Kit Carson
ntrato a far parte della mitologia popolare
persino da vivo, Kit Carson fu un trapper, scout, agente indiano,
soldato e autentica leggenda del West.
Nato alla vigilia di Natale
del 1809, Carson passò la maggior parte della sua prima infanzia a
Boone’s Lick, nel Missouri.
Suo padre morì quando lui aveva
appena 9 anni e la necessità di lavorare impedì al giovane Kit di
studiare.
Divenne pertanto apprendista di un mastro sellaio a 14
anni, ma lasciò la casa per trasferirsi a Santa Fe, nella zona del
New Mexico nel 1826.
Dal 1828 al 1831 Carson si appoggiò a Taos, New Mexico, come campo
base per continue spedizioni di caccia al fine di procurare pelli da
vendere e questa attività lo portò spesso nel West, fino alla
California.
Più tardi, nel corso degli anni 30 del secolo scorso la
sua vita da trapper lo condusse molte volte nelle Montagne Rocciose
e attraverso tutto l’ovest americano. Per un certo periodo, nei
primi anni 40, lavorò come cacciatore alle dipendenze di William
Bent a Forte Bent.
Come accadeva più volte ai cacciatori bianchi,
anche Kit Carson si trovò più volte integrato nel mondo dei
pellerossa; viaggiò e visse tra gli indiani al punto che le sue due
prime mogli furono una Arapaho e una Cheyenne.
Carson era un
personaggio abbastanza inconsueto nel variegato mondo dei trapper,
soprattutto in virtù di un forte autocontrollo e per il modesto
stile di vita.
"Pulito come il dente di un segugio", secondo
l’opinione di un conoscente, e uomo “la cui parola era più
certa del sorgere del sole”, così Carson veniva ricordato oltre
che per i suoi modi modesti e per il suo indomabile coraggio.
Nel
1842, mentre ritornava nel Missouri in visita alla famiglia, Carson
ebbe la ventura di incontrare John C. Fremont che presto lo assunse
come guida.
Negli anni successivi Carson aiutò Fremont facendogli
da guida verso l’Oregon e la California e attraverso gran parte
delle Montagne Rocciose e del Great Basin.
La sua attività al
servizio di Fremont, celebrata nei reportage scritti da Fremont
stesso sulle sue spedizioni, ne fecero assai presto una specie di
eroe nazionale, rappresentato nella narrativa popolare come un rude
uomo di montagna capace di gesta sovrumane.
La fama di Carson crebbe a dismisura nel momento in cui il suo nome
veniva associato ad alcuni momenti chiave dell’espansione
americana verso ovest.
Era ancora al servizio di Fremont come guida
quando Fremont stesso si unì alla rivolta dei cittadini americani
in California, poco prima dello scoppio della guerra con il Messico
del 1846. Sempre Carson guidò le armate del Generale Stephen
Kearney dal New Mexico alla California per rispondere alla sfida
agli Stati Uniti della banda di Andrés Pico in risposta
all’occupazione americana di Los Angeles.
Alla fine della guerra, Carson ritornò nel New Mexico con
l’intenzione di dedicarsi alla vita del canchero.
Nel 1853 lui e
il suo socio portarono un enorme gregge di pecore fino alla
California dove i prezzi legati alla corsa all’oro gli garantirono
un buon profitto.
Nello stesso anno fu nominato agente indiano
federale per il nord del New Mexico e tenne questo incarico fino
allo scoppio della guerra civile che lo impegnò dal 1861.
Carson giocò un ruolo piuttosto importante e memorabile nella
guerra civile nel New Mexico e diede una mano ad organizzare i
reparti volontari di fanteria dello stato che si videro in azione a
Valverde nel 1862.
La gran parte delle sue azioni militari,
comunque, furono condotte contro la popolazione Navajo che aveva
rifiutato di essere confinata in una lontana riserva inventata dai
governanti.
A partire dal 1863 Carson intraprese una brutale guerra
per distruggere l’economia alla base della vita dei Navajo,
marciando fino al cuore del loro territorio e distruggendo i loro
raccolti, i frutteti e il bestiame.
Quando gli Ute, Pueblo, Hopi e
Zuni, che per secoli erano stati preda dei razziatori Navajo,
iniziarono a trarre vantaggio dalla debolezza dei loro tradizionali
nemici seguendo i bianchi nella guerra, i Navajo non furono più in
grado di difendersi.
Così, nel 1864 la maggior parte di loro si
arrese a Carson che costrinse quasi 8000 Navajo, uomini, donne e
bambini, a intraprendere quella che sarebbe stata chiamata “la lunga
marcia” di quasi 600 chilometri dall’Arizona a Forte Summer, New
Mexico, dove rimasero confinati e decimati dalle malattie fino al
1868.
Dopo la guerra civile, Carson si trasferì in Colorado con la
speranza di accrescere i suoi affari di allevatore e li morì nel
1868.
Negli anni seguenti i suoi resti furono trasportati in un
piccolo cimitero vicino la sua vecchia casa a Taos.
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