Al Sieber
lbert “Al”
Sieber fu definito dalle cronache del suo tempo “il principe degli
scouts” e certamente fu una delle figure più caratteristiche e
leggendarie dell’intera storia del west.
Era nato in
Germania a Mingolsheim il 29 febbraio del 1844, ma all’età di cinque
anni, dopo la perdita del padre, con la madre vedova e sei tra
fratelli e sorelle, raggiunse l’america per trovare fortuna,
stabilendosi nel Minnesota nei pressi del famoso fiume Conestoga (in
quella zone si costruivano i famosi carri dei pionieri detti proprio
“Conestoga”).
Il west di Al
Sieber era una pentola in ebollizione e stavano maturando quei
conflitti e quei contrasti che avrebbero creato la leggenda. Gli
spazi immensi in cui vivevano moltissime tribù indiane erano posti
sotto la costante pressione dei bianchi che a decine di migliaia
sbarcavano dall’Europa o che sfuggivano alle crisi economiche che
sferzavano gli stati orientali.
Nel 1860, allo
scoppio della guerra di Secessione, il giovane Al aveva 18 anni e,
strappando il consenso alla mamma, si arruolò con gli Yankees,
l’esercito del nord. In quegli anni tragici ed al contempo epici, Al
Sieber si ritrovò in alcuni tra i più importanti campi di battaglia
contro i sudisti, tra cui anche Gettysburg, dove si coprì di valore
e gloria, riportando anche gravi ferite alla testa. Dopo essere
stato curato, fu spedito a far la guardia ai prigionieri sudisti in
un campo di concentramento.
Finita la
guerra si trovò sbandato come migliaia di altri giovani
sopravvissuti, alla ricerca di un lavoro per vivere. Cercò l’oro in
California e nel Nevada; vagabondò per il west selvaggio sino ad
arrivare in Arizona, dove erano cruente le scaramucce tra l’esercito
e gli imprendibili Apache. Al Sieber imparò subito a conoscerli, ad
apprezzarli e a temerli. Fu un loro acerrimo ed implacabile nemico,
ma provò sempre un grande rispetto per la loro cultura e la loro
razza.
Nel sud-ovest
seppe offrire il meglio di sé, utilizzando a fondo la profonda
esperienza della vita di frontiera.
Divenne
celebre tra i bianchi per il suo particolare modo di seguire i
movimenti degli Apache. Scovava le loro tracce, li braccava da
vicino senza mai mollare la pista, fino a stanarli dai loro covi
impenetrabili tra monti e dirupi. Ne uccise tanti, ma riportò un
gran numero di ferite sia di arma da fuoco che da taglio. Intorno a
lui si vagheggiava di una sua invincibilità.
Partecipò come
scout alle campagne contro i grandi capi di guerra Apache, quali
Victorio, Cochise, Nana, Mangas Coloradas ,Chato e alla fine contro
l’indomabile Geronimo, sempre comportandosi in maniera inappuntabile
e riportando molte medaglie al valore.
Il generale
Crook, incaricato per un lungo periodo di rinchiudere gli Apache
nelle riserve, lo conobbe e lo volle subito al suo fianco, convinto
com’era che un indiano può essere scovato facilmente solo da un
altro indiano e Sieber era un “indiano-bianco”.
Dopo la
sconfitta degli Apache con la resa di Camp Verde del 1873, Al Sieber
visse un ennesimo momento storico nel 1875 quando, al comando degli
scout (spesso proprio Apache come il famoso Apache Kid di cui
divenne un buon amico), guidò l’esodo degli Apache verso la riserva
di San Carlos con una marcia estenuante che si addentrò spesso nel
deserto,tra mille asperità, sedando liti e rivolte, sempre con
grande abilità.
Giunti a San
Carlos, molti Apache rissosi e battaglieri scapparono per riprendere
la loro vita libera, fatta di imboscate e scorrerie,ma Al Sieber era
un mastino di razza e si mise sulle loro tracce finendo per
acchiapparne un gran numero ed uccidendone alcuni in conflitti a
fuoco e agguati.
Nell’aprile
1887, il suo amico Apache Kid, in preda ai fumi dell’alcool, commise
un omicidio presso la riserva di San Carlos e poi scappò con altri
guerrieri; nell’inseguimento uno di questi ferì gravemente Al Sieber
ad un’anca. L’ennesima ferita!
Dopo una lunga
convalescenza lo scout si riprese, pur rimanendo zoppo, ma ben
presto, amareggiato e deluso dal comportamento dei politici e dal
loro modo di intendere i rapporti con gli indiani, lasciò la riserva
e la vita dello scout.
Purtroppo per
lui, il destino gli riservò un tristissimo finale: mentre passava
nei pressi della Diga Roosvelt un masso gli cadde addosso e lo
ammazzò.
Tra le molte
ipotesi che sono state formulate in merito a questo episodio, la più
accreditata è che furono gli Apache a compiere il delitto, decisi a
vendicarsi del loro “cacciatore implacabile”. Era il 19 febbraio
1907 .La sua salma fu traslata presso il cimitero di Globe, in
Arizona, dove venne eretto un monumento funebre per ordine del
governatore Hunt.
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