Su


A cura di Willy, collaboratrice di Farwest.it

Capi indiani a confronto

T

ecumseh, Nuvola Rossa e Toro Seduto furono tre grandi capi indiani. Caratterizzarono la loro vita con un ampio uso di diplomazia, coraggio e carisma.

Molti capi indiani saggi e coraggiosi crearono per sé, e ottennero, rispetto e celebrità tra la fine del diciottesimo e l’inizio del diciannovesimo secolo. Soltanto qualcuno di essi, comunque, aveva capacità diplomatiche e carisma necessari per andare oltre la guida delle loro stesse bande e tribù, per arrivare a formare e condurre alleanze tra tribù diverse.

Tecumseh per gli Shawnee, Nuvola Rossa per gli Oglala Sioux e Toro Seduto per gli Hunkpapa Sioux; ognuno di loro aveva i numeri giusti per diventare leggenda.  

Nato intorno al 1768 nei pressi dell’attuale Springfield, in Ohio, Tecumseh sviluppò una precoce avversione per la progressiva invasione dei territori indiani da parte dell’uomo bianco. All’età di sei anni, dopo che gli invasori della Virginia avevano ucciso suo padre, la madre si rivolse a lui gridando: “Vendetta! Vendetta!”.

All’età di dodici anni, troppo giovane per essere un guerriero, Tecumseh vide George Rogers Clark insieme a circa mille uomini sconfiggere il suo popolo e incendiare la sua città. Pieno di amarezza, egli giurò vendetta ai Lunghi Coltelli.

All’inizio del 1790, un gruppo di bianchi discesero il fiume Ohio, si diressero a nord e si stabilirono sui territori di caccia Shawnee. Tecumseh guidò la ricognizione agli insediamenti dei bianchi, e sconfisse due armate giunte per sottomettere gli indiani.

I funzionari dell’amministrazione di George Washington temevano si potesse creare una grande e potente alleanza fra le tribù, così il presidente incaricò il generale maggiore Anthony Wayne di “soggiogare” gli indiani.

Durante la battaglia di Fallen Timbers, Tecumseh esercitò una grande forza di coesione tra gli indiani, bloccando parecchie volte la ritirata incoraggiandoli a rimanere e combattere, ma egli non poteva prevedere la clamorosa sconfitta.

E nemmeno egli avrebbe potuto evitare che i capi delle altre tribù firmassero il Trattato di Greenville, cedendo così ai bianchi quello che oggi è l’intero stato dell’Ohio e parte dell’Indiana. In seguito, ci fu un periodo di calma relativa, tra il 1795 e il 1809. Ma durante quegli anni, William Henry Harrison, un militare che divenne governatore del territorio dell’Indiana, usò liquori, arte oratoria e cerimoniali solenni per persuadere vari capi a cedere 50 milioni di acri di terreno.

