Donne nella Guerra Civile
e cronache
storiche delle gesta collegate alla Guerra Civile e alle Battaglie
ad essa legate, narrano di generali, soldati, inventori e di altri
grandi protagonisti, sempre confermando il detto ”Guerra, roba da
uomini!” Moltissime sono state le gesta eroiche di valorosi degne di
essere raccontate, ma per una volta lasciamo che la storia
cavallerescamente dia risalto anche ”sesso debole”, anche se debole
non lo è certamente stato in un periodo tanto difficile come la
Civil War.
La maggioranza
delle donne durante la Guerra Civile Americana rimase a casa a
gestire le piantagioni o i focolari in attesa dell'agognato ritorno
dei loro uomini. Tuttavia alcune tra loro si ritagliarono spazi di
gloria, forse piccoli, ma non di minor valore, sui campi di
battaglia. "Di battaglia?", chiederanno alcuni. Sì le anticipatrici
delle moderne soldatesse ebbero un ruolo pionieristico nelle vicende
della Guerra Civile. In linea di massima il ruolo di soldato in
battaglia era loro vietato, tuttavia ciò non impedì che in alcuni
casi clamorosi la loro presenza si avvertisse in maniera sensibile.
Come? In che
ruolo? Come fu possibile?
Innanzitutto
bisogna precisare che le donne che prestarono fedelmente servizio in
uno o nel altro schieramento erano oltre 400 e ben 80 di loro
persero la vita in guerra. Ebbero vari ruoli di grande importanza
come infermiere, vivandiere e spie.
Una di loro
ricevette persino la medaglia al valor militare come medico; era
Mary E. Walker. Si distinse per la sua opera di chirurgo, salvando
da morte certa molti soldati dell'Unione con opera instancabile,
incurante persino della sua scarsa salute in continuo peggioramento.
Fu anche reclusa in un campo sudista come prigioniera di guerra.
Annie
Etheridge fu un'altra donna coraggiosa ed esperta cavallerizza,
appartenente al 2° Reggimento Michigan dell'Armata del Potomac, che
si spostava con bisacce piene di bende sul campo di battaglia,
incurante delle pallottole. Per coloro che giacevano a terra
rappresentava quasi una visione, pronta e solerte com'era, in mezzo
al fragore della lotta, a prestare loro le prime importantissime
cure. In questo ruolo fu assoluta protagonista nelle battaglie più
sanguinose della storia della Guerra Civile come Gettysburg o
Chancellorsville.
Anche Annie fu
decorata al termine del conflitto.
Ma vi furono
anche vere e proprie soldatesse in battaglia? Se "sì", come fu
possibile, dal momento che l’arruolamento era loro vietato? Ebbene,
bisogna ammettere che il forte desiderio di alcune donne di servire
la causa di una o dell'altra parte in guerra, anche nella più
estrema delle situazioni, spinse alcune signore a utilizzare
clamorosi travestimenti da uomo, alcuni dei quali furono svelati
dopo anni.
Una fu quella
della signora Sarah Rosetta Wakeman, del 153° New York. Riuscì ad
arruolarsi, sotto mentite spoglie, facendosi registrare come Lion
Wakemann. Purtroppo, nonostante il suo coraggio e le indubbie
capacità di combattente, morì nel 1863 e di lei restano solo alcune
lettere, uniche nel suo genere.
In un raro
libro del 1866 di Frank Moore si racconta di una ragazza di nome
Emily che scappò di casa senza dare più notizie di sé alla
famiglia. Nulla si seppe di lei in quanto si era arruolata
travestita da uomo in un reggimento di fanteria del Michigan.
Durante la battaglia di Chattanooga ebbe il ventre perforato da
schegge di una mina e nell'intento di curarla con urgenza si scoprì
che era una donna; restandole poco da vivere la aiutarono a scrivere
un commovente telegramma al padre - che viveva a Brooklyn - in cui
scrisse: "Perdonate la vostra figlia morente. Ho ancora solo alcuni
momenti da vivere. Il mio terreno natale beve la mia anima. Avevo
pensato di aiutare il mio paese fino alla vittoria, ma il destino
non ha voluto così. Muoio comunque felice. Prego per il vostro
perdono. Emily"
Un ultimo caso
clamoroso fu quello del tenente Harry Buford, successivamente meglio
identificato come Loreta Janeta Velazquez. Allo scoppio della guerra
seguì il marito, travestendosi da uomo e facendosi chiamare Harry
Buford, nome col quale riuscì a farsi arruolare nelle fila
dell'esercito Confederato. Svolse diverse missioni, ma di
particolare rilievo fu l'impresa di riuscire ad arruolare in soli 4
giorni, in Arkansas, ben 236 uomini e a condurli a Pensacola, in
Florida, dal marito per rinforzarne i ranghi.
Il marito morì
durante una dimostrazione di armi per un banale incidente e lei,
rimasta sola, servì come spia per la Confederazione come donna a
tutti gli effetti per poi tornare a rivestire i panni del soldato
nella battaglia di Bull Run e, successivamente, in quella del Forte
Donelson, rimanendo ferita ma riuscendo ad evitare la cattura
scappando verso New Orleans. Qui si chiude il cerchio con l'arresto
per sospetto spionaggio. Riuscì a cavarsela anche questa volta e a
raggiungere il vecchio reggimento del marito dove viene ferita da un
cecchino mentre è impegnata a seppellire alcuni morti. Stavolta il
medico curante scopre che si tratta di una donna e per questo è
costretta di nuovo a fuggire a new Orleans dove riconsegna la divisa
per l'ultima volta. Non ancora stufa di una vita estremamente
pericolosa, lavorò ancora per un po' come spia per il Nord,
riuscendo persino a organizzare una rivolta in due campi di
prigionia sudisti. Scrisse le sue memorie in Venezuela dove si
trasferì in seguito e morì nel 1897.
Come è stato
detto, forse queste non sono storie clamorose o eventi consegnati
alla leggenda, narrate in chissà quali libri di storia.
Però proprio
la storia ci ha riconsegnato alcuni ritratti, quelli delle donne in
guerra e noi ve ne abbiamo voluto parlare.
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