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A cura di Omar Vicari

L'amicizia con Wyatt Earp

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na delle prime persone che Wyatt incontrò a Fort Griffin fu John Shanssey che aveva conosciuto nel 1868 a Cheyenne. Chiese informazioni al vecchio amico il quale ribadì dicendo che l’unica persona che avrebbe potuto indicargli qualcosa era Doc Holliday.

“Lo conosci ?” chiese John Shanssey. “di fama”, rispose Wyatt “e dubito che si mostrerebbe cordiale con un rappresentante della legge.”

“Doc ha un debito con me per certi favori” disse Shanssey e credo ti darà una mano se sarò io a chiederglielo.

Con questo preludio ebbe inizio lo straordinario legame tra Doc Holliday e Wyatt Earp che resta da tempo un enigma nella storia del vecchio West e sui cui motivi si è speculato e discusso per tanti anni. Doc Holliday era un uomo scorbutico, un desperado assassino che la storia ha messo nella stessa categoria di Ben Thompson e Wes Hardin. Passava da una rissa a un’altra con la facilità con cui si beve un bicchiere d’acqua, era molto temuto e si meritava l’antipatia di quanti lo conoscevano, fatta eccezione di pochissimi.

Bat Masterson , che lo sopportava solo per compiacere Wyatt Earp, disse che Holliday aveva solo tre qualità : un coraggio incredibile, la lealtà verso gli amici e infine il legame affettivo verso Wyatt.

Lo dimostra il fatto che Doc era pronto a mettere in gioco la propria vita per Wyatt senza pensarci due volte e che nonostante il suo temperamento incontrollabile e il suo amore maniacale per i combattimenti, Doc Holliday era capace di evitare uno scontro se questo fosse stato motivo di imbarazzo per Wyatt.

Ma lasciamo a questo punto che sia lo stesso Wyatt Earp a descrivere l’atmosfera di quell’incontro con le parole che lui dettò a Stuart N. Lake durante la stesura della sua biografia nel 1928.

Per convocare Holliday, Shanssey diede una voce a un uomo seduto lì vicino.

“Il giovane che entrò in ufficio era così magro da tradire l’impressione che ci si faceva di primo acchito sulla sua statura. Era anche insolitamente pallido, per uno che viveva in quelle pianure. Era alto circa un metro e ottanta, ma doveva pesare poco più di sessanta chili. Dava l’impressione di intelligenza e di buona educazione. Fin dal primo istante che lo vidi, Doc Holliday mi affascinò in certo modo,una sensazione che provo ancora oggi a distanza di tanti anni. Aveva occhi grandi e azzurri, incassati nel volto patito, una folta capigliatura ondulata, color biondo cenere, baffetti tagliati corti, un naso regolare e una bocca molto espressiva. Quando Shanssey ci presentò, Doc dovette riprendersi da un eccesso di tosse prima di potermi stringere la mano. Indovinai subito ciò che poi seppi con certezza e cioè che Doc era minato dalla tisi. Quando mi prese la mano, restai sorpreso anch’io. In un corpo a corpo, Holliday le avrebbe prese anche da un ragazzino di quattordici anni, eppure la sua stretta fu potente e decisa, come d’acciaio, tra le dita lunghe e sottili. Forse era questo il segreto della sua grande maestria nei trucchi con le carte e nell’uso della pistola. L’aspetto più incredibile di Doc era forse la gran quantità di whisky che riusciva a ingerire, sebbene l’alcool non gli annebbiasse per niente la testa.

Nonostante i suoi difetti e il suo brutto carattere, trovai però in lui un amico sincero.

In ultima analisi, Doc fu un gentiluomo che la malattia aveva trasformato in un vagabondo di frontiera; un uomo che la vita aveva reso cinico; un uomo quasi morto di consunzione e allo stesso tempo il più abile giocatore di carte e il più temerario, veloce, micidiale pistolero che io abbia mai conosciuto.”

Nel giro di qualche giorno, Holliday  riferì a Earp che Dave Rudabaugh era andato a Fort Davis a ovest del Pecos. Rudabaugh si spostava continuamente e Wyatt lo seguì sino a ritornare a Fort Griffin nel gennaio del 1878. Appena arrivato, venne a sapere che Doc aveva ucciso Ed Bailey a causa di una partita a poker. Doc venne arrestato e sicuramente sarebbe stato linciato se non fosse stato per Kate “Big Nose” Fisher una sbandata appartenuta alla nobiltà ungherese che si accompagnava a Holliday. La donna col coraggio che solo i disperati possono avere, appiccò il fuoco ad un fienile vicino all’albergo dove Holliday era tenuto prigioniero. Confidando nella confusione, Kate con una pistola in pugno, liberò Doc e con due cavalli precedentemente rubati galopparono verso Dodge City. Wyatt intanto, che stava seguendo le tracce di Rudabaugh, venne richiamato urgentemente a Dodge a causa della situazione che Ed Masterson, fratello di Bat, non riusciva più a controllare. Dodge City in quegli anni era veramente un inferno.

Il 9 Aprile 1878, Ed Masterson venne ucciso da due cowboys ubriachi. Nel Maggio del 1878 Wyatt Earp rientrò a Dodge. Durante l’estate di quell’anno Wyatt si trovò a fronteggiare in Front Street una banda di texani ubriachi guidati da Ed Morrison e Tobe Driskill. Vale la pena di ricordare che della banda faceva parte anche il futuro rappresentante della legge Pat Garrett.

Wyatt era sotto il tiro delle pistole dei texani e probabilmente quel giorno sarebbe morto “con gli stivali addosso” se non fosse stato per un tipo alto e magro dai capelli biondo cenere che spuntò all’improvviso dal “Long Branch” saloon con due pistole in pugno. Quell’uomo era Doc Holliday.

I cowboy restarono un attimo sorpresi e questo permise a Wyatt di estrarre le sue pistole.

I texani erano certamente in maggioranza, ma visto chi avevano di fronte, decisero che non era il caso di rischiare. Wyatt non dimenticò mai il favore e l’episodio cementò ancora di più la loro amicizia.

 

Veloce. Doc imparò presto che il buon uso della Colt era essenziale complemento alla sua nuova attività. I risultati che ottenne gli diedero ragione.

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Sotto: Wyatt Earp

Sotto: Virgil Earp

Sotto: Morgan Earp

 

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