opo la conclusione della guerra e la successiva deportazione,
quello che rimaneva della tribù fu definitivamente trasferito nelle
due riserve di Colville (Washington) e Lapwai (Idaho). Nonostante le
ridotte dimensioni delle suddette riserve, grazie allo scarso
popolamento delle terre circostanti (perlopiù foreste e territori
federali) i Nasi Forati poterono godere di una certa libertà di
movimento per la caccia, la raccolta di bacche e radici e
soprattutto per la pesca. Tuttavia, negli anni ’30, ebbe inizio la
politica dello sfruttamento delle risorse idriche del Nord-Ovest che
portò in breve tempo alla costruzione di un numero incredibile di
dighe sui corsi d’acqua più importanti di quella zona. Tutto ciò
ebbe un impatto ambientale pesantissimo con costruzione di strade,
disboscamento, inquinamento e conseguenze estremamente negative
sulla pesca. Le dighe più alte, infatti, impedivano ai salmoni e
alle altre specie ittiche di risalire i fiumi per la riproduzione,
con grave danno delle attività di pesca dei Nasi Forati. Ne conseguì
una serie di dispute legali che proseguì fino ai nostri tempi dove
gli indiani tentarono, con alterna fortuna, di far valere i propri
diritti. Oggi, il Nez Perce Tribal Executive Committee (NPTEC),
formato da 9 membri, governa la tribù dagli uffici di Lapwai, Idaho.
Assemblee Generali si tengono in maggio e settembre per eleggere i
membri del NPTEC, il chairman e il segretario che rimangono in
carica per un anno. Attualmente ci sono circa 3.000 membri associati
alla tribù. I proventi dell’organizzazione derivano principalmente
da una cava di pietra , da un negozio a Kamiah, Idaho, dall’affitto
di terreni agricoli e foreste. La disoccupazione all’interno della
riserva è alta, tuttavia la comunità tribale ricerca continuamente
nuove vie per migliorare la situazione economica dei suoi membri.
Programmi che riguardano la pesca e la forestazione costituiscono
una speranza per il futuro.
Numerosi sono i luoghi e i monumenti che oggi portano i nomi dei
Nasi Forati e dei loro capi. Oltre al Nez Perce National Historical
Park, situato nella riserva di Lapwai e che consente la visita ad
alcuni luoghi teatro delle battaglie del 1877, tutto il percorso
della grande fuga fu denominato “ Nez Perce National Historical
Trial” con una legge del Congresso del 1986. In piena Seconda Guerra
Mondiale, nel 1943, fu varata a Portland una nave che fu battezzata
”Chief Joseph” , così come una diga sul fiume Columbia nel 1952.
Sempre al grande capo furono successivamente intitolate una scuola
ed un passo autostradale nel Montana.
Molto vasta è la bibliografia disponibile sulla storia, gli usi e
le tradizioni dei Nasi Forati con una marcata prevalenza, com’è
ovvio, per le vicende, quasi romanzesche, della grande fuga del
1877. Allo stesso modo, non c’è volume dedicato alle biografie delle
grandi figure storiche dei nativi americani che manchi dedicare un
capitolo a Capo Giuseppe. A questo proposito, vale la pena segnalare
il libro “Capo Giuseppe” di Helen A. Howard (che non è discendente
del generale omonimo), pubblicato in Italia da Rusconi, che è forse
l’unico testo specifico disponibile in italiano.
Infine la filmografia segnala la pellicola “Indians” uscita negli
anni ’70 anche sugli schermi italiani, ispirata agli avvenimenti del
1877.