Serpenti
l serpente a sonagli è “l'emblema di una forma
di vita letale che non amo, ma ammiro decisamente. Chi assume questo
emblema è inflessibilmente individualistico. Non si mischia con la
folla, non si allinea alla maggioranza vincente...
Avvolto in un cupo mistero egli percorre le
strade segrete dell'astuzia, senza provare pietà ne compassione...
non risparmia il piede del Re, e non lascia illesa la mano
inconsapevole di un povero innocente... Il suo canto nel buio è la
voce stessa della Morte che crepita tra mascelle spolpate.
Egli non venera nulla, non teme nessuno, non
abbassa la cresta per alcun motivo. Egli combatte, e il più forte
degli uomini è per lui solo una carogna destinata a cose che leccano
e che strisciano. Egli è il Signore dei Luoghi Oscuri, e saggi sono
coloro i cui piedi non disturbano le sue meditazioni".
Questo colorito brano sul mito del serpente, è
di Robert E.Howard (1906-1936), il celebre autore di Conan e spiega
in modo impareggiabile l'orrore della "cosa che striscia" e insieme
il suo fascino. I giornali del West, specie quelli dell'Arizona e
degli Stati del Sud, sono sempre stati pieni di sensazionali notizie
su assalti di massa di serpenti a sonagli ai danni di coloni e
cowboys (l'immagine in questa pagina è tratta da un magazine
dell'epoca).
I bianchi associavano istintivamente il
serpente al diavolo, per gli indiani invece il serpente non era
necessariamente cattivo. "In molte leggende dei nativi americani,
gli umani sposano serpenti e considerano i serpenti loro antenati
tribali. Il mio popolo Lakota possiede la leggenda dei Quattro
Fratelli Serpente, i quali disobbedirono alla voce dello Spirito del
Bisonte e vennero perciò trasformati in serpenti a sonagli giganti.
Persino nella loro nuova forma, questi fratelli continuarono a
proteggere i parenti umani e far loro del bene". Così scrive l'acchiappa-serpenti
Archie Pire nella sua autobiografia “Il dono del Potere.
Vita e insegnamenti di un uomo-medicina Lakota”.
Ma bisogna aggiungere che Zuzeca, cioè lo Spirito del Serpente, è
una divinità estremamente permalosa e chi non lo rispetta deve poi
subirne la persecuzione.
Finché Zuzeca resta un alleato degli uomini,
può condurli a verità spirituali nascoste, ma se diventa un nemico,
può portarli alla follia, rivelando loro segreti inconfessabili da
cui la mente cerca di difendersi.
Ai bianchi queste sottili distinzioni non
interessavano.
Per loro, i serpenti erano bestiacce schifose
da sterminare. Punto e basta.
In altre parole, gli indiani si proteggevano
con il rispetto, i bianchi con un disprezzo che sotto un'apparente
"disinvoltura" nascondeva, però, paure ataviche, ossessioni
religiose e autentiche fobie. |