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Uno speciale di Michele De Concilio

Caldaia Nera

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aldaia Nera (1803-1868) era un capo dei Cheyenne meridionali molto amato dalla sua gente, almeno da quella parte che, come lui, credeva in una pace duratura con gli uomini bianchi. Nacque nella zona delle Black Hills, le Colline Nere amate dalle popolazioni Sioux che molti anni dopo sarebbero state scenario di guerre senza quartiere tra bianchi e indiani, ma quando poté si spostò decisamente a sud per commerciare e trafficare con i bianchi di Santa Fe dai quali imparò ben prestò quanto fossero deboli gli indiani rispetto ai bianchi, in termini di numero e di potenza militare. Imparò anche che tutto sommato era ben più conveniente cercare di farci affari con quei bianchi. Fu quindi uno dei cosiddetti Capi Mercanti, brava gente che non amava troppo la guerra.

Ogni sua azione era indirizzata alla mediazione dei conflitti tra popoli, al mantenimento di un clima sereno. Nel 1857, quando divampò la guerra contro il Colonnello Sumner, riuscì a mantenere la sua gente neutrale e sette anni dopo, nel 1864, salvò da morte certa un distaccamento di militari al comando del Tenente Eayre che pure non aveva esitato ad attaccare senza alcun motivo i Cheyenne di Orso Magro. Dopo questo fatto emerse con forza l’incredibile difficoltà a mantenersi semplicemente neutrali in un conflitto che stava incendiando tutte le grandi praterie. Fu allora che Caldaia Nera decise a farsi parte attiva nella ricerca della pace. Si mobilitò parlando con indiani e bianchi, guerrieri e soldati e mantenne la sua tribù nei pressi del fiume Medicine Lodge insieme a gruppi di Arapaho, Kiowa e Comanche. Tutti questi indiani offrirono la pace ai soldati blu e diedero i migliori segnali in questa direzione. Purtroppo tra gli indiani un capo rappresentava, in pace e in guerra, esclusivamente chi si affida  a lui e lo riconosce come capo mentre tutti gli altri facevano esattamente come meglio credevano. Un atteggiamento di questo tipo portava ad avere piccoli gruppi di giovani guerrieri che cercavano di diventare guerrieri famosi facendo la guerra a tutti i bianchi che trovavano a portata di arco e frecce e, nel contempo, altri gruppi – soprattutto famiglie e adulti – che dalla guerra si tenevano assai lontani. Per i bianchi tutto questo era inaccettabile oltre che incomprensibile. Per questo la gente dell’allora Territorio del Colorado brontolava invocando l’intervento dei militari o della milizia. Alla fine la milizia si mosse. Il Colonnello Chivington comandò un nutrito distaccamento di Volontari del Colorado a cavallo e attaccò con inaudita violenza l’accampamento pacifico di Caldaia Nera e dei suoi Cheyenne meridionali. Per miracolo Caldaia Nera riuscì a scampare, fuggendo via con sua moglie gravemente ferita.

Riuscì a raggiungere altri Cheyenne e ad unirsi a loro, finendo per rifugiare in Arkansas.

Il 28 ottobre 1867 firmò il Trattato di Medicine Lodge con il quale le parti (indiani e bianchi della frontiera) si impegnavano a rifuggire la guerra. Piccoli focolai scoppiarono comunque qua e la in un circolo vizioso di ripicche e vendette senza fine finché, ancora una volta, il trattato divenne carta straccia. Iniziò dunque una pesante campagna militare volta ad allontanare tutti gli indiani dalle zone battute dai coloni bianchi e il 27 novembre 1867 il campo di Caldaia Nera subì un altro attacco, stavolta guidato da Gorge A. Custer. Caldaia Nera fu ucciso insieme a decine di Cheyenne, uomini, donne e bambini.

 

Caldaia Nera. Nel 1864 salvò da morte certa un distaccamento di militari al comando del Tenente Eayre che pure non aveva esitato ad attaccare senza alcun motivo i Cheyenne di Orso Magro.

 

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