Dal 1805, Tecumseh si spostò tra le Appalachian Mountains e il Mississippi per convincere le altre tribù ad unirsi alla sua confederazione. Egli disse a Harrison: “Un tempo gli indiani erano un popolo felice, ma sono stati resi miserabili dai bianchi, che non sono mai soddisfatti, e avanzano continuamente. Essi ci hanno spinti dalla grande acqua salata fino oltre le montagne, e ora vogliono farci arrivare fino ai laghi. Ma noi siamo determinati a non andare oltre.”
I suoi discorsi, naturalmente, non fermarono l’invasione dei bianchi, e Tecumseh decise di fare uso del fervore religioso attraverso il suo giovane fratello, Tenskwatawa, chiamato “il Profeta Shawnee”. Egli progettò di riformare le cattive abitudini che gli indiani avevano acquisito, abbandonando tutto ciò che l’uomo bianco aveva portato nella loro vita; voleva tentare di costituire una grande confederazione che potesse includere tutte le tribù del territorio degli Stati Uniti.
Nell’arco di tre anni i fratelli costruirono Prophetsville, una città molto grande alla confluenza del fiume Tippecanoe nel Wabash, e avevano persuaso molti capi che quella era l’ultima chance per fermare l’usurpazione dei bianchi. Ma nel 1809, alcuni capi della Ohio Valley firmarono il trattato di Fort Wayne, cedendo parecchie miglia quadrate di territorio.
Tecumseh decise che era tempo di agire e disse a Harrison che avrebbe dovuto restituire la terra. Il governatore, naturalmente, rifiutò. Tecumseh pensò che la confederazione non fosse ancora pronta per una azione militare e si ritirò. Andò verso sud per l’accordo finale con diverse tribù che desideravano unirsi all’alleanza. Agenti indiani inglesi incoraggiarono un’insurrezione indiana contro gli americani.
Nel 1811, Harrison decise di passare all’azione mentre Tecumseh si trovava in visita alle tribù del sud. Tecumseh aveva dato ordine a Tenskwatawa di non combattere contro Harrison, ma il governatore provocò una battaglia a Prophetstown facendo arrivare le truppe fino a 600 yarde dalla città. Sentendosi offeso, il giovane guerriero scese alle armi il 7 novembre 1811, ma le truppe di Harrison vinsero con la battaglia di Tippecanoe. Il giorno successivo venne bruciata la grande città, centro della confederazione. Gli americani avevano distrutto la grande alleanza.
Tecumseh portò molti indiani alla causa britannica e diede il suo aiuto per la conquista di Detroit durante la guerra del 1812, ma cadde il 5 ottobre 1813, durante la battaglia del Thames (nei pressi dell’attuale Thamesville, Ontario, Canada), mentre incitava i suoi guerrieri. Se ne era andato il principale fautore dell’unità Indiana, e non c’era nessuno in grado di rimpiazzarlo nell’opposizione alla colonizzazione ad est del Mississippi.
Passò mezzo secolo, e i bianchi iniziarono ad apparire in massa ad ovest del Mississippi.
Nuvola Rossa, nato circa dieci anni dopo la morte di Tecumseh, e i suoi sostenitori Oglala Sioux, erano intenzionati a parlare con i bianchi. Avrebbe potuto esserci la pace se l’uomo bianco si fosse ritirato dai territori di caccia Sioux e avesse smesso di usare la Bozeman Trail.
Nella primavera del 1866 il governo riunì un consiglio a Fort Laramie, sul Platte River, non lontano dal confine Wyoming-Nebraska. I negoziati stavano andando bene finchè Nuvola Rossa e i suoi capi si accorsero che il colonnello Henry B. Carrington era giunto con 700 soldati per costruire alcuni forti sulla Bozeman Trail.
La Commissione Federale di Pace ammise che non avrebbe potuto esserci pace senza un accordo che avesse l’approvazione di Nuvola Rossa, il quale era rispettato non soltanto dagli Oglala, ma anche dagli altri Sioux e dai loro alleati Cheyenne.
“Il Grande Padre ci manda doni e vuole che teniamo per Lui la strada, ma i bianchi vanno con i soldati a rubare la strada prima che gli indiani dicano sì o no”, disse Nuvola Rossa. Quindi prese d’assalto il meeting di Laramie.   
Iniziò una vera guerra. Nuvola Rossa fu il solo indiano delle Grandi Pianure che radunò un numero così elevato di alleati, e insieme a loro intraprese successivamente una campagna contro le incursioni dell’uomo bianco.
Circa 500 guerrieri Sioux e Cheyenne portarono avanti una continua guerriglia lungo tutta la Bozeman Trail. 70 bianchi rimasero uccisi, 20 feriti, e 700 tra cavalli, muli e bovini furono presi. I soldati si barricarono dentro i loro forti.  
Nel 1868 giunse una commissione di pace. Ai bianchi, conformemente al Trattato di Fort Laramie, era vietato l’accesso ai territori di caccia Sioux, e i loro forti dovevano essere abbandonati. Dopo che i soldati se ne furono andati, gli indiani ebbero la soddisfazione di incendiare gli odiati forti. Quella che fu poi chiamata la Guerra di Nuvola Rossa fu una vittoria per gli indiani.
