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A cura di Sergio Bonelli Editore (Magico Vento)

Serpenti

I

l serpente a sonagli è “l'emblema di una forma di vita letale che non amo, ma ammiro decisamente. Chi assume questo emblema è inflessibilmente individualistico. Non si mischia con la folla, non si allinea alla maggioranza vincente...

Avvolto in un cupo mistero egli percorre le strade segrete dell'astuzia, senza provare pietà ne compassione... non risparmia il piede del Re, e non lascia illesa la mano inconsapevole di un povero innocente... Il suo canto nel buio è la voce stessa della Morte che crepita tra mascelle spolpate.

Egli non venera nulla, non teme nessuno, non abbassa la cresta per alcun motivo. Egli combatte, e il più forte degli uomini è per lui solo una carogna destinata a cose che leccano e che strisciano. Egli è il Signore dei Luoghi Oscuri, e saggi sono coloro i cui piedi non disturbano le sue meditazioni".

Questo colorito brano sul mito del serpente, è di Robert E.Howard (1906-1936), il celebre autore di Conan e spiega in modo impareggiabile l'orrore della "cosa che striscia" e insieme il suo fascino. I giornali del West, specie quelli dell'Arizona e degli Stati del Sud, sono sempre stati pieni di sensazionali notizie su assalti di massa di serpenti a sonagli ai danni di coloni e cowboys (l'immagine in questa pagina è tratta da un magazine dell'epoca).

I bianchi associavano istintivamente il serpente al diavolo, per gli indiani invece il serpente non era necessariamente cattivo. "In molte leggende dei nativi americani, gli umani sposano serpenti e considerano i serpenti loro antenati tribali. Il mio popolo Lakota possiede la leggenda dei Quattro Fratelli Serpente, i quali disobbedirono alla voce dello Spirito del Bisonte e vennero perciò trasformati in serpenti a sonagli giganti.
Persino nella loro nuova forma, questi fratelli continuarono a proteggere i parenti umani e far loro del bene". Così scrive l'acchiappa-serpenti Archie Pire nella sua autobiografia “Il dono del Potere.

Vita e insegnamenti di un uomo-medicina Lakota”. Ma bisogna aggiungere che Zuzeca, cioè lo Spirito del Serpente, è una divinità estremamente permalosa e chi non lo rispetta deve poi subirne la persecuzione.

Finché Zuzeca resta un alleato degli uomini, può condurli a verità spirituali nascoste, ma se diventa un nemico, può portarli alla follia, rivelando loro segreti inconfessabili da cui la mente cerca di difendersi.

Ai bianchi queste sottili distinzioni non interessavano.

Per loro, i serpenti erano bestiacce schifose da sterminare. Punto e basta.

In altre parole, gli indiani si proteggevano con il rispetto, i bianchi con un disprezzo che sotto un'apparente "disinvoltura" nascondeva, però, paure ataviche, ossessioni religiose e autentiche fobie.

 

Strisciano. Egli combatte e il più forte degli uomini è per lui solo una carogna destinata a cose che leccano e che strisciano.

 

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