Le forze in campo
l 29 agosto 1868
gli uomini di Forsyth lasciarono Fort Hays dietro ordine di Sheridan,
esplorarono un'estesa superficie del Kansas occidentale e presero la
direzione di Fort Wallace, dove giunsero il 6 settembre.
Il mese di agosto,
secondo le segnalazioni dei rapporti militari, era stato terribile
per coloni ed emigranti delle praterie.
Il giorno 12 gli
Indiani avevano ucciso 17 persone lungo i fiumi Solomon e Republican;
il 23 ne avevano torturate e messe a morte altre 13 e dal 27 al 29
la lista si era allungata di 5 vittime ancora.
Dal 1° al 6
settembre, mentre gli "scout” di Forsyth avanzavano nelle pianure,
spostandosi verso Fort Wallace, il massacro assumeva proporzioni
preoccupanti: fra la linea dei forti del Kansas - Fort Riley, Hays,
Harker, Wallace - e la parte settentrionale del Texas, i Pellerossa
trucidavano 38 bianchi.
I capi di guerra di
queste implacabili bande di razziatori erano sufficientemente noti
anche ai vertici dell'esercito. Fra i Sioux che operavano nella
regione - soprattutto bande di Oglala, Brulé e Minneconjou, del
ceppo Lakota - spiccava l'irriducibile Uccisore-di-Pawnee, probabile
"leader" dell'attacco alla colonna Kidder. I Cheyenne possedevano
diversi condottieri di grande carisma: Pentola Nera, scampato alla
repressione di Sand Creek, dov'erano periti 137 suoi contribali,
Toro Alto, Orso Maschio, Vitello di Pietra e Naso Aquilino. Gli
Arapaho vantavano uomini come Piccolo Corvo, Lupo Macchiato e
Turbine; i Kiowa, Satanta, Lupo Solitario e Satank; i Comanche, capi
prestigiosi come Dieci Orsi e Tosawi, oltre al giovane Quanah Parker,
figlio di Peta Nokoni e della donna bianca rapita:.Cynthia Ann
Parker. Il raggio d'azione di tutte queste bande era estesissimo. I
loro "war parties" (gruppi di guerra) spaziavano dal Kansas al Texas
e al New Mexico, facendo lunghe sortite nelle regioni messicane di
confine, da dove ritornavano ricchi di bottino, di ragazze prese
come schiave e di fanciulli da allevare in seno alle tribù.
Particolare
notorietà aveva, presso i Cheyenne, "Woquini", detto Naso Aquilino,
un giovane di circa trent'anni alto un metro e ottantasette
centimetri, principale responsabile del massacro della scorta del
sergente maggiore Amos Custard e del plotone del tenente Caspar
Collins, compiuti nel 1865 vicino a Fort Platte Bridge nel Wyoming.
La sua gente lo considerava invulnerabile per effetto di una potente
protezione avuta in seguito ad una visione. Il guerriero indossava
un copricapo di penne speciale, confezionatogli da uno sciamano e si
esponeva.deliberatamente al fuoco nemico, convinto che nessuna
pallottola o freccia potesse nuocergli. Doveva però rispettare
rigorosamente alcuni tabù per garantirsi l'immunità: gli era vietato
entrare in una tenda in cui fosse nato un bambino da meno di quattro
giorni e soprattutto non poteva ingerire cibo toccato da utensili di
metallo.
Gli uomini di
Forsyth non credevano a queste dicerie e affidavano la propria
difesa a mezzi più sicuri. Erano armati con fucili "Spencer" a 7
colpi, carabine "Sharps”, revolver tipo "Colt" a 6 colpi e coltelli.
Quantunque esistessero già le mitragliatrici "Gatling" a sei canne
rotanti, capaci di sparare 100 colpi al minuto, pochi reparti ne
erano forniti. Un'arma di questo genere, solitamente montata su due
ruote come i cannoni, avrebbe costituito per il gruppo un notevole
ingombro, ritardandone la velocità negli spostamenti.
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