Soapy Smith
efferson Randolph Smith, noto ai più come
“Soapy Smith” (l’Insaponato), fu probabilmente la persona più
conosciuta tra quelle collegate in qualche maniera alla Corsa
all’Oro. Senza dubbio fu un criminale scaltro e intelligente nello
stesso tempo, come ce ne furono pochissimi in tutta la storia del
west americano. Grazie a queste doti riuscì a mettere su e a
gestire un sottobosco umano fatto di malfattori, rapinatori, ladri
che ebbe la ventura di durare per parecchi mesi durante la corsa
all’oro dell’Alaska. Skagway, dove mise radici, era una
cittadina che, lontana mille miglia dalla legge e dall’ordine,
attirava i peggiori relitti umani che si trovassero a vagare a
quelle latitudini e il buon Soapy Smith li organizzò, non per amore
per questi poveracci che trascinava con sé. No, no, lo fece per
perseguire i suoi scopi. Niente più!
Nacque in Georgia nel 1860 da una famiglia che
viveva giorni poco luminosi, dopo aver conosciuto, in altri tempi,
lo splendore della ricchezza. Era ancora un ragazzino quando decise
di andare alla deriva “a ovest”. Fu naturalmente attratto dalle
sale da ballo e da quelle, più fumose, frequentate da ignobili e
impuniti bari e, prestissimo, ne imparò i segreti e, in generale,
l’arte che sovrintendeva alla loro vita. Nei vent’anni che
seguirono mise in pratica tutta queste nuove “conoscenze” in
svariate città del Colorado. Al solo sentir parlare della Corsa
all’Oro del Klondike, si aggregò immediatamente alla migrazione
verso il nord. A questo punto Soapy Smith giunse, felice e contento,
a Skagway in cui una forte presenza di gente comune garantiva una
solida base agli sporchi traffici che aveva già in mente. Dalla
fine di gennaio del 1898 fu il “re” riconosciuto del sottobosco
della città e appena sei mesi dopo fu abbattuto a colpi di fucile
dall’Ispettore Frank Reid nel porto della Juneau Company Wharf di
Skagway. Frank Reid era a capo di una squadra di vigilantes,
creatasi proprio per rendere più sicura la vita dei minatori e
delle loro famiglie. Nel corso della sparatoria, lo stesso Reid
venne colpito a morte.
Le attività di Soapy Smith e della sua pletora
di collaboratori si estendevano dalle navi cariche di passeggeri
alle cime di White Pass e Chilkoot. I suoi sgherri, spacciandosi per
amiconi volenterosi, individuavano con facilità le persone con il
portafoglio più gonfio e le indirizzavano laddove lo stesso Soapy
organizzava il “comitato di accoglienza” che consisteva, perlopiù,
in tende attrezzate per il gioco d’azzardo.
Il massimo dell’azzardo, però, arrivò
quando le Giubbe Rosse canadesi decisero di trasportare 150.000
dollari in polvere d’oro e banconote (ottenuti dal ritiro delle
tasse), dai passi in vetta giù a Victoria. Gli uomini di Soapy
controllavano tutti i passi montani della zona al punto che era
davvero arduo ipotizzare di passarci facendola franca. L’ispettore
Zachary T. Wood, con un artificio, decise di viaggiare sul sicuro
verso Dyea attraverso la Chilkoot Trail. Purtroppo, però, la gang
di Soapy Smith annusò l’imbroglio nell’aria e decise di
affrontare l’Ispettore nella Baia di Skagway. Wood, per sua
fortuna, riuscì in qualche modo a tenerli sotto controllo
puntandogli un fucile addosso, finché non riuscì a salire a bordo
del “Tartar” ai docks. La passerella era circondata dai marinai,
tutti armati di fucile e tutti preparati ad accogliere
Soapy Smith e la sua banda di disperati.
Nonostante la tensione – che era alle stelle
– Soapy Smith si dimostrò intelligente e lasciò perdere la
partita, tornando a dedicarsi a imbrogli più modesti a Skagway e
lasciando partire il “Tartar”.
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