Wovoka
onosciuto come il Messia tra i suoi seguaci,
Wovoka era il mistico Paiute le cui teorie religiose diffusero la
Ghost Dance tra le molte tribù indiane dell'ovest americano.
Wovoka
nacque nell'ovest del Nevada , in quella che ora è la contea di
Esmeralda nel 1856 circa. Poco si sa del primo periodo della sua
vita, ma è certo che a 14 anni circa perse il padre e che fu
successivamente cresciuto dalla famiglia di David Wilson, un
allevatore bianco.
Wovoka prese allora il nome di Jack Wilson con il
quale era generalmente conosciuto dai vicini bianchi ed indiani e
lavorò nel ranch dei Wilson sino all'età adulta. Imparò a parlare
l’inglese ed apparentemente ebbe un certo numero di contatti con
la religione cristiana.
A circa 30 anni Wovoka cominciò a subire
l'influsso religioso della Ghost Dance. Egli stesso, oltretutto,
aveva una ricca tradizione mistica a cui appellarsi.
All’incirca
nel 1870 un Paiute chiamato Tavibo, aveva profetizzato che presto
tutti i bianchi sarebbero stati inghiottiti dalla terra e tutti gli
indiani morti sarebbero risuscitati per godersi la terra finalmente
liberata dai loro persecutori. Perciò egli esortò i suoi seguaci,
a danzare in circolo, un'usanza ancora viva nella "Great Basin
Area", cantando canzoni religiose.
Il movimento di Tavibo interessò parte del Nevada, la California e l’Oregon.
Se Tavibo fosse poi il padre di Wovoka, come asseriscono alcuni, non è dato sapere; certo è che alla fine del 1880
Wovoka iniziò a fare profezie molto simili a quelle di Tavibo, annunciando l'avvento di
una nuova era in cui tutti i bianchi sarebbero spariti lasciando
liberi gli indiani di vivere una vita immortale in una terra di
abbondanza e di rinnovamento spirituale.
Come molte visioni millenaristiche della vita, le profezie di Wovoka sottolineavano il
legame esistente tra giusti comportamenti e la conseguente immediata
salvezza.
La salvezza non poteva essere aspettata passivamente ma
favorita da un regime di vita composto da un irreprensibile stile di
vita e da danze e canti rituali.
Nonostante il successivo accostamento della Ghost Dance al
massacro di Wounded Knee ed alla conseguente rivolta nelle riserve
Lakota, Wovoka in realtà arringava i suoi seguaci dicendo: "Non dobbiamo ferire o far
del male a nessuno. Non dobbiamo rifiutare di lavorare per i bianchi
e non dobbiamo creargli problemi di alcun genere."
Per quanto
oggi la Ghost Dance sia vista qualche volta come espressione della
militanza indiana e come il desiderio di preservare le tradizioni
indigene, i dettami di Wovoka furono, ironia della sorte,
contrassegnati dal pesante marchio della cristianità.
Le sue invocazioni ad un supremo principio, infatti, eternità,
pacifismo e l'esplicito riferimento a Gesù (spesso ricordato con
frasi tipo "il Messia che venne sulla terra per vivere con gli uomini
bianchi e fu ucciso da loro stessi."), fa affermare a molti la
certezza di una vena di cristianità nel misticismo Paiute.
La ghost
dance si diffuse in gran parte del West, soprattutto tra gli indiani
sconfitti delle grandi pianure. Le tribù locali avrebbero colto il
succo del messaggio da adattare alle proprie circostanze, avrebbero
scritto le loro canzoni e ballato le loro danze.
Nel 1889 i Lakota
inviarono una loro delegazione ad incontrare Wovoka. Questo gruppo
riportò la "Ghost Dance Religion" nelle loro riserve,
dove i credenti cucivano le camicie sacre per la danza, che si
diceva fossero antiproiettile.
Il massacro della banda di Big Foot
al torrente di Wounded Knee nel 1890 era la prova crudele che i
bianchi non erano scomparsi e che la storia non aveva cambiato
corso.
Wovoka perse velocemente notorietà e visse come J. Wilson sino al
1932. Egli ci ha lasciato la Ghost Dance, testimonianza di
un'accresciuta identità pan-indiana.
Ci ha lasciato una forma di religiosità intessuta di elementi
comuni ad entrambe le tradizioni sia quella bianca che quella
indiana.
|