William A. Wellmann
asce nel 1896
nel Massachusetts e muore nel 1975. Nella Prima Guerra Mondiale fu
pilota di caccia e decorato al valore militare e un grande uomo
d’azione tanto da farlo approdare ad Hollywood ed entrare nel mondo
del cinema. Proprio per i suoi trascorsi bellici Wellmann diresse
uno dei suoi primi poderosi film, ”Ali” - che vinse l’Oscar come
migliore film - che racconta di una squadriglia di aviatori.
Per il suo
carattere fu chiamato “Wild Billy” (Billy il selvaggio) e si
sprecano gli aneddoti che lo riguardano, campanelli d’allarme di un
carattere piuttosto spigoloso. A tal riguardo si racconta che una
volta, durante le riprese di un film, sparò in direzione del famoso
produttore Zanuck.
Altro film
famoso (genere “noir”) fu “Nemico pubblico”, del 1931, con un
giovane davvero superlativo, James Cagney.
Si cimentò in
vari generi, tra cui anche quello “rosa”, ma noi lo apprezziamo
specialmente per gli ottimi film western che ha magistralmente
diretto. E’ il caso - a mio avviso – di ”Alba Fatale” (Ox-bow
incident), del 1943, un capolavoro del bianco e nero con Henry
Fonda, Dana Andrews ed Anthony Quinn (in una piccola parte). Era un
breve ma intensissimo western pervaso da un’atmosfera opprimente e
tesa che fa da cornice ad un linciaggio di tre cow-boys innocenti da
parte di una folla inferocita.
Nel 1944
dirige il famoso western biografico ”Buffalo Bill” con Joel Mc Crea,
sulla vita e le imprese, anche romanzate, di William Cody, detto
appunto “Buffalo Bill”, un personaggio che il cinema ha immortalato
più volte sino al film di Altman, ”Buffalo Bill e gli indiani”, con
P. Newman, che invece ha dissacrato il mito.
Nel 1951 dirige
un altro bel western, ”Westward the women” (Donne verso l’ignoto)
con Robert Taylor interprete maschile. Dello stesso anno è il
western ”Il cacciatore del Missouri”, con il mitico Clark Gable alle
prese con una natura severa e selvaggia e torme di cattivi
pellerossa.
Wellmann aveva
già diretto un giovane ed aitante Gable nel quasi-western ”Il
richiamo della foresta” (tratto da un racconto di Jack London) del
1935.
L’ultimo
western, piuttosto anomalo, girato da questo grande regista, è “La
belva”, del 1954, con Robert Mitchum, un film claustrofobico e
psicologico.
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