¼ con una pattina interna e
una esterna, quest’ultima che ricopriva tutta la superficie
anteriore. La forma più comune della pattina era quella a “scudo”
con al centro una linguetta per chiuderla, raramente portavano
incise le lettere CS. Tuttavia molti soldati non le usavano
preferendo tenere le capsule in tasca.
Baionetta e fodero. -
La baionetta prodotta nel sud aveva una lama da 18 pollici con un
innesto per il moschetto, a forma triangolare, da 3 pollici. Erano
anche in uso sciabole-baionette da 22 pollici di lama con un manico
da 5 pollici. I foderi erano in cuoio nero o marrone con la punta in
ferro o stagno.
Cartucciere -
Le cartucciere erano di due modelli: uno da portare a tracolla, con
due scomparti per 20 cartucce più una tasca anteriore posta sotto le
pattine (chiuse da bottoni in ottone, legno o stagno) di chiusura e
l’altro modello era da portare alla cintura. Questo era dotato di un
solo grande scomparto per 40 cartucce. I contenitori erano fatti in
stagno ricoperti di cuoio nero o marrone così come le bandoliere o
le cinture.
Fondine -
Le fondine erano realizzate in cuoio nero o marrone, con una
pattina che copriva la pistola. La chiusura era realizzata in ottone
oppure erano semplici linguette da infilare in una fessura
realizzata sulla parte anteriore della fondina. L’arma era portata
con il calcio rivolto all’indietro.
Bisacce -
Le bisacce erano realizzate in tela di cotone bianco che avrebbero
dovuto riportare il nome e il numero reggimentale, la lettera della
compagnia e il numero di matricola del soldato.
Una seconda borsa era cucita internamente alla bisaccia in modo da
tenere il cibo separato dal resto. Spesso i soldati, appena
potevano, si procuravano bisacce sottratte ai nordisti meglio
impermeabilizzate e più robuste.
Le borracce -
Le borracce erano a forma di tamburo realizzate in due parti in
stagno e saldate poi assieme. Il beccuccio per bere erano anch’esso
in stagno chiuso da un tappo di legno o sughero. Il diametro della
borraccia variava dai 5 a 7 pollici ed era profonda dal ½ pollice ai
2 pollici e ½.
Gli zaini -
Gli zaini non erano altro che borse flosce di 15 per 16 per 3
pollici con cinghie di 1 pollice che s’incrociavano a X e venivano
fissate con fibbie realizzati in tela nera: venivano marcati in
bianco per la fanteria e in giallo per l’artiglieria e portavano il
numero reggimentale esternamente mentre la lettera di compagnia e la
matricola del soldato erano segnati internamente.
Le coperte -
Le coperte erano marrone chiaro, fatte di lana tessuta a spina di
pesce di circa 5 piedi quadrati, bordati di una striscia marrone
scuro di circa 5 pollici.
Le tende -
Le tende erano realizzate con quattro strati di cotone cuciti
assieme e impermeabilizzate con inefficace olio siccativo.
Tuttavia esse erano assai poche e venivano, di conseguenza
riservate ai quartier generali.
Le armi
Fucili per fanteria -
I Confederati nelle prime fasi del conflitto dovettero
accontentarsi spesso di vecchi moschetti ad anima liscia ex pietra
focaia convertiti all’uso delle capsule.
Poi riuscirono a procurarsi armi più moderne, rigate e a
percussione ad avancarica in parte sottratte al nemico e poi
copiate, come il fucile Springfield M1861 federale o il britannico
Enfield P1853 entrambi calibro .58 (quest’ultimo venne anche
importato). Altri fucili furono importati dalla Francia, dal Belgio
e dall’Austria. La principale produzione di armi fu a Fayetteville;
privati come la Cook & Brother produssero copie dell’Enfield. Tutte
queste armi avevano i passanti per la cinghia (fatta in tela di
cotone rinforzata in pelle) ma non tutti l’ebbero.
Altri fucili usati furono il Kerr britannico usato per il
cecchinaggio.
Fucili per cavalleria -
Il fucile per cavalleria standard non era altro che la versione
corta dell’Enfield. La cavalleria nordista usa già da tempo armi a
cartucce d’ottone e a retrocarica come gli Sharps, o a ripetizione
come gli Spencer. La Confederazione non aveva strutture per produrre
le cartucce quindi anche le armi sottratte al nemico – pur prede
ambitissime – erano spesso inutilizzabili. Altri fucili a
retrocarica usati furono i Maynard o i Morse ma in quantità
estremamente ridotte.
Le rivoltelle -
L’arma più diffusa era la Colt da sei colpi in calibro .36.
Un altro modello diffuso era la Northern Whitney anch’essa calibro
.36 più altri modelli importati da Francia e Gran Bretagna.
Le sciabole -
I modelli impiegati dai Confederati si rifacevano a quelli
impiegati dai federali e rimando la descrizione dettagliata alla
sezione dedicata al Nord. La principale differenza stava nel fatto
che avevano una sola scanalatura ed erano molto meno rifinite. Le
impugnature erano ricoperte di pelle marrone e fissate con un
semplice giro di filo di rame, spesso non ritorto. Le else erano
rozzamente stampate se non semplicemente ottenute a martellate da
fogli d’ottone.
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