Contro gli "occhi bianchi"
li Apaches, dai tempi degli Spagnoli,
combattevano contro i nuovi venuti; quindi contrastarono i
Messicani, per i quali provarono un odio profondo, e, dopo il 1848,
si trovarono di fronte gli «occhi bianchi»: così venivano
chiamati gli Americani, per distinguerli dai «visi pallidi»
Messicani.
Durante il conflitto messico-americano non rimasero
neutrali: i Mimbreno, una delle tante tribù apache, si schierarono
dalla parte degli Stati Uniti.
Quel gruppo era guidato da Mangas
Coloradas. Nonostante nel 1852 fosse stato firmato a Santa Fe un
accordo che stabiliva la pace tra la nazione Apaches e gli Stati
Uniti, nel 1860 i soldati attaccarono i Chiricahuas di Cochise,
genero di Mangas Coloradas.
Le azioni di guerriglia in risposta
ebbero come obbiettivo i convogli commerciali e postali, le
diligenze, i minatori e i coloni. Nel luglio del 1862 gli sforzi
degli Apaches si concentrarono contro un contingente di soldati
nordisti che, guidati dal generale Carleton, dalla Califomia si
dirigevano verso i campi di battaglia nell'Est (si ricordi che dal
1861 al 1865 si combattè negli Stati Uniti la cosiddetta guerra di
secessione).
Poiché sul loro cammino dovevano passare per
rifornirsi d'acqua alla stazione di Apache Pass, Arizona, Mangas
Coloradas e Cochise decisero di tentare un'imboscata, facendo
ripiegare l'avanguardia di Carleton. Fu solo grazie all'artiglieria
pesante che i soldati riuscirono a proseguire il loro cammino.
Nel 1863 il capitano Shireland invitò il capo mimbreno ad un
colloquio per trattare le condizioni di pace. Mangas Coloradas vi si
presentò da solo; ma, mentre si recava all'incontro, il 17 gennaio,
fu catturato dai soldati e il colonnello West, capo del
distaccamento, diede ordine di ucciderlo. L'assassinio fu
giustificato come una tentata fuga. I Mimbreno, scomparso il loro
capo, non furono più capaci di organizzarsi, e subirono,
sconcertati, l'assalto dei soldati, finendo o uccisi o trasferiti
nelle riserve.
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