Finchè non fu scoperto l’oro nelle Black Hills verso la metà del 1870, ci fu un periodo di relativa pace, e il governo non prestò molta attenzione ai cercatori bianchi. Nuvola Rossa, che aveva riconosciuto l’inutilità di sfidare l’uomo bianco (in schiacciante superiorità numerica), non diede l’ordine di attaccare, e questo non piacque a una buona parte della sua gente.
Benchè avesse creduto nel compromesso piuttosto che nella guerra, Nuvola Rossa non smise mai di combattere per proteggere la cultura Sioux.
Al contrario di Tecumseh, egli non finì i suoi giorni in una vampata di gloria. Nuvola Rossa visse fino al 1909. E come Tecumseh, egli resistette effettivamente all’invasione dei bianchi… per un po’.
Il capo degli Hunkpapa e uomo sacro Toro Seduto rimpiazzò Nuvola Rossa come simbolo principale della resistenza nelle pianure del nord. Nato nel marzo del 1831 vicino al Grand River (nell’attuale South Dakota), Toro seduto tentò di evitare i bianchi finchè la situazione non divenne intollerabile. A quel punto egli chiamò all’azione, e molti Sioux, Cheyenne e Arapaho furono felici di seguire il loro capo.
Nel 1868 molte divisioni dei Sioux rifiutarono la pace che Nuvola Rossa aveva stipulato con gli Stati Uniti, e fecero qualcosa che non avevano mai fatto prima, scegliendo un uomo come capo di tutti i Teton Sioux. Il suo nome era Toro Seduto.
Cavallo Pazzo, un capo guerriero, era essenzialmente al secondo posto nel comando. Il Trattato di Fort Laramie, in ogni modo, riuscì a mantenere una difficile pace finchè, il 31 gennaio 1876, non fu ordinato a tutti gli indiani di andare nelle riserve, o sarebbero stati considerati “ostili”.
Nel marzo dello stesso anno, una delle colonne del generale di brigata George Crook attaccò un villaggio Cheyenne che non era sulla lista di quelli ostili. I sopravvissuti raggiunsero Toro Seduto nella regione di Powder River. Egli diede loro cibo e rifugio, e decise che il tempo della pazienza era finito.Toro Seduto mandò messaggi a tutte le bande Sioux, Cheyenne e Arapaho affinché si unissero a lui.
Nella primavera del 1876, egli incaricò piccoli gruppi dei suoi uomini di fare un’incursione per rubare dei buoni cavalli, armi e munizioni, mentre l’esercito degli Stati Uniti stava organizzando una campagna per sottomettere tutti gli indiani delle Grandi Pianure che si trovavano ancora fuori dalle loro riserve.
A giugno, Toro Seduto danzò la Sun Dance fino a perdere conoscenza, ed ebbe una visione di soldati che cadevano come pioggia. A credere in questa visione non fu soltanto lui, ma anche molti dei guerrieri che gli erano intorno. Gli indiani avrebbero combattuto contro i soldati e avrebbero vinto!
Il 17 giugno, Cavallo Pazzo combattè contro Crook a Rosebud. La visione di Toro Seduto non si era ancora avverata, ed egli mosse il suo grande accampamento per cercare maggiori quantità di cibo per la sua gente, e anche per cercare altri cavalli. Alla fine egli scelse un luogo lungo il Little Bighorn River dove l’erba era buona e c’era molta selvaggina. Fu lì che il tenente colonnello George Custer e il 7° Cavalleria li trovarono.  
Nonostante Toro Seduto e i suoi alleati avessero vinto una grande battaglia, il 25 e 26 giugno a Little Bighorn essi non vinsero la guerra. Molti indiani, disperati e affamati, tornarono nelle riserve l’anno successivo. Toro Seduto invece andò in Canada, dove trovò pace per un po’.
Il 19 luglio 1881, insieme a 187 seguaci, tornò a Fort Buford, in territorio Dakota.
Toro Seduto, a partire dal 1883, rimase principalmente nell’agenzia di Standing Rock e continuava ad avere molta influenza. Quando il Ghost Dance Movement nel 1890 incitò i Sioux, egli divenne ancora una volta una figura temuta.
Toro Seduto morì il 15 dicembre 1890 in un combattimento nei pressi della sua capanna vicino al Grand River, quando la polizia indiana cercò di arrestarlo.
Chi fu il più grande tra Tecumseh, Nuvola Rossa e Toro Seduto?
La grande e potente alleanza di Tecumseh fu tradita dal fratello.
Toro Seduto ottenne la più completa e famosa vittoria indiana in una battaglia.
Nuvola Rossa, tuttavia, sconfisse l’esercito degli Stati Uniti durante una lunga campagna, disonorandolo anche se solo temporaneamente.
L’onore spetta probabilmente a Nuvola Rossa.
 

Capi. Soltanto qualcuno di essi, comunque, aveva capacità diplomatiche e carisma necessari per andare oltre la guida delle loro stesse bande e tribù, per arrivare a formare e condurre alleanze tra tribù diverse.

***

Sotto: Nuvola Rossa

Tecumseh

Toro Seduto

 

Benvenuti! www.farwest.it ® è una comunità di appassionati di old west americano. Tutto il materiale pubblicato proviene dai visitatori. Eventualmente nel sito fosse presente qualche testo appartenente ad altri, è sufficiente segnalarlo perché venga immediatamente eliminato. Tutti i diritti sono riservati ai titolari del materiale.