Ulzana
lzana, grande guerriero Apache, è nato intorno al 1821 e morto
il 21 dicembre 1909 nella riserva di Fort Sill, in Oklahoma. Era
fratello maggiore del capo Chihuahua; entrambi
appartenevano a una banda di Chiricahua Chokonen, distinta da quella
di Cochise, che viveva a nord del territorio del grande capo. La
zona preferita da questa banda per vivere era il blue canyon.
Secondo Eugene Chihuahua, figlio del capo, al momento dell'elezione
del capo della banda, i guerrieri in consiglio scelsero Chihuahua,
sebbene Ulzana fosse più grande d'età e un ottimo guerriero. Egli
comunque fu sempre fedele al fratello che lo scelse come suo secondo
(una sorta di vice-capo tra i Chiricahua).
Ebbe 2 mogli e 7 figli
dei quali solo due gli sopravvissero. Uno di questi era Richard Johlsanny, informatore di Eve ball, studiosa della tradizione orale
Chiricahua.
Sul vero nome di Ulzana vi sono varie ipotesi: Ulsanneh, Josanie,
Johlsannie, Johlsanny. Quest'ultima versione sembra essere quella
più probabile, perchè anche il figlio di questo grande guerriero fu
registrato con questo nome.
Ulzana divenne famoso con
un’impressionante scorreria che guidò nel 1885.
Dopo l’ultima fuga dei Chiricahua dalla riserva di San Carlos, il
nuovo Messico e l’Arizona furono vittime di un’altra fulminea
incursione fatta da un piccolo gruppo di guerrieri, simile alle
impressionanti scorrerie di Nana e Chato. Questa era condotta da un
fratello di Chihuahua, Ulzana, sino a quel momento poco noto. I guerrieri giunsero dalla
Sierra Madre nel Messico al
Nuovo Messico attraverso i monti Florida verso l’inizio di novembre
e si fecero largo nelle terre
dei Tci he ndè. Ulzana aveva con sé una decina di guerrieri e nei
due giorni che impiegarono a
raggiungere un nascondiglio, uccisero uno scout, due civili, un
Apache White Mountain e due
Navajo. Nel loro campo la sola vittima fu un uomo che essendosi
rotto una gamba, dovette
essere abbandonato.
Nelle montagne del Nuovo Messico il gruppo di Ulzana si unì per un tratto
a un altro contingente di ribelli formato da sedici persone, ma
queste ultime presto tornarono in
Messico mentre Ulzana procedeva col suo pugno di uomini. Stettero
quieti per tre settimane
prima di attaccare gli Indiani della riserva di Fort Apache che
avevano rifiutato di unirsi a loro.
Il
23 novembre Crook ricevette un messaggio telegrafico in cui
l’ufficiale temporaneamente al
comando di Fort Apache lo informava di aver avvistato i ribelli a
meno di sei chilometri dal forte e
si preparava a inseguirli. La linea cadde prima che il messaggio
venisse completato. Quattro
giorni dopo Crook venne a sapere che i ribelli avevano ucciso venti
persone della loro stessa gente, di cui
quindici erano donne e bambini. Avevano anche rubato i cavalli del
capo Benito riportando, in
tutta l’azione, un solo morto, una sentinella sorpresa e decapitata
da un Apache della riserva.
L’esercito aveva offerto un premio a tutti gli scout che
avessero consegnato le teste dei ribelli
Chiricahua e quando questi ultimi catturavano qualche indiano
pacifico davano prova di un odio
simile a quello che un decennio prima i Tonto avevano mostrato verso
i White Mountain. Il
resoconto di fonte Chiricahua fornisce, a questo proposito, alcuni
particolari interessanti: "Alcuni
Chiricahua si erano allontanati dalla riserva. Gli uomini
dell’esercito americano volevano
riprenderli e offrirono venticinque dollari per ogni testa di
ribelle Chiricahua che veniva
consegnata. Un gruppo di Chiricahua decise di tornare nella riserva.
Si avvicinarono all’agenzia
e si fermarono a mangiare. Ne misero uno su un’altura a fare la
guardia. Infine J., al termine del
suo turno, venne sostituito da un altro ragazzo, un bel giovane
Chiricahua. Alcuni minuti più tardi,
mentre se ne stava seduto sull’altura col fucile sulle ginocchia e
guardava dalla parte opposta, un
indiano di San Carlos gli si avvicinò alle spalle e gli sparò. Poi
gli tagliò la testa. Il resto dei
Chiricahua salì sull’altura e vide cosa era successo. Erano
furibondi. Scoprirono chi l’aveva fatto
e andarono nella riserva per prenderlo. Ma lui era stato avvertito
ed era fuggito. C’erano però la
moglie e i suoi molti figli che vennero uccisi e lasciati lì.
Andarono via e cominciarono a sparare
in un altro accampamento vicino a san Carlos. Erano così arrabbiati
che non si curavano di
quello che facevano. Poi tornarono sulle montagne."
