Un'arma micidiale!
e pistole di
Samuel Colt furono apprezzate un po’ dappertutto, ma soprattutto nel
Texas dove vennero usate per la prima volta e dove il modello
“Paterson” divenne noto anche come “Texas Paterson”. Le scene incise
sul tamburo applicate ai modelli “ 1851 e 1861 Navy “ calibro.36 e
al “1860 Army” calibro.44, descrivevano uno scontro navale nel quale
la Repubblica Texana sconfisse nel 1843 una flotta messicana
numericamente superiore.
Il modello
“Single Action Army” noto anche come “Pacemaker” o “Single Action
Frontier”, era, anche per la facilità di caricare proiettili calibro.45,
il revolver preferito dalla maggior parte della gente del west,
compresi fuorilegge e sceriffi.
Prodotta nel 1873 sino ai nostri giorni, ha conosciuto un periodo di
interruzione solo dal 1941 al 1955.
Nel 1873
l’esercito degli Stati Uniti adottò questo revolver con cartucce
calibro.45 (esistono 36 calibri diversi) fornendo le proprie truppe
col modello Colt SA Army Cavalry” con la canna da 7 ½ pollici (190
mm) e il modello “Colt SA Artillery” con canna da 5 ½ pollici (140
mm).
Un terzo
modello, il “Colt SA Civilian” esistente sul mercato, presentava e
presenta tutt’oggi una canna da 4 ¾ pollici (120 mm). Si racconta
che il giornalista e scrittore Ned Buntline (Edward Z. C. Judson)
abbia ordinato alla fabbrica di Samuel Colt cinque revolvers modello
“Pacemaker” con canne da 12 pollici, molto più lunghe del normale
(300 mm) e che le abbia in seguito consegnate a vari personaggi
della frontiera tra i quali Wyatt Earp, Bill Tilghman e William
“Buffalo Bill” Cody. Quel revolver sarà noto come “Buntline Special”
calibro .45.
Verso la fine
dell’ottocento venne prodotto un nuovo tipo di revolver, il “Bisley
model”, in calibri diversi, assai simile per dimensione al “
Pacemaker “, ma con una impugnatura leggermente differente. Tutti i
grandi personaggi della frontiera, nella loro vita, usarono le
pistole uscite dalla fabbrica di Samuel Colt.
Wild Bill
Hickok, per esempio, usava Colt a percussione modello “Navy 1851”.
Il principe dei pistoleri era solito dire che non aveva nessuna
stima per i revolver a cartuccia.
“Quelli ad avancarica sono più accurati, perché io stesso posso
determinare la carica di polvere”.
Per quanto riguardava i 37 uomini che aveva spedito sottoterra, egli
asseriva che era meglio sparare prima e poi fare domande. Questo,
diceva, era il metodo migliore per rimanere in vita.
John Wesley
Hardin, sicuramente il pistolero più veloce dell’intera storia del
west nell’estrarre una .45 e centrare il bersaglio, l’uomo con più
di 45 morti sulla coscienza, fece della Colt il suo strumento di
lavoro. Mortale al pari di un cobra, egli estraeva le pistole e le
usava con la stessa rapidità di riflessi che un uomo impiega a
chiudere gli occhi quando qualcosa lo minaccia.
Tale rapidità non gli lasciava il tempo per meditare su ciò che
stava facendo : la sua non era emotività eccessiva, né paura, ma una
pura e semplice reazione al pericolo. Il bersaglio poteva essere un
serpente, un indiano o un uomo dai riflessi simili ai suoi, ma
regolarmente meno veloci.
Figlio di un predicatore, a quindici anni aveva già sulla coscienza
quattro morti ammazzati.
Sebbene noto alle forze dell’ordine, Hardin si muoveva per le contee
del Texas con una certa libertà, protetto dall’omertà della gente
locale. Ancora giovane, nel 1871 era coi cugini Clements sulla pista
Chisholm nel portare il bestiame ad Abilene (Kansas).
Qui Hardin incontrò Wild Bill Hickok, marshal della cittadina del
Kansas, l’unico uomo che avrebbe potuto avere una qualche
possibilità in un eventuale scontro.
Il loro incontro fu cordiale e Hickok permise al giovane Hardin di
girare armato a dispetto del divieto di portare armi in città. I due
uomini certamente si temevano a vicenda e un confronto diretto non
ci fu mai.
Un fatto però è degno di nota, anche se non è chiaro quanto
appartenga alla leggenda e quanto alla realtà. Un giorno Hardin fu
costretto a lasciare di gran corsa Abilene a causa dell’uccisione di
uno sventurato la cui sola colpa era stata quella di russare nella
stanza accanto alla sua. Senza pensarci un istante, Hardin sparò un
colpo attraverso la parete divisoria uccidendo all’istante il
malcapitato.
Hardin lasciò quindi Abilene, ma qualche tempo dopo dovette tornare
in città e quella volta pare che Hickok gli chiedesse le pistole. Il
giovane desperado, estratte le Colt, le porse a Wild Bill, ma nel
preciso istante in cui Hickok le stava per prendere, Hardin le fece
ruotare nel guardiamano.
Un secondo dopo, le pistole di Hardin puntavano minacciose verso il
marshal, che in quella occasione decideva saggiamente non fosse il
caso di insistere.
Prima di compiere venticinque anni, Hardin aveva già seppellito più
di 42 uomini, senza contare gli indiani e i messicani. L’uccisione
nel 1874 dello sceriffo Charles Webb, fu la goccia che fece
traboccare il vaso. Wess Hardin fuggì attraverso gli Stati Uniti
sino in Florida, dove nel 1877 venne scovato dal Texas Ranger John
B. Armstrong. Quando Hardin, nello scompartimento del treno dove si
trovava, vide spuntare la “Colt SA.45” in mano al Ranger,
istantaneamente cercò la sua che, per uno scherzo del destino,
quella volta gli si incastrò tra le bretelle dei pantaloni.
Catturato, il desperado venne condannato a venticinque anni nel
penitenziario di Huntsville.
Stranamente, nel corso degli anni Hardin cambiò registro. Studiò
legge, divenne avvocato e nel 1894 gli venne condonata la pena. Si
trasferì a El Paso, dove tentò inutilmente di rifarsi una vita.
In una notte
di Agosto del 1895, venne ucciso alle spalle (non poteva essere
altrimenti) per motivi legati a una donna, da un colpo della Colt
.45 del vecchio John Selman, uno dei rappresentanti della legge
della città. John Selman non sopravvisse di molto a Hardin.
Nel 1896, la Colt.45 di
George Scarborough lo spediva a miglior vita in un vicolo di El
Paso.
Quattro anni più tardi, nel
1900, Scarborough fu vittima della Colt.45 di Harvey Logan, alias
“Kid Curry”, noto personaggio del “Wild Bunch” di Butch Cassidy.
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