Padre De Smet
ierre Jean De Smet, missionario, nacque a
Termonde, in Belgio, il 31 dicembre 1801 e morì a St. Louis, nel
Missouri, nel maggio 1872.
Svolse i suoi studi nel seminario episcopale di Mechlin, ed è in
questo periodo che sentì di voler dedicare sé stesso alla
convertitione degli indiani d’America. Quando il vescovo Nerinx
visitò il Belgio in cerca di missionari, De Smet, insieme ad altri
cinque studenti, si offrì volontario per accompagnarlo. Il governo
diede ordine di fermarli, ma essi riuscirono a fuggire dagli agenti
che li cercavano, e salparono da Amsterdam nel 1821.
Dopo una piccola sosta a Philadelphia, De Smet entrò come novizio
tra i Gesuiti a Whitemarsh, nel Maryland. Qui vestì l’abito dei
Gesuiti, ma dopo due anni la casa venne dissolta; egli stava quasi
per ritornare in Belgio quando venne invitato dal vescovo Dubourg a
Florissant, dove completò la sua educazione e prese i voti.
Nel 1828 si recò a St. Louis e prese parte alla fondazione
dell’Università di St. Louis, presso la quale divenne in seguito
professore. Nel 1838 fu mandato a costruire una missione a Sugar
Creek, tra i Pottawattomie. Costruì una cappella, e di fianco un
capanno di tronchì per sé, padre Verreydt e un converso. Costruì una
scuola, che si riempì subito di allievi, ed in breve tempo riuscì a
convertire la maggior parte della tribù.
Nel 1840 chiese al vescovo di St. Louis il permesso di recarsi tra i
Flathead delle Rocky Mountains per lavorare. Quando gli venne fatto
presente che non c’era denaro per una simile spedizione, egli disse
che i mezzi sufficienti sarebbero sicuramente arrivati dall’Europa,
e il 30 aprile 1840 partì da Westport, con la carovana annuale della
American Fur Company, la cui destinazione era Green River.
Giunse al campo di Peter Valley il 14 luglio, e trovò circa 1.600
indiani riuniti ad aspettarlo. Essi avevano mantenuto le tradizioni
che i missionari francesi avevano portato in quel luogo due secoli
prima, e padre De Smet non fece fatica a convertirli. Con l’aiuto di
un interprete, egli tradusse il Padre Nostro, il Credo e i
Comandamenti nella loro lingua, e nell’arco di quindici giorni i
Flathead impararono queste preghiere e i Comandamenti, che vennero
spiegati loro in seguito.
Durante il viaggio di ritorno a St. Louis, in diverse occasioni
venne circondato da gruppi di guerrieri Blackfeet, ma appena essi
riconoscevano il suo abito nero e il crocifisso, mostravano per lui
la più grande venerazione. Egli gettò così le basi della
straordinaria influenza che in seguito avrebbe esercitato sugli
indiani.
Nella primavera del 1841 egli partì nuovamente, insieme ad altri due
missionari e due altre persone, tutti meccanici esperti, e, dopo
essere passati attraverso il territorio di diverse tribù,
attraversarono il Platte ed incontrarono a Fort Hall un gruppo di
Flathead che avevano percorso 800 miglia per scortare i missionari.
Il 24 settembre giunsero a Bitter Root River, dove avevano deciso di
formare un insediamento permanente. Venne stilato un progetto per il
villaggio della missione, venne eretta una croce, e la missione di
St. Mary venne inaugurata. I convertiti costruirono una chiesa e una
casa, mentre padre De Smet si recava a Colville a procurare delle
provviste. Al suo ritorno, i guerrieri Blackfeet si dedicarono alla
caccia invernale, ed egli rimase al villaggio a familiarizzare con
la lingua, nella quale tradusse poi il catechismo.
Si decise quindi a fare visita a Fort Vancouver, sperando di trovare
là le scorte necessarie per fare di St. Mary una missione
permanente. Durante il suo viaggio visitò parecchie tribù, e insegnò
loro le preghiere ordinarie e i principi elementari della religione.
Dopo esere scampato per un pelo all’annegamento nel Columbia River,
egli giunse a Fort Vancouver, ma la speranza di trovare rifornimenti
per la missione si rivelò un inganno, e durante il suo ritorno a St.
Mary decise di attraversare di nuovo la regione selvaggia fino a St.
Louis.
Là egli mise davanti ai suoi superiori le condizioni della missione,
ricevendo come risposta l’esortazione a recarsi in Europa per
chiedere aiuto alle popolazioni del Belgio e di Francia. L’incarico
ricevuto provocò in lui grande entusiasmo, e parecchi sacerdoti del
suo stesso ordine chiesero il permesso di raggiungerlo. Le Sorelle
della Congregazione di Nostra Signora si offrirono volontarie per
proseguire l’istruzione ai bambini Flathead.
Padre De Smet salpò da Antwerp nel dicembre 1843, insieme a cinque
Gesuiti e sei Sorelle, e giunse a Fort Vancouver nell’agosto 1844.
Gli venne offerto un appezzamento lungo il Willamette River per
costruire una missione centrale, ed egli iniziò subito a preparare
il terreno e ad erigere gli edifici necessari. Il lavoro proseguiva
così rapidamente che in ottobre le Sorelle, che avevano già iniziato
le loro lezioni all’aperto, furono in grado di entrare nel loro
convento.
Nel 1845 egli iniziò una serie di missioni tra gli Zingomene, i
Sinpoll, gli Okenagane, i Flatbow e i Koetenay, tribù che si
spingevano fino allo spartiacque del Saskatchewan e del Columbia,
fino agli accampamenti delle tribù nomadi Assiniboin e Creek, e fino
alle stazioni di Fort St. Anne e Bourassa. Si recò in Europa
parecchie volte in cerca di aiuto per le sue missioni. In effetti,
egli calcolò che i viaggi che aveva affrontato per terra e per mare
fino al 1853 dovevano corrispondere a più di cinque volte la
circonferenza della Terra. Il governo degli
Stati Uniti riconobbe cordialmente l’abilità e l’influenza di padre
De Smet, ed il suo aiuto fu cercato spesso per prevenire le guerre
indiane. In questo modo egli riuscì a porre fine alla guerra Sioux,
e in Oregon convinse gli Yahama e altre tribù sotto la guida di
Kamiakim, a cessare le ostilità. Egli fu cappellano durante la
spedizione in Utah, e aprì nuove missioni tra le tribù di quel
territorio. Durante la sua ultima visita in Europa ebbe un incidente
molto serio, dal quale uscì con parecchie costole rotte, e durante
il viaggio di ritorno verso St. Louis ebbe un lento deperimento
dovuto al suo stato di salute precario.
Padre De Smet venne fatto Cavaliere dell’Ordine di Leopoldo dal re
del Belgio. I suoi scritti più conosciuti sono "The Oregon Missions
and Travels over the Rocky Mountains", "Indian Letters and Sketches",
"Western Missions and Missionaries" e "New Indian Sketches", tutti
tradotti in lingua inglese.
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