La medicina nella Civil War
e malattie furono una delle principali cause di
morte durante la guerra civile americana. Ben 400.000 su 618.000
soldati morti perirono proprio a causa di malattie. Questo sia a
causa della malnutrizione che delle vere e proprie infezioni, fra
cui le più diffuse furono il tifo, il vaiolo ed il morbillo.
Nel giugno del 1861, per questo motivo, il Governo degli Stati Uniti
creò un'apposita commissione.
Le disposizioni impartite furono sostanzialmente quelle di usare
acqua pulita, arieggiare molto i locali, costruire ospedali ben
arieggiati, e sollecitare le donne a partecipare ai corsi
infermieristici recentemente istituiti, nulla di più.
Passiamo ora a vedere alcuni strumenti in uso.
Ecco (fotografia 1) una valigia di “pronto intervento" di un
chirurgo da campo. Essa conteneva: sega, calibro, taglierina
dell'osso, trephine, forcipe del tessuto, spazzola, spatola, pinza,
scalpello, ancora due seghe, lama per amputazioni... persino un
martello.
Una delle soluzioni estreme, ma di sicuro maggiore successo, per
quei tempi, era l'amputazione. Questo perché era uno dei modi più
sicuri di fermare le infezioni. Possiamo vedere (fotografia 2) un
modello di protesi al braccio per una lesione subita il 25 agosto
1864.
Uno dei maggiori problemi relativamente fu causato dalla particolare
composizione delle pallottole (nella fotografia 3 ne vediamo alcuni
tipi). Il metallo che le componeva era relativamente “molle”
(rispetto ad altri tipi) e quindi si espandeva all’interno del corpo
aumentando i possibili danni.
Le pallottole di piombo vennero man mano sostituite da quelle
rivestite in metallo (rame ottone) ritenute più "umanitarie"
entravano e fuoriuscivano senza deformarsi ogni volta e quindi
provocando ferite più guaribili, rispetto alla lacerazione di un
pezzo di piombo irregolare.
Nella fotografia 4 potete vedere "la sonda di Nelaton": veniva usata
spesso dal chirurgo per discendere l’osso dalla cavità. Da notare la
punta fatta in porcellana.
Quali erano i disinfettanti?
Il bromo era una sostanza usata per “disinfettare” la ferita. Una
sostanza caustica che veniva usata in caso di cancrena e che causava
dolore immenso. Per questo motivo il paziente veniva prima reso
incosciente.
Con gli anni a venire confermarono che il bromo in realtà non
arrestava le infezioni, ma era ugualmente un primo passo verso
questa direzione.
Che anestetico si utilizzava (fotografie 5 e 6)?
Solitamente il cloroformio, l’etere, l’oppio e l’alcool.
Durante la guerra, dati ufficiali, confermano che furono prescritte
più di 80 tonnellate di oppio, e i numeri si “limitano” a ciò, per i
problemi che i chirurghi ebbero nei rifornimenti.
Il cloroformio e l’etere invece, che nel dopoguerra furono
dichiarati tossici, si usavano pre-chirurgicamente per rendere
incosciente il paziente.
Si prendeva un panno lo si imbeveva e lo si metteva in quella
mascherina di metallo che vedete in foto. La tossicità di questi
elementi, era limitata data la “brevità degli interventi” e le
conseguenze quindi si limitavano a livello polmonare.
Per quanto riguarda le altre “droghe” (o meglio... anestetici),
dapprima si somministravano per via orale, poi fu introdotta la
siringa Endermic (fotografia 7). La custodia in legno permetteva ai
medici di trasportare le fiale con maggior facilità.
Come non parlare del Laudano? Beh!, il laudano, come tutti i
derivati dell’oppio, fu molto in voga. I derivati furono studiati
prima ancora della guerra: da Thomas Sydenham che inventò nel 1680
la tintura d’oppio (o, appunto, laudano) a Friederich Seturner che
isolò nel 1803 la morfina stessa. A seconda del principio base
utilizzato e della sua rielaborazione, si potevano quindi
raggiungere diversi scopi di intervento: dall’antidolorifico al
sedativo all'iper-eccitabilità.
Durante la guerra civile la morfina e il laudano furono utilizzati
dai dottori non solo per anestetizzare il dolore (causato
soprattutto dall’introduzione dei primi fucili a ripetizione e da
quelli a canna rigata), ma anche per dare sollievo ai piccoli
malanni e, soprattutto, ai disagi psicologici e alle "tensioni da
battaglia". Questo comportamento diede origine ai primi veri e
propri morfinomani.
La siringa ipodermica fece il resto. L’assunzione endovenosa faceva
sì che la sostanza procurasse maggiore ed istantaneo effetto e
questo agevolò la creazione della vera e propria dipendenza. |