Su
Due in uno
Schiavismo
Dissidi

 


A cura di Stefano Jacurti

Alle radici della Guerra Civile

I

l 1782 aveva visto le giubbe rosse inglesi risalire mestamente i pontili delle navi da dove pochi anni prima erano baldanzosamente discese. La rivoluzione Americana era stata portata avanti dalle giubbe blu di George Washington con grande successo. I nuovi americani avevano dimostrato sul campo di battaglia di essere un esercito serio, superando le prime fasi di guerra dove regnava ancora l’improvvisazione e che fece erroneamente pensare agli inglesi di aver facilmente ragione di un pugno di coloni  furibondi. L’unità d’intenti era stata totale, fomentata da un risentimento verso una madre patria, l’Inghilterra, troppo lontana ormai per entrare nei cuori di questi coloni. Inghilterra più tiranna che madre quindi. Molta strada era stata fatta da quel giorno in cui alcune casse da the erano state gettate in mare a Boston, (e di questo i futuri nordisti andarono fieri per anni) accendendo gli animi. Osservando però lo sviluppo di queste colonie questo era tutt’altro che uniforme, e se il dopo rivoluzione pose  le basi per la nascita di una grande potenza mondiale, questa all’interno era formata da due nazioni, con  anime, mentalità culture, completamente diverse. Le colonie del nord  avevano avuto uno sviluppo più industriale favorendo, l’operosità in un continuo cambiamento sociale. Un mondo sempre in movimento, preso dalla frenesia, dalla sete di sapere, dalle prime invenzioni, da uomini perseguitati e poveri in Europa ma con una forte determinazione. Uomini che  spesso raggiunsero l’apice nella loro professione o mestiere venendo  dalla  gavetta. Tutto questo modo di vivere, di pensare e soprattutto di guardare ad ovest forgiò con pregi e difetti, il vero spirito americano, così tipicamente Yankee. Quell’essere orgogliosi di sventolare ai quattro venti: mi sono fatto da solo! Erano per lo più inglesi (ex) irlandesi, olandesi. Il loro verbo era fare, cercare, viaggiare e  forse un po’ ingenuamente, sognare. Ma soprattutto mostrare i denti , specialmente agli inglesi, e questa volta anche con un’economia fortissima, con l’industria, col protezionismo sul materiale locale. Era la grande nazione, l’America, ma soprattutto come la chiamavano tutti, l’Unione. Washington era la capitale, ma altre città importanti iniziavano ad espandersi come Filadelfia, Baltimora e Boston città dall’anima intellettuale, che non era capitale di nulla ma che aveva tutte le componenti da vera leader forse anche più di Washington, ed uno stato, il Massachussets di grande impulso morale e puritano, mentre al sud si può identificare la Virginia come stato pilota della futura Confederazione. Le colonie del sud comunque  non sembrava che fossero molto interessate a tutto questo fermento (si intende sempre un fermento distribuito in un lasso di tempo di un secolo). Il sud aveva chiaramente uno sviluppo più agricolo dove le regole di vita erano dettate dal re cotone e dal principe tabacco. Era un mondo chiuso alle innovazioni, tradizionalista, ma  a suo modo operoso, attivo. Una delle caratteristiche del tipico uomo sudista era l’attaccamento alla famiglia, all’eredità dei padri, alle caste. C’era in questi colonie oltre ad una discendenza Inglese, e questo fu inevitabile come al nord, anche una forte componente francese, che aveva introdotto quello sciovinismo così aristocratico della grande Francia. Una componente importante di questa società stava in un elemento che potrà apparire  banale ma che la diceva lunga sul modus vivendi. C'era infatti in questi americani scarso interesse verso la frontiera, verso l’ovest, per varie ragioni. La prima andava ricercata nella agiatezza e nella ricchezza dei piantatori. Non era gente povera  costretta ad emigrare ad inseguire un sogno poiché non ne aveva affatto bisogno. Un’altra ragione era da ricercare nel provincialismo così tipico di queste situazioni non solo in America. Il colono del sud  si sentiva  prima un Virginiano, poi un Americano. La sua grande nazione era li a portata di mano. Questi aristocratici (anche se tutti non lo erano ed alcuni cercavano di imparare scimmiottando gli altri) avevano poche risorse, ma solide, poche idee e poca voglia di conoscere ed aprirsi, ma tutto questo era compensato dal grande orgoglio di appartenere al vecchio sud. Una delle componenti d’orgoglio era l’aver dato i natali a un grande Americano come George Washington, virginiano,  che aveva cacciato gli inglesi, ma che era meglio  tenere ancora in alta considerazione poiché questi signori d’oltreoceano acquistavano il cotone. Se gli inglesi acquistavano  il cotone,in compenso vendevano al sud macchine agricole, utensili, attrezzi  ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello che vigeva al nord e questo cominciò a non piacere agli Yankees I due americani, lo yankee e il dixie se fino a quel momento si erano limitati a percorrere strade diverse  iniziavano ora a guardarsi in cagnesco. C’era chi cominciava già agli inizi dell’ottocento a lamentarsi delle tasse del nord, individuando nei nordisti i nuovi inglesi, e chi cominciava a scendere in piazza per manifestare contro lo schiavismo, iniziando crociate che scaldavano gli animi.

 

L'orgoglio. Una delle componenti d’orgoglio era l’aver dato i natali a un grande Americano come George Washington, virginiano,  che aveva cacciato gli inglesi.

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