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A cura di Stefano Jacurti

Re-enactors

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na lunga fila di soldati si intravede all’orizzonte. I pezzi di artiglieria vengono caricati febbrilmente dagli inservienti mentre i fanti preparano  fucili e baionette. Ai margini di un bosco ecco apparire la cavalleria pronta ad intervenire. Tutto sarebbe perfetto se il rumore  di  un  jet che solca il cielo non ci riportasse alla realtà…

Nel frattempo, dietro le linee, camper e fuoristrada  svelano la foltissima presenza di pubblico munito di videocamere, binocoli e macchine fotografiche. Sono loro, i Re-enactors, appassionati specializzati nel ricostruire le battaglie della guerra civile americana, delle guerre indiane e della Revolution War dell’epoca di Washington (questo speciale è dedicato ai re-enactors della Civil War).

Non c’è campo di battaglia negli Stati uniti,  località piccola o vasta che sia, che non abbia almeno un reggimento di questi appassionati che vivono la storia all’aria aperta  in modo simpatico, sano ed interessante.

L’interesse per la ricostruzione delle battaglie storiche negli Usa risale al 1903 quando alcuni appassionati sperimentarono questo hobby per la prima volta. Dopo alterne vicende interrotte dai due conflitti mondiali,  con l’inizio degli anni ‘60 ci fu un risveglio per questo tipo di intrattenimento storico-ricreativo che si allargò a macchia d’olio. Però, come spesso accade, alla popolarità dei re-enactors non corrispose all’inizio un accurato realismo storico. Molti andavano sui finti campi di battaglia della guerra civile con il winchester oppure addirittura con il Garand! Le divise erano del tutto improvvisate, a volte solo un paio di blue jeans ed una striscia gialla di cavalleria andava bene per tutte e tre le specialità (Cavalleria-Artiglieria-Fanteria); insomma, se da un lato era divertentissimo partecipare ad una finta battaglia di Gettysburg o Chickamagua, dall’altro non si può certo omettere che in quegli anni si chiudeva spesso e volentieri un occhio su tanti particolari del realismo storico.

Ma gli anni ‘70 portano un’era nuova per il re-enactment. Il periodo straccione e un po’ cialtrone della finta guerra civile americana divenne prestissimo un lontano ricordo. Grazie alla nascita di numerose associazioni che puntarono soprattutto sulla professionalità dei componenti - anche se inseriti in un contesto puramente hobbistico - oggi sia in America che in Europa è possibile assistere a degli spettacoli (perché in fondo tali sono) di ottima qualità, con un  livello dei partecipanti sempre medio-alto, con divise storiche rigorosamente attinenti alla battaglia che si rappresenta, con le armi più adeguate ai fini di suscitare nello spettatore l’emozione di un avvenimento letto più volte su un libro di storia. Spesso questi appassionati vengono ingaggiati dal cinema per ricreare scene di guerra. Non ultimi i film “Gettysburg”, “Glory”, “Balla Con I Lupi”, “The Patriot” hanno visto l’impiego di migliaia e migliaia di re-enactors perché sono gli unici in grado di combattere per finta ma con una certa credibilità che va al di là della semplice comparsa.

Eccoli allora marciare a piedi o a cavallo mentre centinaia di turisti sono pronti ad immortalare le ricostruzioni delle varie Alamo, Antietam, Little Bighorn, Bunker Hill, Yorktown.

I soldati sono tornati, pronti a combattere come un secolo fa, ma  questa volta non faranno male a nessuno, nemmeno ad una mosca. 

 

Spettacolo. Una lunga fila di soldati si intravede all’orizzonte. I pezzi di artiglieria vengono caricati febbrilmente dagli inservienti mentre i fanti preparano  fucili e baionette. Ai margini di un bosco ecco apparire la cavalleria pronta ad intervenire.

 

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