Betonville, preludio della fine
entre l'armata della Virginia a Petersburg
poneva l'ultima resistenza a Grant, sul fronte della Carolina il
Generale Shermann avanzava senza posa verso il congiungimento con le
forze del Generale Schonfield, al fine di piombare alle spalle di
Lee che già aveva i suoi problemi a contrastare Grant. La situazione
era disperata ed era necessario agire subito.
Invano l'armata sudista del Tennessee, prima
agli ordini del prudente Johnston e poi del coraggioso ma
scriteriato Hood, aveva tentato di contrastare Shermann. Ora,
persino senza un comandante, visto che Hood - senza più alcuna
fiducia da parte dei suoi uomini sconfitti e demoralizzati - aveva
dato le dimissioni, si trovava accampata a Tupelo nel Mississippi.
Le condizioni dell'armata del Tennessee erano
pietose, ma si trattava pur sempre di veterani che avevano
costituito una forza non indifferente.
Fu a questo punto che il Generale Lee decise di
inviare il Generale Beauregard a Tupelo per vedere il da farsi e
cominciare a spostare quel che restava dell'armata nella Carolina e
per riorganizzarla, nell'ultimo disperato tentativo di intralciare
il cammino di Shermann.
Come sollevare il morale di quei soldati e
ridare loro fiducia? Ci voleva qualcuno che godesse del loro
rispetto e in cui avevano avuto fiducia; cosi il 22 febbraio 1965
Lee invia un telegramma urgente (non dopo aver fatto una franca
discussione col presidente Davis al riguardo...) all'unica persona
che avrebbe potuto riuscire a risollevare i soldati del Tennessee.
Una persona che i soldati conoscevano bene. Una persona che veniva
chiamata "il vecchio Joe", il Generale Joseph E. Johnston.
Egli si trovava nella sua dimora a Lincolton
nel North Carolina. Partì subito un telegramma che diceva: "Assume
command of the Army of Tennessee and all troops in Department of
South Carolina, Georgia, and Florida. Assign General Beauregard to
duty under you, as you may select. Concentrate all available forces
and drive back Sherman". Il messaggio era chiaro e invitava ad
assumere il comando delle forze del Sud per tentare di allontanare
Shermann.
Il generale confederato accolse la richiesta di Lee e si recò presso
la sua armata, o quello che ne rimaneva, appena 11.000 uomini che
erano stati trasferiti a Macon (Georgia) e poi a piedi a
Greensborough (North Carolina) per riunirli ai soldati del Generale
William Joseph Hardee. Erano altri 14.500 uomini ai quali si
aggiunsero quelli della cavalleria del Generale Generale Joseph
Wheeler (altri 7.000 uomini), altri 1.000 miliziani locali e, in
seguito, ulteriori 2.500 soldati al seguito del Generale Bragg. In
tutto si riuscì a mettere insieme 34.000 uomini. Shermann aveva
forze molto maggiori, ma altro non si poteva fare.
Shermann e Schonfield stavano per riunirsi
presso Goldsborough, portando cosi a 90.000 gli uomini delle loro
forze congiunte.
Johnston doveva agire in fretta prima che ciò accadesse.
Arrivò a Raleigh, la capitale della North
Carolina, e rivide i soldati che avevano combattuto con lui nella
campagna di Atlanta, ma la situazione dell'armata era ben diversa da
quella che aveva lasciato lui.
Il "vecchio Joe" venne comunque accolto con
entusiasmo e una donna raccontò che vide i soldati marciare
rincuorati dalla presenza del loro vecchio generale cantando canzoni
a squarciagola.
L'idea era di colpire Sherman e Schofield prima
che riuscissero nell'intento di riunire le loro già ingenti forze.
Perciò Johnston inviò il Generale Bragg e il Generale Hill a
bloccare l'avanzata di Schofield, il più vicino alle forze sudiste.
Era l'8 marzo 1865 e dopo l'attacco a Schofield
sarebbe arrivato il turno di Sherman.
Bragg e Hill intercettarono Schofield, ma non riuscirono a batterlo
e, anzi, furono costretti alla fuga dopo una sonora batosta. Eppure,
nonostante la sconfitta, i generali sudisti riuscirono almeno a
ritardare l'avanzata dei soldati del Nord e il tempo guadagnato era
ritenuto molto prezioso.
Nel corso di quei pochi giorni Johnston riuscì
a radunare ulteriori forze, in totale 18.000 uomini.
Fu a questo punto che scoprì che Sherman
avanzava su due colonne distanti vari chilometri tra loro. erano le
colonne dei Generali Slocum e Kilpatrick.
Il 19 marzo Johnston decide di attaccare sul
fianco la colonna del Generale Slocum, sperando di isolarla dal
resto degli unionisti.
L'attacco viene programmato presso la località
di Betonville.
I confederati sorprendono la colonna nordista
che avanza, saltando fuori da nascondigli improvvisati presso gli
argini di un fiume e, in un primo momento, riescono persino a
infliggerle perdite considerevoli. Ma il 20 la sorte viene
rovesciata dall'arrivo dei soldati del Generale Oliver O. Howard.
Grazie al suo intervento la situazione si capovolge e i confederati
sono costretti ad abbandonare le loro posizioni e ritirarsi
velocemente lasciandosi dietro 2.000 morti della loro parte e 1.000
di parte nordista.
Il 23 marzo Schofield e Sherman si congiungono
a Goldsbourough.
Johnston si ritira verso la località di Raleight, un sito ideale per
un eventuale ricongiungimento con l'armata di Lee qualora questa
avesse abbandonato le trincee di Petersburg dove si stavano per
giocare le carte decisive della guerra.
A Betonville si chiudeva il sipario su un
estremo tentativo di fermare l'avanzata nordista, partita mesi prima
e vicina ormai alla vittoria finale.
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