Sebbene l’informatore non avesse mai fatto il nome di Ulzana, i
fatti e le circostanze coincidono
perfettamente; l’affermazione per cui gli indiani intendevano
arrendersi non è certo priva di
importanza storica, ma forse nasce dal fatto che l’informatore era
egli stesso un Chiricahua.
Montando i cavalli di Benito, gli uomini di Ulzana si precipitarono
a Sud attraverso il canyon
Arivaipa compiendo razzie lungo il cammino, per poi puntare
nuovamente a Nord. A poca
distanza da Solimonville rubarono altri cavalli e un gruppo di
abitanti del luogo, avendoli
scambiati, per via del numero ristretto, per un semplice gruppo di
ladri, li rincorse. Capirono di
aver sbagliato quando due di loro vennero uccisi in una spettacolare
imboscata.
George Crook
stava sfruttando tutta la sua esperienza, abilità e intuizione per
intrappolare i ribelli.
Chato era
sulle loro tracce, come pure Crawford e un grande contingente di
cavalleggeri. Ma il terrore
continuava a regnare.
L’8 dicembre altri due bianchi vennero uccisi
nella cittadina di Alma ed
era la prima volta in cui Ulzana si mostrava in un luogo in cui
poteva essere colpito. La notte
seguente, il tenente Sam Fountain, dell’8° Cavalleggeri, dopo
essersi avvicinato nel silenzio più
completo, circondò il campo dei Chiricahua. Non uccise nessuno, ma
prese tutte le loro
attrezzature da campo, le coperte e i cavalli. Il giorno dopo
Ulzana uccise due rancheros dei dintorni. Fountain e le sue truppe si misero all’inseguimento per
alcuni giorni senza trovare
traccia degli indiani. Gli scout di Fountain erano Navajo i quali,
com’era loro abitudine, facevano
di tutto per non scontrarsi coi loro più feroci cugini e il 19
dicembre il tenente lasciò la sua
compagnia per tornare nelle retrovie e smuovere gli scout. In sua
assenza le truppe caddero in
un’imboscata tesa da Ulzana riportando cinque morti e due feriti.
I
ribelli svanirono e tornarono
all’assalto di Alma. Il 25 dicembre rubarono abbastanza cavalli da
poter riprendere la strada del
Sud e, data un’abbondante nevicata, nessuno riuscì a fermarli. Si
ritiene che Ulzana abbia
varcato il confine col Messico il 28 dicembre, dopo aver ucciso una
quarantina di persone in due
mesi e avendo riportato solo due perdite: un morto e un guerriero
abbandonato.
Cercando di non dar nell’occhio Emmet Crawford e Wirt Davis tornarono nella
Sierra Madre.
Crook, dopo
l’ultima razzia di Ulzana, era quasi fuori di sé per la
frustrazione.
Secondo
Richard Johlsanny, figlio di
Ulzana, il padre era stato mandato dal fratello, il capo Chihuahua,
per procurare munizioni e muli.
Secondo questo informatore, il padre riuscì nell'impresa senza
riportare una sola vittima.
Evidentemente su questo punto Richard si sbagliava, ma credo che
fosse nel giusto sugli
obiettivi del padre. Per questo motivo non sembra plausibile che
Ulzana e i suoi volessero
veramente arrendersi quando si avvicinarono alla riserva. Secondo
noi, è molto più
probabile che volessero incitare i western apache alla rivolta, o,
al limite, che volessero sondare
il terreno per una resa futura. La loro furia verso gli indiani
della riserva (uccisero molte donne e
bambini) fa credere che effettivamente la giovane sentinella (un
guerriero di nome Halzay) sia
stata uccisa a tradimento.
Nel gennaio del 1886 le truppe USA riuscirono a localizzare il campo
dei ribelli Chiricahua e a
catturare molte donne e bambini. Per potersi riunire alle loro
famiglie i guerrieri decisero di
trattare con gli americani.
Ulzana partecipò quindi alle trattative
nel Canyon de los Embudos, al
confine tra Stati Uniti e Messico, nel marzo del 1886. Gli Apache
decisero di arrendersi, a
condizione che dopo due anni di deportazione in Florida sarebbero
potuti ritornare nella natia
Arizona; nell'aprile di quell'anno Ulzana fu deportato con il
fratello Chihuahua e il vecchio Nana, in
un gruppo che comprendeva 15 guerrieri e 77 donne e bambini. In
realtà i prigionieri, che
sarebbero stati raggiunti in seguito dal resto del loro popolo, dopo
due anni in Florida furono
trasferiti in Alabama e da qui nel 1894 a Fort Sill, in Oklahoma.
La gran parte dei Chiricahua si convertì all'agricoltura e
all'allevamento e fu qui, che il grande
guerriero Ulzana morì.
Queste deportazioni in climi malsani e le epidemie diffuse tra loro
furono il colpo di grazia per i
Chiricahua. Basti pensare che le 4 bande di cui era composta la
tribù intorno alla metà del 1800
contavano tra le 2000 e le 3000 persone;
nel 1913 erano rimasti solo 261 membri di questo fiero e indomabile
popolo.
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