Le donne del west
e donne, nel vecchio West, erano senza dubbio la classica
eccezione alla regola. In un immenso territorio qual era il West,
selvaggio e solitario, duro e violento, abitato quasi esclusivamente
solo da uomini, le rappresentanti del sesso femminile erano le
cosiddette "mosche bianche" della situazione.
Vi arrivavano semplicemente come componenti delle numerosissime
carovane che partivano dall'Est e dovevano raggiungere l'Ovest, più
raramente (ma è successo), come "merce" per cercatori d'oro, cowboy,
avventurieri e proprietari di saloon e bordelli che le richiedevano
per poterci guadagnare sopra qualcosa assumendole come ballerine o
come "lucciole". In alcuni casi vennero organizzate comitive di
donne in grandi città dell'Est che viaggiavano verso il West con
l'intenzione di stabilirvisi e alleviare così la solitudine degli
uomini di frontiera che le prendevano come mogli. Chi si
trasferiva all'Ovest mediante le carovane di carri, doveva
aspettarsi che la terra che attendeva loro e le loro famiglie
sarebbe stata dura e ostinata, ma nonostante ciò non perdevano lo
spirito con le quali erano partite e avevano lasciato tutto alle
ormai vecchie case: la speranza di far fortuna.
La classica famigliola diretta a ovest
I monotoni giorni sulla pista vedevano le donne attive in qualunque
momento delle soste giornaliere: chi preparava l'acqua per lavare o
fare il caffé, chi si prodigava per metter su un pranzo quasi
decente, chi si tirava su le maniche del vestito e iniziava ad
occuparsi degli eventuali pargoli.
Gli uomini badavano agli animali e alla procura del cibo, oltre che
a guidare i carri durante la marcia.
E le giornate trascorrevano così, tra le faccende dei bivacchi e le
letture di libri sotto il telone del carro durante le lente marce
verso la Terra Promessa.Una volta giunte a destinazione, molte di
esse avevano già maledetto mille e mille volte il giorno di aver
lasciato la bella casa all'Est, e maledetto altrettante volte la
solitudine e il vento e le fatiche che il viaggio aveva procurato e
che la futura casa e la futura terra avrebbero riservato ancora per
parecchio tempo, fin tanto almeno che non si cominciasse a prendere
abitudine alla dura vita del West.
Per le donne non era certo una esistenza felice quella a cui erano
ormai riservate. A molte le solitarie praterie mettevano addosso un
tale senso di tristezza che ritornavano per pazze alle loro terre di
nascita e crescita, e che avrebbero per sempre ricordato quei giorni
come logoranti e insopportabili.
Altrettante erano però coloro che si davano da fare una volta
raggiunta la loro terra e, mentre il marito si logorava per trovare
legname, preparare la terra per il raccolto, progettare e iniziare a
costruire la "casa nella prateria", esse si mettevano l'anima in
pace e cercavano i modi migliori per alleviare i sensi di
solitudine, stanchezza e tristezza che pervadevano i bambini e loro
stesse, e cercare di rendersi utili in qualche altro modo perlomeno
fin quando la casa non fosse pronta.
Fotografia
di gruppo per le mogli degli ufficiali Le donne erano incaricate -
oltre al resto - anche della raccolta di combustibile per cucinare e
riscaldarsi. Nelle grandi praterie, dove gli alberi erano scarsi
come l'acqua nel deserto, e dove comunque - se c'erano - erano
destinati alla costruzione della casa (che doveva avvenire il prima
possibile), l'unico materiale che avrebbe potuto sostituire il legno
era il letame di bisonte. E le donne si avviavano, il marito con una
carriola, loro con il grembiule a guisa di sacca, verso le immense
distese d'erba alla ricerca del "prezioso" sterco di bisonte che,
opportunamente essiccato, avrebbe fornito un ottimo combustibile per
difendersi dal freddo della sera e per preparare i pasti. E che
doveva anche essere "combattuto". Sì, perchè se era facile da
accendere e da spegnere, era difficile da togliere e da pulire. E
loro dovevano occuparsi anche di questo. Quando la casa era pronta
(se non era costruita con legno si utilizzavano le zolle di terra
come mattoni) la donna ne diventava la regina.
Ma regina di cosa, poi? Di quel poco che c'era! Di solito si
provvedeva, appena ultimata l'abitazione, all'acquisto di una stufa.
Sennò, fuocherelli in casa fin quando le finanze non avessero
consentito di meglio.
