Cacciate i Navajos!
a il Far West è davvero finito? Sembrerebbe
proprio di no! Almeno per i Navajos. Leggete qui. Il
governo americano ha fatto notevoli passi avanti nella sua
ventennale campagna contro le genti Navajo (Dineh). Lo stesso
governo ha infatti annunciato che entro 90 giorni sfratterà e
sposterà - se sarà il caso, anche con la forza - i Navajo dalle
loro terre.
I Dineh vivono in un'area remota della riserva dei Navajo, una zona
chiamata Big Mountain. I Navajo sono la nazione pellerossa più
popolosa e possiedono terre, nell'ambito della loro riserva - tra il
nord est dell'Arizona e il vicino New Mexico.
Purtroppo a Big Mountain i Navajo stanno proprio su enormi depositi
sotterranei di Carbone e Uranio che fanno gola, da sempre, alle
compagnie minerarie. In particolare fanno gola al Peabody Coal, un
consorzio di aziende con sede legale in Inghiltera, che già opera
nella zona a nord di Big Mountain in ampie miniere all'aperto.
Lo
spostamento dei Navajo deciso dal governo statunitense consentirà
l'espansione del complesso minerario verso sud.
La gente Navajo vive
in queste zone da qualche migliaio di anni e Big Mountain fu scelto
come rifugio ai tempi della spietata persecuzione che l'esercito
americano perpetrò ai danni dei Dineh nella seconda metà del
secolo XIX con la complicità di un poco eroico Kit Carson.
Sin da
allora i Navajo si sono abituati a vivere di poco, perlopiù una
felice combinazione di agricoltura tradizionale, pastorizia (con
piccole greggi di pecore e capre), vendita di coperte, tappeti,
altri oggetti e manufatti di vario genere.
L'area di Big Mountain è una zona semiarida di foreste ad
altitudine piuttosto elevata. Un tempo erano circa diecimila i
Navajo che vivevano qui, ma oggi ne sono rimasti poco meno di un
terzo. La tragedia inizia nel 1974, quando venne approvata una
legge, la 93-531, chiamata "relocation act", ovvero
"atto di trasferimento". La stessa legge trae spunto da un
antico contenzioso - per questioni di confine - tra i Navajo e gli
Hopi (la cui riserva è dentro quella dei Navajo).
Gli Hopi
accusavano i Navajo di sottrargli parte delle terre e la scusa di
qualche diverbio nato per questioni di pascolo fece scaturire
l'intervento del sempre attento governo americano che stabilì di
allontanare con la forza i Navajo per far cessare le lotte
intertribali.
La vera ragione che stava alla base dell'interventismo
americano, lo si è scoperto più tardi, era di allontanare la gente
dall'area della Big Mountain per spalancare la porta alle società
minerarie. A partire da quegli anni '70 il governo americano ha
tenuto sotto pressione i Navajo in tutti i modi, con arresti
ingiustificati, sparizioni misteriose, distruzioni di case, campi e
piantagioni, sequestri di bestiame e scorte.
Molti tra quelli che accettarono lo spostamento forzoso finirono in
quelle che vennero chiamate "le nuove terre", in Arizona,
acquistate per i Navajo dal governo. Solo che queste "nuove
terre", nel 1979, erano state oggetto del peggior disastro
nucleare civile dopo Chernobyl. In esse, infatti, erano state
riversate quantità immense di liquidi radioattivi e vi erano state
sepolte altrettante quantità di altre scorie solide. Si stima che
le persone che vanno a vivere li possano riuscire a campare al
massimo per sei anni!
Pensate che nel gennaio del 1982, Leon Berger, direttore esecutivo
della Commissione Governativa per il Trasferimento delle genti
Navajo e Hopi, ha dato le dimissioni dicendo che "trasferendo
con la forza questi popoli, ci stiamo comportando peggio di chi fece
uso dei campi di concentramento nella II Guerra Mondiale.
Si tratta,
a tutti gli effetti, di un vero atto di genocidio e un'ingiustizia
che saranno una macchia nella coscienza del nostro paese per molte
generazioni."
Dal momento della promulgazione del Relocation Act, i Navajo che
hanno continuato a stare nella Big Mountain lo hanno fatto
illegalmente.
E' illegale per i Navajo stare in quei posti nelle
proprie case, come è illegale raccogliere legna per riscaldare le
stesse case o tenervi al pascolo il bestiame. Gli è stato negato
persino il diritto ad avere l'acqua (alcune persone devon
trasportarla a casa da oltre 50 chilomteri di distanza).
Si registrano atti di intimidazione e molestie costanti, talvolta
sotto forma di delinquenti delle compagnie minerarie, altre volte
attraverso l'azione di gruppi governativi organizzati che arrivano a
distruggere le abitazioni dei Navajo approfittando della loro
temporanea assenza. E' inaudito, tra l'altro, che questa gente sia
costretta anche a subire l'avvelenamento dell'acqua potabile.
Con il recente ultimatum di 90 giorni (termine entro il quale le
genti Navajo dovranno trasferirsi nei siti governativi) c'é il
rischio concreto che il governo statunitense finisca per decidere
l'uso delle forze armate, come già accadde negli anni '70 e, poiché
molte delle persone coinvolte nell'esodo sono anziane che rifiutano
lo spostamento, è ipotizzabile che finiranno per morire per gli
stenti o per l'uso della forza.
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