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A cura di Willy

George Crook

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l generale George Crook si guadagnò la reputazione di maggiore avversario degli indiani pur stabilendo un clima di rispetto per il nemico, condizione che egli portò avanti nelle relazioni con i nativi americani anche al di fuori del campo di battaglia.

Nato nel 1828 in una famiglia di agricoltori dell’Ohio, Crook si diplomò a West Point nel 1852 tra i migliori del suo corso. Egli trascorse la prima parte della sua carriera militare nella California del nord e in Oregon, combattendo contro parecchi popoli indiani e imparando le tecniche operative da adottare in zone di frontiera, condizione che lasciò le sue truppe a corto di provviste ma che permise di arruolare volontari dal grilletto facile e spesso anche strampalati. Nel 1861 lo scoppio della Guerra Civile riportò Crook verso est, dove fu impegnato in azioni di guerriglia nel West Virginia e nelle battaglie di Second Bull Run e Chickamauga.

Dopo la guerra, Crook tornò a nordovest nella zona del Pacifico, per intraprendere una campagna contro i Paiute che sarebbe durata due anni. Il suo successo portò il presidente Ulysses S.Grant ad assegnare personalmente a Crook il controllo del territorio dell’Arizona, dove, a partire dal 1871, egli condusse una riuscita campagna per costringere gli Apache nelle riserve.

La caratteristica di questa campagna, così come del resto di tutta la sua carriera, fu il largo uso di scout indiani, l’implacabile inseguimento degli indiani fino ai loro territori e la sua disponibilità a negoziare piuttosto che a forzare il conflitto.

Avendo portato a termine la sua missione in Arizona, nel 1875 Crook fu trasferito nelle Pianure del nord, dove gli venne assegnato l’impossibile compito di disperdere un gruppo di cercatori d’oro che si erano rapidamente radunati nei pressi delle Black Hills.

A partire dal 1876 prese parte ad un attacco coordinato per ricondurre nelle loro riserve alcune bande Lakota che si erano radunate intorno a Toro Seduto.

In questa campagna le sue truppe furono costrette al ritiro dai guerrieri Lakota e Cheyenne guidati da Crazy Horse nella battaglia di Rosebud Creek, una sconfitta che determinò il mancato invio dei rinforzi a George Armstrong Custer, e potrebbe aver contribuito alla disastrosa disfatta di Little Bighorn.

Nel 1882 Crook tornò ancora in Arizona, dove gli Apache avevano lasciato la loro riserva e ripreso la guerriglia sotto la guida di Geronimo, il capo Chiricahua.

Durante i successivi quattro anni, Crook costrinse ripetutamente i suoi avversari ad arrendersi, per vederli però soltanto ritirarsi sulle montagne. Infine, nel 1886, Crook fu sollevato dal comando e vide il suo antagonista di sempre, il generale Nelson A.Miles, porre fine alla lunga guerra contro gli Apache esiliando Geronimo e la sua banda in Florida.

La campagna contro Geronimo fu l’ultima nella carriera militare di Crook. Egli rimase un alto funzionario, ma durante i suoi ultimi anni si adoperò in favore del suo eterno nemico, pronunciandosi contro le usurpazioni dei bianchi in territorio indiano e tentando di convincere i Lakota ad accettare la riserva che era stata loro assegnata. A questo proposito Crook (come molti altri) era convinto che il ritiro degli indiani nelle riserve avrebbe favorito la loro assimilazione nel sistema americano. Secondo il capo Lakota Nuvola Rossa, un tempo suo avversario, Crook “non ci mentì mai. Le sue parole hanno dato speranza al mio popolo.”
Crook morì il 2 marzo 1890.

 

Arizona. Nel 1882 Crook tornò ancora in Arizona, dove gli Apache avevano lasciato la loro riserva e ripreso la guerriglia sotto la guida di Geronimo, il capo Chiricahua.

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Gruppo di ufficiali nordisti (Crook è a sinistra)

 

 

 

Crook con le guide indiane

In sella all'inseparabile mula

Il Generale Crook, a sinistra nella foto

George Crook con Geronimo

 

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