Case, casette e tende
hi tra noi dovesse essere interpellato in
merito alla conoscenza di un tipo di “casa” dei nativi americani
invariabilmente finirebbe per rispondere indicando il “tepee”,
ovvero quella tenda conica composta da una struttura di pali di
legno sulla quale si adagiava una copertura di pelli di bisonte.
Questa era la “casa” degli indiani delle pianure, quei nomadi che
trascorrevano la propria vita migrando al seguito dell’animale da
cui dipendeva la propria vita: il bisonte. Quegli stessi indiani
hanno finito per formare il nostro immaginario sull’argomento perché
furono i più caparbi e forti a difendere il proprio stile di vita
dall’avanzata dei bianchi. Inoltre, cosa non da poco, erano parte di
società guerriere in cui la guerra stessa era vista come una fonte
di crescita sociale ed individuale.
Le tende o case degli indiani erano composte da elementi di facile
reperimento in natura anche se talvolta questi stessi elementi
richiedevano un lungo intervento umano per essere trasformati e resi
utilizzabili. Gli indiani facevano uso specialmente di legno,
scorza, arbusti, paglia, pellame, terra, creta e pietra. Non rara
era una certa capacità di edificazione propriamente detta al fine di
garantire alla collettività centri di raccolta o di aggregazione
importanti per usi cerimoniali o politici.
I rifugi ai quali facevano ricorso le varie nazioni indiane erano
però molto vari al punto da richiedere un’elencazione piuttosto
articolata.
Recuperando materiale che ci pare esplicativo abbiamo pensato di
fornire una tavola descrittiva con le rappresentazioni delle case
indiane più diffuse (per tipologia) e, di seguito, un’elencazione
delle caratteristiche di ciascun tipo di ricovero.
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Tepee: era una tenda conica con struttura in
pali di legno e ricoperta di pellami o cortecce uniti tra loro.
Aveva un’apertura in alto che serviva alla fuoriuscita del fumo (il
fuoco veniva tenuto sempre acceso). Il tepee veniva usato nel nord
ovest, nel nord est, nella zona subartica e nella zona del sud
ovest.
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Wigwam: era una casupola creata da pali di
legno ripiegati ad arco e ricoperti con legno o corteccia, pellami o
stuoie intrecciate. Era la tenda tipica dei popoli algonchini nella
zona dei Grandi Laghi del nord.
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Pueblo: il termine spagnolo identificava un
tipo di villaggio ma anche la gente che vi abitava. Si trattava di
case di pietra o adobe che venivano edificate a più piani con tetti
“a terrazza” e degradanti, collegati da scale di legno. All’interno
delle case vi erano gli appartamenti. I pueblo erano tipici del sud
ovest.
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Wickiup: si trattava perlopiù di una modesta
casetta di forma conica composta da una struttura di pali e da una
fitta copertura di stuoie o di canne molto sottili, erba, frasche.
Era molto usata nel sud-ovest da popolazioni come gli Apache.
Generalmente era corredata dalla classica apertura centrale sul
tetto per fare defluire i fumi del fuoco.
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Plank House: era una casetta a forma
rettangolare, in uso lungo la costa nord-ovest, composta da una
struttura in pali di legno (molto spesso cedro) e da una copertura
di assi segate a mano.
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Wattle and Daub: usata nel sud-est era una
piccola costruzione in pali di legno intrecciati con rametti e
frasche, ricoperta d’argilla, fango, cannucce.
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Pit House: si trattava quasi di un
seminterrato, nel senso che era costruita perlopiù a diversi
centimetri sotto il livello del suolo con una semplice struttura di
pali intrecciati a rametti e ricoperta di paglia, erba e fango.
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Longhouse: la “casa lunga” indicata dagli
Irochesi col nome di ganonh’see, secondo le dimensioni poteva
ospitare da cinque a venti famiglie. Mediamente erano lunghe 20
metri, alte circa 7 e larghe 6 con un corridoio centrale che univa
le due porte, una per ogni estremità, largo 2-3 metri. Ai lati erano
poste, leggermente sollevate dal suolo, delle piattaforme usate come
sedili e letti. La costruzione, rettangolare, si basava su pali
infissi nel terreno alla cui estremità erano attaccati dei rami
flessibili che, piegati, formavano la struttura del tetto ricoperto
da tavole di scorza (olmo,tiglio,frassino,cedro,abete) lunghe 1,5-2
metri disposte in sovrapposizione e fissate con strisce di hickory.
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Hogan: era il rifugio tipico del popolo Navajo.
Aveva la struttura conica, di base esagonale o ottagonale, con
un’apertura orientata a est. Si reggeva su una solida struttura di
pali piuttosto robusti sulla quale veniva issata la copertura di
adobe, zolle di terra, fango o pietre.
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Earthlodge: è stata ritrovata lungo il corso
del Missouri ma era tipica di molte popolazioni indigene di tutto il
continente americano. Era una casetta di terra, a volte seminterrata,
sulla quale si posizionava una copertura di fango, rametti, erba,
zolle erbose o altro.
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Chickee: veniva usata praticamente solo dai
Seminole ed era una sorta di piattaforma su pali che sorgeva nelle
paludi. Era aperta su tutti i lati e la copertura in pali era
rivestita di paglia e foglie di palma.
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Lean-To: era un rifugio aperto e temporaneo,
costituito da un semplice doppio tetto inclinato posato direttamente
sul terreno. Era normalmente coperto di arbusti.
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