I letti erano semplici coperte stese sul pavimento di terra battuta,
ma col tempo venivano sostituite da materassi di paglia.
Le pareti erano coperte con fogli catramati, ma quando non lo erano,
le piogge rendevano le stanze vere e proprie "valli" in cui rivoli
d'acqua uscivano dal tetto e dal muro e formavano, unendosi alla
terra, una sorta di fanghiglia appiccicosa.
Non bisogna però dimenticare anche gli insetti (cimici, pulci,
formiche, scarafaggi, zecche), perennemente presenti, e altri
animali come scorpioni e serpenti.
Donne
all'esterno della loro abitazione di tronchi Ecco, provate adesso ad
immaginare la vita che erano costrette a vivere queste povere ma
coraggiose donne-pioniere.
Tuttavia, nonostante le iniziali fatiche e privazioni, la maggior
parte rimase soddisfatta una volta ultimati tutti i lavori di
sistemazione e lasciata passare la tristezza dei primi tempi. Il
resto, non resistette a quella esistenza solitaria e, se non morì
prima, fece ritorno da dove erano partite.
Ma la vita nei campi non era solamente lavoro. Il sabato e/o la
domenica, di solito, le famiglie che abitavano abbastanza vicino ad
un centro urbano potevano salire sul carro e recarsi in paese. La
messa era il motivo principale, perchè era l'unico momento in cui si
potevano vedere altri esseri umani all'infuori del marito e dei
figli.
Ma c'erano anche le riunioni in casa, a cui partecipavano tutti i
vicini della zona, e dove si giocava a carte, si mangiava, si
ballava e si chiacchierava.
Oltre a questo tipo di donne, c'erano anche le donne avventuriere.
Coloro che partivano per il West e trovavano lavoro dovunque
capitasse. Classico esempio di donna avventuriera è Calamity Jane.
Carrettiera e infermiera per l'esercito, cuoca, grande bevitrice,
Calamity era tutto il contrario di ciò che la leggenda ci ha sempre
tramandato. Niente romanticismo, dunque, nella vita delle donne
della frontiera, ma semplicemente fatica e duro lavoro.
Ancora una
famigliola all'esterno della loro casa
C'erano poi le donne "di città". Ballerine e prostitute dei saloon e
dei bordelli prosperavano nelle grandi città e in quelle piccole ma
famose del West come Dodge City, Tombstone, Abilene. Avevano il
compito di intrattenere il cliente e di farlo bere in qualsiasi
occasione. Venivano "reclutate" tramite manifesti affissi in città
oppure - come scritto nel post precedente - richieste direttamente
dai proprietari dei saloon.
In città come Dodge City, Wichita e Hays City c'erano quartieri
completamente riservati alle "lucciole", una sorta di Robber's Roost
della prostituzione.
Erano formati da saloon, bordelli e case malfamate dove le donne
aspettavano i loro clienti.
Di contro, ci furono donne che si battevano contro tutto questo.
Nacquero spesso nel West movimenti proibizionistici e
anti-prostituzione e alla testa di essi c'erano sempre e solo donne.
Erano anche composti dalle donne. Ma non molte di queste proteste
ebbero però l'effetto sperato.
Poi c'erano le maestre, le mogli dei soldati, le infermiere che si
spingevano nei più sperduti paesini del West e vi prendevano posto,
trovandovi anche marito.
Le infermiere non erano rare nei fronti della Guerra Civile, dove
spesso erano semplici volontarie.
Le maestre arrivavano invece tramite i "viaggi organizzati" di donne
che partivano dall'Est e arrivavano all'opposto per offrirsi di fare
qualche lavoro in seno alla comunità e popolare così, anche se non
di molto dato il numero esiguo, la popolazione femminile dei
villaggi del West.
A tal proposito, un abitante di Nevada City (California), all'arrivo
di una donna in città disse: "Era così tanto che non stavo vicino ad
una donna che, quando l'ho vista, sono quasi svenuto".
E, se si spargeva la voce che una donna era giunta in città, non era
raro vedere uomini dei ranch spronare, anche nel cuore della notte,
verso città per vedere la nuova arrivata.
La vita delle donne della Frontiera, dunque, non era come ci è stata
raccontata da libri, film e fumetti. Tutt'altro. Era una vita la cui
parola d'ordine era "privazione", una vita che aveva bisogno di
tutta la forza, il coraggio, la resistenza, la durezza che una donna
potesse avere per essere vissuta. |