Alle radici della Guerra Civile
l 1782 aveva visto le giubbe rosse inglesi
risalire mestamente i pontili delle navi da dove pochi anni prima
erano baldanzosamente discese. La rivoluzione Americana era stata
portata avanti dalle giubbe blu di George Washington con
grande successo. I nuovi americani avevano dimostrato sul campo di
battaglia di essere un esercito serio, superando le prime fasi di
guerra dove regnava ancora l’improvvisazione e che fece
erroneamente pensare agli inglesi di aver facilmente ragione di un
pugno di coloni furibondi.
L’unità d’intenti era stata totale, fomentata da un
risentimento verso una madre patria, l’Inghilterra, troppo lontana
ormai per entrare nei cuori di questi coloni. Inghilterra più
tiranna che madre quindi. Molta strada era stata fatta da quel
giorno in cui alcune casse da the erano state gettate in mare a
Boston, (e di questo i futuri nordisti andarono fieri per anni)
accendendo gli animi. Osservando però lo sviluppo di queste colonie
questo era tutt’altro che uniforme, e se il dopo rivoluzione pose
le basi per la nascita di una grande potenza mondiale, questa
all’interno era formata da due nazioni, con
anime, mentalità culture, completamente diverse. Le colonie
del nord avevano avuto
uno sviluppo più industriale favorendo, l’operosità in un
continuo cambiamento sociale. Un mondo sempre in movimento, preso
dalla frenesia, dalla sete di sapere, dalle prime invenzioni, da
uomini perseguitati e poveri in Europa ma con una forte
determinazione. Uomini che spesso
raggiunsero l’apice nella loro professione o mestiere venendo
dalla gavetta.
Tutto questo modo di vivere, di pensare e soprattutto di guardare ad
ovest forgiò con pregi e difetti, il vero spirito americano, così
tipicamente Yankee. Quell’essere orgogliosi di sventolare ai
quattro venti: mi sono fatto da solo! Erano per lo più inglesi (ex)
irlandesi, olandesi. Il loro verbo era fare, cercare, viaggiare e
forse un po’ ingenuamente, sognare. Ma soprattutto mostrare
i denti , specialmente agli inglesi, e questa volta anche con
un’economia fortissima, con l’industria, col protezionismo sul
materiale locale. Era la grande nazione, l’America, ma soprattutto
come la chiamavano tutti, l’Unione. Washington
era la capitale, ma altre città importanti iniziavano ad
espandersi come Filadelfia, Baltimora e Boston città dall’anima
intellettuale, che non era
capitale di nulla ma che aveva tutte le componenti da vera leader
forse anche più di Washington, ed uno stato, il Massachussets di
grande impulso morale e puritano, mentre al sud si può identificare
la Virginia come stato pilota della futura Confederazione. Le
colonie del sud comunque non
sembrava che fossero molto interessate a tutto questo fermento (si
intende sempre un fermento distribuito in un lasso di tempo di un
secolo). Il sud aveva chiaramente uno sviluppo più agricolo dove le
regole di vita erano dettate dal re cotone e dal principe tabacco.
Era un mondo chiuso
alle innovazioni, tradizionalista, ma
a suo modo operoso, attivo. Una delle caratteristiche del
tipico uomo sudista era l’attaccamento alla famiglia, all’eredità
dei padri, alle caste. C’era in questi colonie oltre ad una
discendenza Inglese, e questo fu inevitabile come al nord, anche una
forte componente francese, che aveva introdotto quello sciovinismo
così aristocratico della grande Francia. Una componente importante
di questa società stava in un elemento che potrà apparire
banale ma che la diceva lunga sul modus vivendi. C'era
infatti in questi americani scarso interesse verso la frontiera,
verso l’ovest, per varie ragioni. La prima andava ricercata nella
agiatezza e nella ricchezza dei piantatori. Non era gente povera
costretta ad emigrare ad inseguire un sogno poiché non ne
aveva affatto bisogno. Un’altra ragione era da ricercare nel
provincialismo così tipico di queste situazioni non solo in
America. Il colono del sud si
sentiva prima un Virginiano, poi
un Americano. La sua grande nazione era li a portata
di mano. Questi aristocratici (anche se tutti non
lo erano ed alcuni cercavano di imparare scimmiottando gli
altri) avevano poche risorse, ma solide, poche idee e poca voglia di
conoscere ed aprirsi, ma tutto questo era compensato dal grande
orgoglio di appartenere al vecchio sud. Una delle componenti
d’orgoglio era l’aver dato i natali a un grande Americano come
George Washington, virginiano,
che aveva cacciato gli inglesi, ma che era meglio
tenere ancora in alta considerazione poiché questi signori
d’oltreoceano acquistavano il cotone. Se gli inglesi acquistavano il cotone,in compenso vendevano al sud macchine agricole,
utensili, attrezzi ad
un prezzo molto inferiore rispetto a quello che vigeva al nord e
questo cominciò a non piacere agli Yankees I due americani, lo
yankee e il dixie se fino a quel momento si erano limitati a
percorrere strade diverse iniziavano
ora a guardarsi in cagnesco. C’era chi cominciava già agli inizi
dell’ottocento a lamentarsi delle tasse del nord, individuando nei
nordisti i nuovi inglesi, e chi cominciava a scendere in piazza per
manifestare contro lo schiavismo, iniziando crociate che scaldavano
gli animi.
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